Magazine Diario personale

Colazione alla pensione Serenella.

Da Gattolona1964

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Sono arrivata molto presto l’altra mattina dalla mia mamma. Era nel salone comune che guardava con attenzione il telegiornale, in attesa di consumare la prima colazione del mattino assieme agli altri ospiti suoi amici. Come di consueto era nella sua poltrona oramai di proprietà per il principio dell’usucapione, nella stessa solita posizione da undici anni. Non si aspettava di vedermi così presto, pioveva forte e la giornata era particolarmente umida ed uggiosa per noi comuni mortali, ma lei come al solito, sorrideva come ci fosse il sole d’agosto. Le ho portato l’uovo di Pasqua di dimensioni contenute quest’anno, data la crisi dice lei.

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In realtà, temendo che ne mangi troppo e ne dia troppo poco agli amici, (ha raggiunto i 95 kg circa….) ho optato per quello da 2,5 kg e non quello solito da 10,00 kg. Riconosco che l’altro era un gran bell’uovo!!
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Coreografico, buono come cioccolata e con una sorpresa degna di essere chiamata così! Ce n’era per tutti gli ospiti ed anche per i famigliari! Date le notevoli dimensioni aveva un fiocco colorato grande tanto quanto l’uovo di quest’anno! Pazienza, si è dovuta rassegnare ed accontentare, non poteva fare diversamente. Ad un certo punto ho visto le infermiere spingere le diverse sedie a rotelle con gli ospiti che non riescono più a camminare, li portavano in sala da pranzo. Mia mamma invece orgogliosa, si è alzata con le sue gambe dalla poltrona d’ordinanza spostandomi il braccio per no nessere aiutata. Voleva dimostrarmi ancora una volta che nonostante l’età è ancora in grado di camminare da sola, con il solo aiuto di un piccolo simpatico girello. Sembra uno di quei carrellini per andare a fare la spesa, nulla di più!  Affamata come di consueto, si  è avviata in direzione del suo tavolino, invitandomi a seguirla. Non volevo intralciare il via vai delle carrozzine, e in fretta mi sono seduta al tavolo della mia mamma stando ben attenta a non essere di fastidio per la messa a tavola degli allegri vecchietti. Quando tutti erano accomodati, è iniziato il rito del mega tovagliolo: chi riesce come la mia mamma se lo mette da sé, chi non ce la fa viene aiutato con garbo e dolcezza. Le cuoche hanno distribuito pane e marmellata, the, biscotti, fette biscottate, caffè d’orzo, acqua, vitamine, medicine e succhi di frutta. Non sembrava per niente una casa di riposo, ma una di quelle pensioncine per anziani, serviti e riveriti da una squadra di brave ed affettuose operatrici. Le conosco tutte da tanti anni, undici per la precisione e vi assicuro che con gli anziani sono veramente amorevoli. Chi tra loro è impossibilitato a mangiare da solo viene imboccato con pazienza e lentezza come si fa con un bambino. Non ho mai visto agitazione, urla o sgarbi, non sono mai venuta a conoscenza di sevizie o trattamenti severi sugli anziani, come spesso si vede in televisione. In quel piccolo ricovero di montagna, con tanti disegni appesi alle pareti, con molte piante e fiori colorare, c’è sempre un gatto che va a trvarli e loro lo hanno adottato. E’ il gatto del ricovero, oramai anche lui fa parte della squadra!
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la persona, essere umano anziano, uomo o donna che sia, viene rispettato e coccolato sino all’ultimo dei suoi giorni terreni. Se avessi avuto il benché minimo dubbio che non fosse così, avrei spostato subito la mamma in altra dimora, più accogliente e sicura da un punto di vista di cure ed affetto. Non è concepibile e nemmeno umano vedere un’infermiera/e che schiaffeggia un anziano, non riesco a tollerare la violenza su un essere così indifeso e debole come può essere una persona ricoverata in una struttura per anziani ed ammalati. Come si può trattare male, arrivare a seviziare questi anziani che sono i nostri genitori solo perché sono impegnativi da accudire? Chi compie certi gesti sconsiderati per poi magari farsi fotografare e naturalmente postare sui social, non è in grado di intendere e di volere. A mio severo e critico parere questo mostro merita una punizione esemplare dalla giustizia. Non c’è ragione che tenga: gli anziani, i bambini, i deboli, le donne e gli indifesi non si toccano, se non per fare loro una carezza e dare loro un bacio. Assistendo alla prima colazione e guardandomi intorno, mi sono sentita tranquilla e serena di sapere che mia madre e gli altri sono in quella struttura bene accuditi, lavati, pettinati, vestiti con indumenti sempre puliti e stirati, sono nutriti con cura, coccolati e considerati ancora utili. Le operatrici non mancano mai di festeggiare i loro compleanni, organizzano spesso feste con musica e torte, giocano a tombola e a carte, vanno a Messa dentro la cappellina della struttura oppure in Chiesa, chi riesce. Hanno un bel giardino grande dove d’estate stanno fuori a chiacchierare o a festeggiare qualche avvenimento. Sono sempre allegri e con un sorriso, sono grati al personale e alla vita che li ha fatti ritrovare in una pensione così serena e dolce. Ho chiesto alla cuoca se mi faceva un caffè, volevo dividere con la mia “mammona” (data l’imponente mole..) un pezzettino della sua colazione come quando eravamo a casa nostra, sul vecchio tavolo di formica verde con il papà. Lei mi ha detto” vieni un po’ più vicino a me, così sento meglio il tuo respiro e mi sembra che tu sia ancora piccolina….” Ragazzi, giuro che mi si spacca il cuore se penso che nulla è più così come prima, anche se lei alla “pensione Serenella” come la chiamo io, sta bene. Anzi “Benissimo” come dice sempre. Al prossimo incontro mamma Bianca, tra pochissimi giorni.



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