Come un colibrì, il nuovo algoritmo di Google punta ad essere preciso e veloce quando estrae un contenuto per mostrarlo ai suoi utenti. Secondo gli ingegneri, ministri del culto googliano, Hummingbird sta fornendo da giorni risposte più congrue, puntuali ed efficienti, più vicine cioè, sono parole loro, “alla verità”. Con la v minuscola, almeno.
Gli utenti non si sono per ora resi conto che un nuovo algoritmo sta fornendo loro le risposte alle query. Probabilmente, invece, se ne stanno via via accorgendo gli esperti di SEO, anche se a Mountain View assicurano che le regole per la Search Engine Optimization non non cambiano perchè Hummingbird lavora a un livello molto profondo e le caratteristiche che un contenuto deve avere per essere correttamente individuato e indicizzato da Google restano le stesse di prima.
La più importante novità portata dal colibrì è la “Conversational search” che è il miglioramento della capacità di estrarre il significato da un quesito in linguaggio naturale: alla domanda “qual è la strada migliore per andare da roma al monte velino?”, che ho posto volutamente senza maiuscole, Google mi dà ora la risposta più pertinente, ossia un sito dove mi si raccomanda di “percorrere l’A24 Roma-L’Aquila, uscire al casello di Valle del Salto, prendere a sinistra la statale per Avezzano e subito dopo, ancora a sinistra, imboccare una strada sterrata…”. Rispetto al passato, l’algoritmo si concentra sull’intera frase e non su alcune parole, individuandone il focus.
Ovviamente, su come tutto questo funzioni c’è la massima segretezza. Come sempre.
E, come sempre, rimangono aperti tutti i dubbi sulle politiche di Google in termini di trattamento equo nel ranking dei contenuti e di discriminazione a favore dei propri prodotti e di quelli dei partner. Un esempio: la scorsa settimana una delegazione di editori ha sottolineato alla Commissione europea che “sono illegittimi i privilegi che Google assegna ai proprio servizi nella pagina di risposta: li piazza nelle posizioni migliori, relegando molto sotto e nelle pagine successive i risultati della ricerca naturale. E questo avviene mentre Google ha ovunque in Europa oltre il 90 per cento del mercato della search”. Guai nel monopolio. Ma forse non è carino ricordare tutto questo il giorno del quindicesimo compleanno del motore di ricerca e della rivelazione del colibrì.
Fonte http://www.huffingtonpost.it