Magazine Attualità

Colloqui di lavoro hard, una ragazza trova il coraggio di denunciare!

Creato il 12 febbraio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Colloqui di lavoro hard, una ragazza trova il coraggio di denunciare!Non avere un lavoro è umiliante e lo è ancora di più per le donne, forse chi addita le giovani generazioni come “mammone” e in cerca di un lavoro stabile non ha mai fatto un colloquio di lavoro ai tempi di oggi. Una vera e propria giungla, facilitata dalla necessità di lavorare dei più e dalla voracità dei datori di lavoro che spesso non sono proprio come appaiono.

Troppi sono gli annunci di lavoro truffa, troppe le parole a cui bisogna stare attenti specie se si è donna, poi, affrontare un colloquio spesso e volentieri diventa un pericolo fisico non indifferente. I colloqui a doppio scopo pare crescano in maniera vorticosa, altro che le belle parole e le campagne pubblicitarie, il Paese reale è tutt’altra cosa.

Il fatto è riportato dal Gazzettino, ma potrebbe essere scritto su un altro qualsiasi giornale, perchè ormai la “Moda” è comune. Accade a Montebelluna, ma poteva accadere in qualsiasi angolo del Belpaese, domande hard, quesiti sexy e allusioni sessuali, questo lamenta una 29venne, Barbara Martignano, “con alle spalle un’esperienza lavorativa come parrucchiera prima e come operaia in tampografia poi. Infine di nuovo impiegata in una impresa di pulizie.”

Le domande del colloquio di Barbara iniziano come quelle che tutte le ragazze si sentono fare, “sei fidanzata”, “vuoi una famiglia” e così via, la ragazza risponde di sì perchè effettivamente lo è. A poco a poco, scrive il cronista del Gazzettino le domande diventano volgari.

Ma quante sono le ragazze oltre Barbara che quotidianamente si sentono fare domande di questo genere ai colloqui di lavoro, bhè sono migliaia!  Poi A Barbara chiedono quanti rapporti sessuali aveva e se usava precauzioni, la ragazza si alza e se ne va, il Gazzettino scrive le parole di Barbara “. Proprio pochi giorni fa l’emittente televisiva Antennatre aveva raccontato anche la storia di Monica, una 20enne residente a Treviso costretta ad indossare un perizoma per lavorare in un bar: «Mi sono sentita trattata come un oggetto. Mi è stato chiesto di indossare quel tipo di abbigliamento intimo da tenere in vista così da attirare un maggior numero di clienti» aveva denunciato.”

Click here for reuse options!

Copyright 2012 Mediterranews

Share
Wikio Wikio

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :