Yuliya è una frizzantissima fotografa dalle mille idee e con una energia pazzesca, tanto da travolgerti con le sue immagini e le sue storie.
Come non avremmo potuto combinare qualcosa assieme?
Prossimamente vi sveleremo un piccolo progettino al quale stiamo lavorando e che anzi, abbiamo iniziato lo scorso agosto.
Curiose?
Nel frattempo, scoprite chi è Yuliya con questa intervista.
Dal tuo particolarissimo nome, possiamo notare una vena orientaleggiante. Vuoi raccontarci un pò di te? Da dove vieni e perchè ti sei fermata in Italia, specialmente a Roma?
Sono nata a Kiev, in Ucraina, ma mio padre è siberiano, dalla Russia, dove ho passato parte della mia infanzia. Quindi direi di si, il mio cognome è molto orientaleggiante, considerando che Irkutsk, la città di mio papà, è a quasi 7000 km est da Roma.
Nonostante viva da tanto tempo all'estero, ritorno spesso nel mio paese natale, dove lavoro come fotografa, e quando passo tanto tempo in Italia sento fortemente il bisogno di Borsch o insalata Olivie, ovvero dell'insalata russa, anche se diversa da quella fatta qui.
Come sono finita in Italia? I miei genitori amavano molto viaggiare dopo l'apertura dei confini post - Unione Sovietica, e così da piccola mi hanno inviato qui per le vacanze.
Di quei viaggi mi sono rimasti dei bellissimi ricordi e quando più tardi nella mia vita ho dovuto scegliere la nazione dove continuare i miei studi, ho deciso di ritornare in questa terra così gustosa, sia dal punto di vista enogastronomico che culturale.
Mentre decidevo dove andare esattamente, ho visitato Roma ed intuiendo il suo animo, corrispondente a una bella contadina/guerriera/accademica, mi sono gettata tra le sue braccia. Ormai ci abito ancora dopo dieci anni.
Come nasce la passione per la fotografia?
Mio papà era amante della fotografia e mi aveva coinvolto nelle sue sperimentazioni in camera oscura fin da piccola.
Penso di aver scattato la prima foto quando avevo 4 anni -me la ricordo bene- tutta storta in diagonale, dei genitori che ridevano di me abbracciati su una panchina innevata.
Poi viaggiando spesso, ho fotografato per lasciare un ricordo dei posti che ho visitato ma con il tempo ho sviluppato un gusto molto personale nei soggetti e mi sono allontanata naturalmente dalla foto 'turistica', rendendomi piano piano conto che la fotografia trascendeva la registrarazione della realtà e che era un linguaggio che mi portava a riflettere.
Fotografare per me è un modo per unirsi con la realtà che mi cironda, lasciando una traccia della fusione tra la mia volontà e la non-volontà del reale.
E' come se le fotografie fossero figlie mie e del mondo. Ora lo so, sto divangando troppo sul filosofico... Perdonatemi!
Cosa ti piace di più fotografare?
Mi piace fotografare le piccole sorprese visuali non pianificate –coincidenze della materia e dei significati– potrebbero essere panni con le stampe barocche vicino ad una leva di passaggio delle macchine arancione florescente, o una bottiglia di plastica sull'asfalto e le righe bianche pitturate sulla strada, oppure un gruppo di persone che si posiziona in una composizione involontaria interessante o, mentre faccio un servizio fotografico di moda, è il movimento casuale della mano della modella, delle sue dita, la profondità del suo sguardo.
Il mondo è pieno di momenti di questo genere.
So bene che adori il cibo, proprio come le Lunch Girls! Qual è il tuo piatto preferito e quale invece vorresti fotografare da portare sempre con te ovunque tu vada?
Hai saputo, vero?
Si, sono molto golosa, non posso nasconderlo!
Amo moltissimo il sushi e poi certamente la cucina ucraina e russa.
Degli ultimi in particolar modo Borsch con i 'pampushki' (i pampushki sono morbidi panini coperti di una salsa di aglio che si inzuppano nel borsch), 'holodez' (una zuppa, resa gelatinosa nel frigo grazie alle proprietà condensanti di alcuni tipi di carne o pesce, che poi si taglia a fette), 'shuba' (un'insalata stratificata dove alcuni ingridienti sono rape cotte, pesce salato, ed infine patate, il tutto coperto con uno strato di maionese).
Se le Lunch Girls vogliono posso procurarvi le ricette dettagliate di queste meraviglie.
Volentieri! Noi siamo curiose!
Quale sarebbe il cibo da fotografare e portare con me? Mmm... penso una bella foto di sashimi di salmone.
Qual è la città che ti ha dato maggiori stimoli dal punto di vista fotografico e quale invece ha deluso le tue aspettative?
Parigi è molto scontata però mi ispira tanto. Ogni volta che vado lì torno con delle foto uniche.
Forse perchè è una città che unisce in sè sia la storicità che lo sviluppo moderno, dove si sente un grande senso di dignità negli spazi... e poi si mangia bene!
La città che mi ha un pò deluso è stata Firenze, forse l'ho vista un pò soffocata dal turismo?
Dolce o salato?
SALATO!
Cibo e fotografia in questi ultimi tempi si sono davvero fusi in un unico messaggio comunicativo. Il cibo è arte dunque o la fotografia -o meglio- l'occhio del fotografo rende tutto più accattivante?
Arriviamo al dunque: la fotografia non rappresenta il reale.
Quello che vedete non è il cibo, 'Ceci n'est pas une pipe'.
E' una rappresentazione simbolica del cibo, un ogetto del desiderio irreale che certamente viene ritoccato e modificato ai fini della resa desiderata.
E' cibo, ma non è cibo, è quello che vogliamo che fosse cibo.
Quindi direi che è piu' arte che altro!
Consigliaci un luogo dove andare a pranzare!
Mmm... Fammi pensare... Forse ci siete già state ma adoro il Vivi Bistrot a Villa Pamphili vicino casa mia. Hanno una selezione sanissima e buonissima dei cibi biologici!
No, non ci siamo ancora mai state!
A quali progetti stai lavorando?
Sto lavorando su un progetto di beneficenza anti-femminicidio con Il Centro Indivenire e l'Atelier di Alta Moda di Giada Curti.
Il 27 Settembre si inaugurerà la mostra 'Il Sesso Forte' dove saranno esposte le mie foto che trattano della bellezza interiore ed esteriore e della forza della donna.
Ho lavorato con un team di persone molto dedicate, vi è una grande forza nella realizzazione di questo progetto!
Inoltre sto preparando una campagna publicitaria per una designer romana e sto continuando il mio lavoro con editoriali di moda, oltre a sviluppare i progetti fotografici sperimentali.
C'è da fare!
Qui potete vedere alcuni scatti di Yuliya.
Naturalmente non ci siamo lasciate sfuggire l'occasione per fare una colazione presso il nostro amato Eataly, alla caffetteria Vergnano. Le poltroncine dei salottini sono così comode che gustare un cappuccino e un cornetto è davvero un piacere, oltre ad essere di una bontà squisita.
EATALY ROMA - Piazzale XII Ottobre 1492, Roma