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Da Arkavarez

Collezionisti di Andrea Leonelli
I tre erano all'imboccatura posteriore della caverna, quella meno nota e più riparata, e probabilmente solo lui, Gwastar il mago, ne conosceva adesso l'esistenza.
L'idea sembrava adesso meno brillante di quando l'avevano elaborata seduti a un tavolo della calda locanda la sera prima, dopo aver mangiato e bevuto.
Con lui c'erano il ladro Kraviel, un infido halfling, abilissimo però nel disinnescare trappole e l'enorme barbaro Grubenvald, che non mollava mai le sue due armi, un pesante martello da guerra e un'ascia bipenne incrostata da chissà quanti strati di sangue delle più disparate creature, In giro si diceva avesse anche ucciso una regina ragno.
La loro missione non era quella di rubare il tesoro del drago bensì andare a raccogliere nella sua tana delle scaglie staccatesi dalla corazza.
le avrebbero usate ognuno per i suoi scopi, ma certamente molto personali: al mago servivano per incantesimi, amuleti e pozioni, al guerriero per potenziare armi e armatura, il ladro ne avrebbe fatto un temibile pugnale d'ombra e un grimaldello a prova d'usura.
Solo per questi motivi avevano deciso di unirsi in una specie di alleanza, utilizzando ognuno le proprie capacità per arrivare al fine ultimo della missione. Entrarono nello stretto budello davanti il ladro, su cui il mago aveva lanciato l'incantesimo dell'occhio della dea, che evidenziava pericoli, agguati e trabocchetti e aveva incantato i guanti dell'halfling trasformandoli in guanti di destrezza, gli era costato un po', ma non voleva mica morire prima ancora di essere nella tana. Sul barbaro aveva lanciato invece un "Pacifico", per vedere di tenerlo tranquillo, aveva una gran voglia di spaccare e uccidere man adesso bisognava stare tranquilli e attenti e soprattutto silenziosi.
L'occhio della Dea funzionava meravigliosamente, incendiando di colori le trappole che venivano subito prontamente disarmate dal ladro.
In poche ore giunsero sulla soglia della camera principale. Immobili al limitare dell'enorme camera i tre rimasero allibiti e silenziosi, anche Grubenvald era nervoso, di lui non si poteva dire spaventato. Gwastar lanciò silenziosamente un "non mi vedi, non ci sono" su ognuno di loro e senza far rumore né respirare quasi si misero alla ricerca delle squame del grande drago. Questo dormiva tranquillo sopra al suo tesoro d'oro e altri oggetti preziosi, soprattutto un'infinità di gemme.
Dividendosi, in punta di piedi, iniziarono la perlustrazione.
Il primo a rinvenire qualcosa fu Kraviel, trovò un lungo frammento di scaglia, davvero il suo pugnale già pronto e senza manico. Si perse solo un attimo a contemplarne la leggerezza e la superficie un po' scabrosa apparentemente coperta da incisioni e il bordo, già affilato come un rasoio, avrebbe potuto dirsi soddisfatto. Tornò verso il cunicolo d'uscita.
Quando Grubenwald rivenne una squama enorme, delle perfette misure per diventare la nuova bipenne con solo il bisogno di un manico adatto e una squama tozza quasi piramidale da apporre sulla faccia d’impatto del martello da guerra, poco ci mancò che iniziasse a ballare e cantare per la gioia. Fortunatamente il lungo occhio di Gwastar se ne accorse e lanciò sul barbaro il suo famoso incantesimo "fermo e zitto", poi anche il gigante si rese conto della situazione e raccolti i suoi tesori si avviò ad aspettare il mago che sembrava non trovasse ciò che cercava. Il mago alla fine trovò ciò che cercava, scagli piccole, giovani ma già cadute, che incarnavano il pino potere del drago, ne raccolse alcune mettendole nella sacca di pelle che teneva alla cintola e cautamente si apprestò a raggiungere gli altri. “Cosa credete di fare voi?”
Come un boato la domanda rimbombò sulle pareti della caverna annichilendo i tre. Gwastar si volse dopo aver fissato i visi mortalmente pallidi dei due compari. Il drago, silenzioso come la morte si era svegliato e li stava fissando minaccioso spandendo intorno il suo potente sguardo ipnotico che pietrificava chiunque.
“Siete anche voi venuti a predare le mie magiche squame. Ora in cambio delle vostre inutili e stupide vite pretendo la cose che maggiormente avete di valore! Da te mago voglio il tuo libro di incantesimi e le tue pergamene: Guerriero, le tu armi, entrambe. Ladro lascia a terra guanti e grimaldelli”. I tre, terrorizzati e ammaliati non poterono che obbedire, poi furono fatti uscire con l’ordine di non presentarsi mai più nelle vicinanze della grotta, pena la morte immediata adesso che conosceva i loro odori e il loro aspetto. Una volta usciti, prese le cose lasciate e le mise nella sua collezione, dicendo: “25 libri d’incantesimi, 4 mazze e 12 asce, 88 grimaldelli e il pezzo migliore da un pezzo, guanti di destrezza incantati, un buon colpo per 5 minuti di lavoro. Spero domani arrivi qualcun altro, devo battere le collezione di Rafigel, il drago del mare…”
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