11 maggio 2013 di Redazione
di Cesare Minutello
Era la primavera del 1997 e avevo appena finito di leggere A cold coming di Tony Harrison, incluso nella raccolta ”V.” a cura di Massimo Bacigalupo per i tipi della Giulio Einaudi Editore. In esergo al poemetto, Harrison citava l’Eliot del Viaggio dei Magi, anche se il ”freddo venire” di quest’ultimo è di tutt’altro significato rispetto a quello del nostro contemporaneo. Fatto sta che in quel frangente nacque l’idea di titolare ”Ragazza dal freddo venire“ le righe che andavo a compilare in occasione del decimo anniversari del terreno saluto di Salvatore Toma. Bene, l’11 maggio ricorre invece la data della sua nascita e mi piacerebbe fosse pubblicata, per l’occasione, la poesiola che in allegato vi invio, e che all’epoca scrissi.
-“A cold coming we had of it” - T.S.ELIOT,
Journey of the Magi-
-“A cold coming” – TONY HARRISON,
A cold coming-
per Salvatore Toma , “a Great Poet”
è quasi Pasqua e compare la neve
come cicale a Natale
nei vicoli dei fogli nel rimestar precario
da malato in corsia
che versi ammucchia come carcasse
distese di carte, d’attese
tra ostili e gelidi scuri
a volte accade ne siamo sicuri
ha coscia e tendine e bocca che non dà respiro
l’anonima dal freddo venire
si sfila le calze piano sul falsopiano della chiarità
la solitaria ci sfiora e ci spoglia
randagia onda che sulla pelle cozza
sfogliando profumi salati
con gambe ch’esplodono d’andare
sulla mezzeria di un altro rigo
caparbia marea sta bene
in perenne fase di raccolta
nello spazio di sorrisi e pene
un poco per volta la solivaga ci misura la soglia
piluccando l’attimo fa suonare la sveglia
e canti lanciando con falci di luce
braci di voci e lingua di treno
e non si sa più se è morte o poesia
al vibrare casuale del suo moto
impalpabile foglia senza luogo
un senso un segno una risposta
si dovrà dare e se dici alla fine lo so vinceremo
noi vinceremo la libertà, è per il suo lacerare
che quando siamo così invischiati nella vita
fa primavera, al finire.