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Collaborative fiction

Creato il 24 ottobre 2012 da Mcnab75

Collaborative fiction

Con Sick Building Syndrome prima e con Due minuti a Mezzanotte poi, abbiamo più o meno imparato tutti cosa si intende col termine Round Robin story. Per comodità lo riassumo in breve: una storia (romanzo o racconto che sia) scritta a più voci. Di norma un capitolo ad autore, partendo dal punto esatto in cui ogni partecipante conclude il suo contributo, in modo da costruire qualcosa di quanto più omogeneo possibile.
Le Round Robin sono intriganti, difficili da gestire e soprattutto insegnano molte cose riguardo alla scrittura vincolata a determinati parametri e al rispetto del materiale messo a disposizione dal coordinatore del progetto e dagli altri partecipanti.
Eppure ci sono anche altri esperimenti di scrittura collettiva, varianti alle classiche RR. Formati in alcuni casi meno conosciuti ma altrettanto interessanti. Esaminiamo intanto questi tre: antologia, universo condiviso, world building.
In realtà queste varianti sono tutto fuorché slegate l’una dall’altra, anzi. Molto spesso gli esperimenti di scrittura a più mani sono ibridazioni delle tre categorie che vi vado illustrare, partendo dalle semplici antologie.

Antologia

Il più semplice e diffuso sistema di scrittura collettiva. Perché tale è una classica antologia di racconti, senza girarci troppo intorno. Una raccolta di racconti può essere strutturata in diversi modi, per esempio in modo consequenziale, quasi come se fosse una round robin (ma senza le esigenze di stretto rapporto tra i capitoli delle medesime), oppure tramite racconti autoconclusivi, ma ambientati in un medesimo “set”. Il che fa delle antologie una sorta di macrocategoria che ibrida/cannibalizza gli altri generi di scrittura collettiva.
Contrariamente a quanto si crede realizzare un’antologia di buon livello non è affatto facile. Di solito in Italia si ricorre a una struttura banale e grezza: “Realizziamo un’antologia sui vampiri!“. Eh già. L’esempio non è casuale, i risultati, per quello che ho potuto verificare, sono quasi sempre stati pessimi.
Ovviamente esistono però margini per ottenere ottime cose. Vedrete, vedrete…

Universo condiviso

Ossia: scrivere storie, quasi sempre autoconclusive, ma basate su un medesimo set. Che è poi quanto abbiamo già citato poco sopra, parlando delle antologie. In questo caso l’universo condiviso (shared universe) può essere realizzato a più mani, in una specie di sopralivello di scrittura collettiva. Tuttavia coloro che si cimentano nelle storie ambientate in questo set partono da una realtà già solida e dettagliata, preoccupandosi quindi di scrivere storie e non tanto di fare world building (vedi sotto).
Esempi classici di shared universe sono diversi mondi tipici della fantascienza e del fantasy, dai fumetti della Marvel e della DC a Star Trek, dal pantheon lovecraftiano alle varie ambientazioni nate per i giochi di ruolo.
Altre forme di scrittura collettiva derivative dall’universo condiviso sono i crossover, i team-up e gli spin-off. Molti di voi sanno cosa sono, semmai ci torneremo più avanti.

World Building

Ossia il processo che porta alla costruzione di un mondo grazie al contributo di più autori. Di solito si tratta di progetti che badano solo secondariamente all’aspetto narrativo, concentrandosi piuttosto su quello riguardante la genesi dell’ambientazione generale. I partecipanti portano contributi riguardanti la storia, la geografia, l’ecologia, l’economia (etc etc) di un mondo creato ex novo. Il world building può essere portato avanti per semplice piacere, oppure per porre le basi riguardanti la costruzione di uno scenario in cui ambientare un gioco di ruolo, un’antologia o una round robin. 

Collaborative fiction

Il world building di solito coinvolge anche altri aspetti creativi, oltre a quelli di sola scrittura. Servono infatti mappe, disegni, linguaggi creati dal nulla, nonché elementi scientifici riguardanti le risorse primarie del pianeta, l’economia etc etc.
Se non ricordo male i Forgotten Realms (noto box set del gioco di ruolo AD&D) sono nati come world building di una campagna non commerciale di Ed Greenwood.

Quali di questi esperimenti vi incuriosisce di più? A quale non partecipereste mai?
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