Fonte: coldiretti.it
CATEGORIE: Alimentazione , Denuncia sanitaria
In Cina sono scoppiati molte angurie per un uso eccessivo di prodotti chimici
L’Italia non importa cocomeri o meloni dalla Cina e, di conseguenza, i consumatori italiani del prelibato frutto non corrono alcune pericolo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul commercio estero nel 2010 e nei primi due mesi del 2011 con la Cina, dove sono scoppiati alcuni cocomeri per un uso eccessivo di prodotti chimici.
Se in questo caso si puo’ parlare di scampato pericolo per l’Italia, in realtà il problema del cattivo uso dei prodotti chimici negli alimenti è - sottolinea la Coldiretti - particolarmente importante nel gigante asiatico dove solo recentemente è stato scoperto lo scandalo addizionato con la melamina. Con la rapida crescita la Cina nel 2010 ha conquistato anche il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea.
La Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti evidenzia che - precisa la Coldiretti - su un totale di 3.291 allarmi per irregolarità ben 418 (13 per cento) hanno riguardato la Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti. Per l’Italia i rischi riguardano soprattutto - sostiene la Coldiretti - le importazioni di concentrato di pomodoro che nel 2010 sono aumentate del 40 per cento ed hanno superato in totale i 115 milioni di chili, un quantitativo record che corrisponde a circa il 15 per cento della produzione di pomodoro fresco destinato alla trasformazione realizzata in Italia.
I pomodori conservati sono – precisa la Coldiretti - la prima voce delle importazioni agroalimentari dalla Cina delle quali rappresentano oltre 1/3 in quantità (42 per cento) nel 2010. Ma dal gigante asiatico sono arrivati anche 96,1 milioni di chili di ortaggi e legumi (+10 per cento), 12,8 milioni di chili di frutta (+58 per cento) e 4,5 milioni di chili di aglio (+50 per cento). Peraltro la bilancia commerciale nell’agroalimentare è profondamente squilibrata con importazioni dalla Cina in valore che sono state pari a 498 milioni di euro superiori di due volte e mezzo - conclude la Coldiretti - alle esportazioni del Made in Italy nel paese asiatico per un importo di 192 milioni di euro.