Questo splendido colletto risalente agli inizi del 1900 è appartenuto a una mia bisnonna.
E' in finissimo cotone bianco e realizzato a mano con la tecnica "Ad ago".
Il merletto o pizzo o trina è una particolare lavorazione dei filati per ottenere un tessuto leggero, prezioso e ornato. Può essere realizzato a mano o a macchina. Nel caso del merletto fatto a macchina, il risultato è un tessuto meno pregiato rispetto a quello fatto a mano.
Fatti a mano
Il merletto realizzato a mano, a seconda dello strumento utilizzato per la lavorazione, può essere:
A tombolo con bastoncini detti solitamente fuselli
-
Pizzo di Cantù
-
Dentelles
Ad ago
A punto in aria
Senza l'ausilio di strumenti specifici
Per ognuna di queste tipologie di lavorazione, poi, esistono delle varianti di tecnica che prendono nomi specifici, come il pizzo chiacchierino, o il puncetto. Inoltre, siccome la realizzazione dei merletti è diffusa in tutta Italia da secoli, molti pizzi hanno finito per assumere caratteristiche particolari in alcune zone, per cui il loro nome è accostato a denominazioni di località (per esempio, sono famosi il puncetto della Valsesia o il pizzo Venezia, o il tombolo di Cantù).
Anche il disegno del merletto varia a seconda della tecnica utilizzata e delle tradizioni locali, perciò può essere più o meno geometrico e più o meno somigliante alla realtà. In alcuni casi, come nella realizzazione del puncetto, non è usato nessuno schema, ma la merlettaia segue il proprio estro e il ricordo dei tradizionali motivi geometrici tramandati nei secoli.
Genericamente, più il filato è sottile più il merletto risulta impalpabile e viene considerato prezioso. Sono usati di solito filati di cotone, ma in antico si utilizzavano anche fili di seta, d'oro e d'argento per alcune lavorazioni più pregiate: materiali non solo preziosi, ma anche difficili da lavorare. Oggi talvolta vengono realizzati gioielli con la tecnica del tombolo e filati dorati o argentati. Si possono impreziosire anche con pietre preziose.
Fatti a macchina
A seconda dei telai utilizzati per la loro realizzazione, i pizzi si dividono inoltre in due grandi famiglie, i pizzi Leavers, i più pregiati, e i pizzi Jacquard, i più comuni.
Pizzi Leavers
La denominazione "Leavers" nasce dal nome del telaio su cui questi pizzi vengono realizzati. Si tratta di antichi telai nati in Inghilterra nella prima metà del XIX secolo e successivamente approdati in Francia, a Calais, dove tuttora si trova la maggiore concentrazione produttiva di pizzi pregiati. Attualmente Calais detiene il primato mondiale di produzione dei pizzi Leavers e conta la presenza di circa 1.000 telai sui 1.200 presenti in tutto il mondo. Un patrimonio estremamente prezioso, soprattutto se si considera che, a causa dei procedimenti molto complessi e costosi che richiedono, dall'inizio del secolo i telai Leavers non vengono più costruiti. Caratterizzati da un elaboratissimo funzionamento a intrecci di trama e ordito, la capacità dei telai Leavers di lavorare con un numero molto elevato di fili fa sì che i pizzi che ne nascono si distinguano per l’alta definizione del disegno e una particolare finezza. Peraltro la differenza tecnica maggiore che esiste tra il pizzo Leavers e gli altri (appartenenti tutti alla categoria Raschel, ovvero Jacquardtronic e Textronic o Super textronic) è il fatto che i telai Leavers sono privi di aghi e l'immaglatura è eseguita tramite l'intreccio del filo di "bobina" e il filo ordito di fondo, mentre per gli altri pizzi di cui sopra, la formazione del tessuto avviente con maglia ad ago, producendo un articolo più "piatto" e meno tridimensionale.
Caratteristiche tecniche:
-
Disegno ben definito e motivo a rilievo
-
Punto lungo (fili “morbidi” che “flottano” in superficie)
-
Picot pulito, che forma un piccolo anello
-
Fondo vario, estremamente fine
Pizzi JacquardLa denominazione "Jacquard" deriva dal nome dato alla famiglia di telai nata in Germania dopo la seconda guerra mondiale. Il pizzo semplice e piuttosto grossolano prodotto dal primo telaio di questa serie, il telaio Raschel, fu migliorato via via con i telai successivi, dallo Jacquard, allo Jacquardtronic, al Textronic per finire con l'ultimo nato, il Super Textronic. Caratteristica comune a tutta questa famiglia di telai è il punto tricot da cui il pizzo nasce, un punto molto più semplice e veloce dell'intreccio di trama e ordito dei telai Leavers, ma da cui risulta un pizzo meno sottile, con un motivo meno definito, un fondo piuttosto uniforme e l'aspetto "piatto" privo di spessore. Negli ultimi anni ai telai jacquard sono state apportate numerose migliorie, tra cui l’imitazione, nel Textronic, del "punto lungo" caratteristico dei pizzi Leavers, la cui preziosità, tuttavia, resta tuttora ineguagliata.
Caratteristiche tecniche:
-
Disegno meno definito, non esiste punto lungo
-
Fondo tricot, meno vario
-
Picot non ben delineato, a forma di “dentini”
-
“Barre” a maglia per rinforzare il fondo
JacquardtronicRispetto all’impostazione jacquard questa tecnica consente di ottenere notevoli migliorie dovute al maggior numero di “barre” utilizzate dal telaio che danno la possibilità di creare motivi più ricchi e di particolare effetto. Questi telai permettono anche la lavorazione rebrodé con motivi a rilievo molto spiccati particolarmente visibili nei pizzi bicolori.
Textronic e supertexronicEntrambe le lavorazioni vengono realizzate con la stessa tecnica ma con telai simili (non uguali al 100%), con una notevole ricchezza dei disegni e un marcato effetto di rilievo ma i pizzi textronic si presentano più pieni e dalla mano più corposa mente i supertextronic, sempre mantenendo la caratteristica principale del rilievo sono più ricchi di giochi sul fondo e hanno la mano più cascante. L'effetto di rilievo è ottenuto con le barre anteriori del telaio, che simulano i fili flottanti nei motivi del Leavers.
-
Disegno abbastanza definito e in rilievo, ottima imitazione del punto lungo
-
Fondo tricot abbastanza pulito, di aspetto alveolare simile a un tulle
-
Picot abbastanza delineato, a forma di “dentini”
-
“Barre” a maglia per rinforzare il fondo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questo splendido colletto risalente agli inizi del 1900 è appartenuto a una mia bisnonna.
E' in finissimo cotone bianco e realizzato a mano con la tecnica "Ad ago".
Il merletto o pizzo o trina è una particolare lavorazione dei filati per ottenere un tessuto leggero, prezioso e ornato. Può essere realizzato a mano o a macchina. Nel caso del merletto fatto a macchina, il risultato è un tessuto meno pregiato rispetto a quello fatto a mano.
Fatti a mano
Il merletto realizzato a mano, a seconda dello strumento utilizzato per la lavorazione, può essere:
A tombolo con bastoncini detti solitamente fuselli
-
Pizzo di Cantù
-
Dentelles
Ad ago
A punto in aria
Senza l'ausilio di strumenti specifici
Per ognuna di queste tipologie di lavorazione, poi, esistono delle varianti di tecnica che prendono nomi specifici, come il pizzo chiacchierino, o il puncetto. Inoltre, siccome la realizzazione dei merletti è diffusa in tutta Italia da secoli, molti pizzi hanno finito per assumere caratteristiche particolari in alcune zone, per cui il loro nome è accostato a denominazioni di località (per esempio, sono famosi il puncetto della Valsesia o il pizzo Venezia, o il tombolo di Cantù).
Anche il disegno del merletto varia a seconda della tecnica utilizzata e delle tradizioni locali, perciò può essere più o meno geometrico e più o meno somigliante alla realtà. In alcuni casi, come nella realizzazione del puncetto, non è usato nessuno schema, ma la merlettaia segue il proprio estro e il ricordo dei tradizionali motivi geometrici tramandati nei secoli.
Genericamente, più il filato è sottile più il merletto risulta impalpabile e viene considerato prezioso. Sono usati di solito filati di cotone, ma in antico si utilizzavano anche fili di seta, d'oro e d'argento per alcune lavorazioni più pregiate: materiali non solo preziosi, ma anche difficili da lavorare. Oggi talvolta vengono realizzati gioielli con la tecnica del tombolo e filati dorati o argentati. Si possono impreziosire anche con pietre preziose.
Fatti a macchina
A seconda dei telai utilizzati per la loro realizzazione, i pizzi si dividono inoltre in due grandi famiglie, i pizzi Leavers, i più pregiati, e i pizzi Jacquard, i più comuni.
Pizzi Leavers
La denominazione "Leavers" nasce dal nome del telaio su cui questi pizzi vengono realizzati. Si tratta di antichi telai nati in Inghilterra nella prima metà del XIX secolo e successivamente approdati in Francia, a Calais, dove tuttora si trova la maggiore concentrazione produttiva di pizzi pregiati. Attualmente Calais detiene il primato mondiale di produzione dei pizzi Leavers e conta la presenza di circa 1.000 telai sui 1.200 presenti in tutto il mondo. Un patrimonio estremamente prezioso, soprattutto se si considera che, a causa dei procedimenti molto complessi e costosi che richiedono, dall'inizio del secolo i telai Leavers non vengono più costruiti. Caratterizzati da un elaboratissimo funzionamento a intrecci di trama e ordito, la capacità dei telai Leavers di lavorare con un numero molto elevato di fili fa sì che i pizzi che ne nascono si distinguano per l’alta definizione del disegno e una particolare finezza. Peraltro la differenza tecnica maggiore che esiste tra il pizzo Leavers e gli altri (appartenenti tutti alla categoria Raschel, ovvero Jacquardtronic e Textronic o Super textronic) è il fatto che i telai Leavers sono privi di aghi e l'immaglatura è eseguita tramite l'intreccio del filo di "bobina" e il filo ordito di fondo, mentre per gli altri pizzi di cui sopra, la formazione del tessuto avviente con maglia ad ago, producendo un articolo più "piatto" e meno tridimensionale.
Caratteristiche tecniche:
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Disegno ben definito e motivo a rilievo
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Punto lungo (fili “morbidi” che “flottano” in superficie)
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Picot pulito, che forma un piccolo anello
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Fondo vario, estremamente fine
Pizzi JacquardLa denominazione "Jacquard" deriva dal nome dato alla famiglia di telai nata in Germania dopo la seconda guerra mondiale. Il pizzo semplice e piuttosto grossolano prodotto dal primo telaio di questa serie, il telaio Raschel, fu migliorato via via con i telai successivi, dallo Jacquard, allo Jacquardtronic, al Textronic per finire con l'ultimo nato, il Super Textronic. Caratteristica comune a tutta questa famiglia di telai è il punto tricot da cui il pizzo nasce, un punto molto più semplice e veloce dell'intreccio di trama e ordito dei telai Leavers, ma da cui risulta un pizzo meno sottile, con un motivo meno definito, un fondo piuttosto uniforme e l'aspetto "piatto" privo di spessore. Negli ultimi anni ai telai jacquard sono state apportate numerose migliorie, tra cui l’imitazione, nel Textronic, del "punto lungo" caratteristico dei pizzi Leavers, la cui preziosità, tuttavia, resta tuttora ineguagliata.
Caratteristiche tecniche:
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Disegno meno definito, non esiste punto lungo
-
Fondo tricot, meno vario
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Picot non ben delineato, a forma di “dentini”
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“Barre” a maglia per rinforzare il fondo
JacquardtronicRispetto all’impostazione jacquard questa tecnica consente di ottenere notevoli migliorie dovute al maggior numero di “barre” utilizzate dal telaio che danno la possibilità di creare motivi più ricchi e di particolare effetto. Questi telai permettono anche la lavorazione rebrodé con motivi a rilievo molto spiccati particolarmente visibili nei pizzi bicolori.
Textronic e supertexronicEntrambe le lavorazioni vengono realizzate con la stessa tecnica ma con telai simili (non uguali al 100%), con una notevole ricchezza dei disegni e un marcato effetto di rilievo ma i pizzi textronic si presentano più pieni e dalla mano più corposa mente i supertextronic, sempre mantenendo la caratteristica principale del rilievo sono più ricchi di giochi sul fondo e hanno la mano più cascante. L'effetto di rilievo è ottenuto con le barre anteriori del telaio, che simulano i fili flottanti nei motivi del Leavers.
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Disegno abbastanza definito e in rilievo, ottima imitazione del punto lungo
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Fondo tricot abbastanza pulito, di aspetto alveolare simile a un tulle
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Picot abbastanza delineato, a forma di “dentini”
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“Barre” a maglia per rinforzare il fondo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.