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Colazione Poetica a Crema con il Collettivo WSF

Creato il 06 luglio 2013 da Wsf

Tra gli esperimenti più curiosi dell’edizione in corso di ArtShot c’era Pane burro e poesia. La colazione poetica con gli autori del collettivo WSF, un collettivo nato all’interno del sito del Words Social Forum – Centro Sociale dell’Arte.
La colazione poetica è stata indubbiamente un’idea ben riuscita per animo e luogo, i ragazzi dell’Artshot quest’anno hanno regalato uno scorcio indimenticabile, intrecciando la poesia in un unico ramo, una tavolata imbandita d’ogni vizio mattutino ha chiuso il cerchio su una domenica per noi magica e dunque il collettivo WSF ringrazia l’Artshot, Il nodo dei desideri e Crema e infine, ringrazio anche le voci che si sono susseguite:
Fosca Massucco, Andrea Lucheroni, Sebastiano Adernò e Ksenja Laginja. Esperimento da ripetere.

Collettivo WSF

Collettivo WSF

La splendida cornice offertaci dai ragazzi dell’organizzazione dell’ArtShot di Crema di quest’anno, ha creato una splendida magia/sintonia fra noi – un legame che andava ben oltre al semplice conoscerci, anche le poesie scelte in qualche modo si legavano perfettamente fra loro, l’idea si è dimostrata azzeccatissima, un susseguirsi, microfono permettendo, senza interruzioni – quasi che la parola si trasformasse in qualcosa che ruscellava, liquida e calma ma allo stesso tempo impetuosa.

Qui di seguito le foto di Alberto Mori, che immortala i protagonisti durante la lettura, intervallate da un testo simbolico di ognuno di noi…di seguito ci saranno i video di Sebastiano Adernò, buona lettura e buona visione.

Andrea Lucheroni

Andrea Lucheroni

[15]

L’acqua
un attimo prima
di chiamarsi cascata
riflette la sua personale
scelta di dissolversi, con l’occhio
di mulinello orientato al vecchio letto di pietra,
di cui seguirà la forma, anche un attimo dopo, cadendo,
come si addice ad un fiume che scorre nel divenire,
dissolverà solo l’illusione della scelta
con gli occhi serrati e disorientati
nell’ultimo respiro soffocato,
dal suo piccolo vuoto,
al prossimo salto.

Fosca Massucco

Fosca Massucco

**

Io a Firenze ci andavo per le gatte e per la bici.
Scendevo dal taxi pervasa
da un’aura di pensieri profondi
che davvero non facevo – ma tu li immaginavi
e me li spiegavi, tra i ceci e la salvia del giardino.
Ci andavo per le gatte rosse
e per le bici sul Monte Morello,
nei dicembre di luce trasversa e gemme
immobili – ero infinitamente bella
e spesso sbronza. Falsamente colti
un po’ arguti, gareggiavamo a parole e ricordi
lungo le colline fiesolane – finendo ad ascoltare Sclavis.
Io a Firenze ci andavo per le fusa delle gatte
e la bici nel gelo – mica per il jazz

Ksenja Laginja

Ksenja Laginja

Ksenja Laginja

Ksenja Laginja

“Cattedrale”

Con le dita – a sgranare le lenzuola
sotto la cattedrale dei miei fianchi
tra le fessure umide, nelle braccia aperte
lungo il mare di pelle che unisce
un cespuglio dopo l’altro
i nostri peli di radura.

Uno scorrere di unghie
a tracciare limiti irrisolvibili
sulle spalle che sono lingua, e bocca
denti bianchi sui piedi attorcigliati.

Un lento scivolare
da un lenzuolo all’altro
un grano dopo l’altro
in punta di lingua
nell’assenza di saliva
dove riposano i tuoi fianchi.

Sebastiano Adernò

Sebastiano Adernò

[CENTRO DIURNO]

precari
in equilibrio sotto il tappo
sulla filettatura di un barattolo
tenendo a mente
le frasi di un matto
con il cielo sulle gambe
ritagliamo rombi
per farne aquiloni

malati, per sogni o lagune
di mattino e pattume
come marionette, recisa la flebo
collassiamo all’indietro

siamo numeri primi, indivisibili
smacco delle categorie
e le nostre palpebre,
questo luogo trascurato dalle mappe
ci rendono incomprensibili
come postille
scritte in una lingua
ancora da inventare

alcuni giorni
seduti sulla cruna di un ago
come su un’altalena
con le gambe a penzoloni
da statuto
si fuma
carichi d’impegno
limando un progetto di fuga
basato
su una scala avambracci e caviglie

Antonella Taravella

Antonella Taravella

**

strabuzzare ferri d’avampassi anneriti dalla cenere
l’arredarsi un passato con la cipria cotta
nei mestoli dell’inverno
resiste l’abbraccio in questo aggiungerci
e la mano scorre le cifre – abbottonate ai capelli
alla fine si schiarisce l’azzurro
in una boccata di miele
quante cose ci siamo detti
mentre la pioggia ci faceva come una tasca dove scaldarci

il verso disegnato – nero di un sorriso allunato

Alcuni video:

Fosca Massucco

Antonella Taravella – Andrea Lucheroni – Fosca Massucco


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