Magazine Cinema

Collateral

Creato il 04 luglio 2014 da Misterjamesford
CollateralRegia: Michael Mann
Origine: USA
Anno: 2004
Durata: 120'

La trama (con parole mie): Max, un meticoloso e sognatore tassista notturno di Los Angeles, all'inizio del suo turno di lavoro carica per caso Vincent, misterioso individuo che, in cambio di un cospicuo pagamento, richiede il suo servizio per tutta la notte, in modo che possa scarrozzarlo attraverso cinque fermate di lavoro prima del ritorno in aeroporto.Max, seppur riluttante, accetta, salvo poi scoprire sulla sua pelle che l'uomo che ha preso a bordo è in realtà un sicario assoldato dai cartelli della droga per eliminare una serie di bersagli che potrebbero danneggiare uno dei boss incontrastati del narcotraffico in un imminente processo: il confronto tra i due, ed il loro viaggio attraverso la notte di L. A., diviene una metafora del rapporto che entrambi hanno con la vita, il passato, il presente ed il futuro, così come sul lato "collaterale" del Destino.
Collateral
Rivedendo Collateral per l'ennesima volta - di fatto, si tratta di uno dei miei film cult legati all'estate -, oltre ad ammirare la tecnica pazzesca di Michael Mann, la fotografia da urlo, i momenti che rimarranno impressi nella Storia del Cinema recente, ho pensato a quanto sarà bello poter raccontare al Fordino, tra quindici o vent'anni, guardando questo film insieme, che ai tempi lo vidi in sala, insieme a suo zio, entrambi esaltatissimi per il ritorno sul grande schermo di uno dei registi action più importanti dell'Occidente cinematografico, vero erede della tradizione di pietre miliari come Vivere e morire a Los Angeles ed unico a raccogliere il testimone di gente come Melville per rispondere ai Maestri d'Oriente come Johnnie To.Questo cult magistrale - tecnicamente ed emotivamente parlando - presterebbe il fianco ad analisi infinite e critiche dettagliatissime, legate al montaggio, alle riprese di una Città degli angeli mai così viva, ad un crescendo che riesce nell'impresa di trovare un punto d'incontro praticamente perfetto tra il Cinema d'autore e quello mainstream, alla tensione, ad una delle migliori interpretazioni della carriera di Tom Cruise, e chi più ne ha, più ne metta.Ma non voglio svilire Collateral in questo modo.Sarebbe come cercare di catalogare il jazz, e le meraviglie di Miles Davis, o Charles Mingus.O tentare di decifrare i significati delle esistenze che viviamo, così piccole ed insignificanti al cospetto del disegno dello spazio infinito eppure clamorosamente importanti nel microcosmo che affrontiamo un giorno dopo l'altro, fosse anche l'ultimo.Collateral, per me, è quel giorno con mio fratello, seduti ammirando il nuovo lavoro di quel vecchio figlio di puttana che ci lasciò - e lascia - a bocca aperta con The Heat - che vedrò di recuperare presto, magari entro la fine dell'estate -, lui con l'occhio ancora pesto per l'incidente in motorino ed io alla ricerca del perchè quel cineasta così legato all'azione - che allora non aveva la stessa importanza di oggi, per il sottoscritto - riuscisse a trasformare la materia grezza del genere in qualcosa che andava oltre perfino alla filosofia.Oppure, tre anni dopo, nella casa gigantesca da studentessa di Julez, la visione del dvd in cucina, con lei che quasi crollava dal sonno, il Jameson ed uno dei pompini da urlo che resero ancora più da urlo quel periodo.Ed ogni visione da quel momento in avanti, fino a questa sera - che non so quando sarà, rispetto alla pubblicazione del post -, con la stessa Julez a dormire il sonno dei giusti - meritatissimo - e Ale nella sua cameretta, ed io di fronte alla tv ancora con gli occhi spalancati, patatine, whisky e coca.Gli occhi. Specchio dell'anima oppure no, sono la chiave di volta di questo film.Sono quelli scuri ed appassionati di Max, che come la maggior parte di noi, tira avanti aggrappandosi ad un sogno che sa già in partenza non riuscirà a realizzare, finendo per svegliarsi, un giorno, vecchio e malinconico, parlando dei tempi andati.Quelli di Vincent, che si specchiano nella sua stessa espressione predatoria, capaci di rassegnarsi e salvare una vita, provare l'invincibilità del caso e la meraviglia della passione, l'ironia nera delle esecuzioni nel vicolo e la forza dirompente di un animale senza perdono - per dirla alla Clint - nel cuore di una discoteca.Sono quelli di due coyotes che vagano, neanche fossero fantasmi, per le strade deserte - o quasi - della notte losangelina: i riflessi brillanti lasciano un segno, si specchiano nei nostri pronti a guardarli come l'abisso di Nietzsche, o la macchia solare del pezzo degli Audioslave in sottofondo.Dove stiamo andando, tutti quanti?Dove corriamo?Quale significato avranno i nostri progetti nell'arco di uno, cinque, dieci, vent'anni, quando non sappiamo neppure dove saremo domani?Lottiamo davvero per nulla come il Detective Fanning, o per essere dimenticati a bordo di una vettura della metropolitana come Vincent?La notte che ci porta al confronto con il lato oscuro della Natura e del Destino, con il "collaterale" di noi stessi, è davvero l'antefatto di un'alba di speranza?O i sogni rimarranno una cartolina buona giusto per un pò di nostalgia in ritardo?Nessuno può saperlo.Max o Vincent che sia.E' questo l'aspetto collaterale della vita.E a noi non resta che viverlo, per scoprire, se non domani, almeno cosa ci riserva l'oggi.
MrFord
"When the hills of los angeles are burning
palm trees are candles in the murder wind
so many lives are on the breeze
even the stars are ill at ease
and Los Angeles is burning."Bad Religion - "Los Angeles is burning" - 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :