Uno e trino, il film di Mickle è una piccola rivelazione
Brillante thriller tratto dal romanzo di Joe R. Lansdale, Cold in July è uno e trino. Difatti il film, diretto da Jim Mickle e presentato nella Quinzaine des Realisateurs a Cannes 67, a ogni cambio di ritmo modifica il suo stile, quasi a voler mettere in scena tre generi differenti, che però si amalgamano in modo diligente.
Texas, 1989. Richard Dane è un corniciaio che vive con la famiglia nella provincia americana. Una notte, svegliato da alcuni rumori, scopre che un ladro si è introdotto in casa sua. Involontariamente gli spara e lo uccide sul colpo. La polizia archivia il caso come legittima difesa e in quel momento Richard scopre il nome del delinquente. Tutto sembra andare per il meglio, ma il padre del ladro (un galeotto in libertà vigilata) comincia a ossessionare Richard.
Cold in July è anticonvenzionale e, soprattutto di questi tempi, si apprezza e si loda. E grande merito va a una struttura narrativa, che seppur inizialmente sembra esibire un dilemma personale che si chiude su se stesso e non ha vie d’uscita, ostenta una variazione sul tema spiazzante. Sarebbe indecoroso svelare i colpi di scena che si susseguono sullo schermo, eppure si può, presuntuosamente, ricordare allo spettatore che niente è come sembra.
Farsesco, drammatico e in conclusione profondamente pulp, Cold in July è un film di serie B consapevole e fiero di esserlo e che procede in modo spedito verso una conclusione liberatoria, ma profondamente ambigua. In Cold in July non vi è nessuna indagine sociale dell’America del sud o personaggi controversi e irriverenti. La pellicola diretta da Mickle (alla sua opera quarta) ostenta tre antieroi, che perseguono un obiettivo e lo fanno senza remore o ripensamenti.
Brillante scoperta e inaspettato successo di Cannes, Cold in July, facendosi accompagnare da una partitura musicale elettronica e mai invasiva, è narrativamente coinvolgente e (in)consapevolmente raffinato. L’impressione è che sia il contenitore spurio e involontario del miglior cinema di oggi. Difatti si susseguono sullo schermo generi come il thriller alla Fincher, la farsa umana dei Coen e la spirale pulp del primo Tarantino; tutti elementi che si fondono abilmente in un film che non lascia assolutamente indifferenti.
Uscita al cinema: 2 aprile 2015
Voto: ***1/2