I Coliseum sono cambiati, ma questa non è una novità. Chi li aveva apprezzati nella loro prima incarnazione ha ormai capito che le cose si sono fatte più complicate, forse meno di pancia e di potenza, ma in fondo anche più sfiziose e intriganti. Sister Faith coniuga noise e attitudine rock, riff affilati e incedere sghembo, tiro preciso e un po’ di ruffianeria nei cori, con la batteria a fare da spina dorsale e sorreggere tutto. Per il resto ci sono la carica e la spavalderia giuste. Ma, perché ovviamente c’è un ma, manca la botta vera, manca l’impatto che anche nel noise-rock serve per colpire dritto al cuore, altrimenti è tutto troppo “carino” e poco “pericoloso”. Forse questo è l’effetto che fa a chi certe cose le ascolta dagli anni Novanta (verrebbe da dire, dal momento giusto), ma davvero i Coliseum sembrano essere arrivati un pelo spompati a questa nuova prova: formalmente perfetta e anche piacevole, ben costruita e con alcuni pezzi che fanno sperare per il meglio, ma dai margini troppo precisi e dall’incedere troppo prevedibile per dare la giusta carica e ripetere il miracolo. Il vero crimine si compie però con “Love Under Will”, un brano (pericolosamente) troppo vicino a quel rock generalista che ripulisce, impacchetta e frulla insieme senza capo né coda U2, Chris Rea, Ultravox, INXS, Simple Minds, Big Audio Dynamite, An Emotional Fish… chi più ne ha più ne metta… e punta dritto al portafoglio dei quarantenni. Inutile negarlo, un pezzo così, per il quale guarda caso è stato girato anche il video ufficiale, è una macchia che non si cancella facilmente e toglie dubbi, chiarisce che questo sembra un album fatto ad uso e consumo per gente che ha passato il varco e ha rinunciato a vivere sul bordo, come magari non è e siamo noi eterni Peter Pan a non rassegnarci ad ascoltare musica consona alla nostra età. Sia come sia, fa male ricordarsi dei Coliseum dal vivo di spalla a Converge e Integrity e ritrovarseli oggi così. Poi, i soliti “giusti” e i die-hard fan si sperticheranno in lodi e grideranno al genio, alla maturità e alla voglia di evolversi. I disagiati, sempre sia lode a loro, staccheranno dopo la terza traccia e si perderanno il resto. Aridatece gli Unsane.
Tracklist
01. Disappear From Sight
02. Last/Lost
03. Doing Time
04. Love Under Will
05. Under The Blood Of The Moon
06. Used Blood
07. Late Night Trains
08. Everything In Glass
09. Black Magic Punks
10. Save Everything
11. Bad Will
12. Sister Faith
13. Fuzzbang