Con l’adozione della Dichiarazione di Colombo 2014, si è conclusa, sabato 10 maggio, la Conferenza mondiale sui giovani.
“L’incontro – recita il documento – è servito a consolidare il riconoscimento della diversità etnica, culturale, religiosa e di genere dei giovani come contributo positivo alla valutazione, alla formulazione e alla realizzazione di politiche e di strategie di sviluppo. La loro creatività e capacità di innovazione e di partecipazione deve essere alla base di ogni piano di sviluppo attuale e futuro presso ogni comunità, locale, nazionale, regionale e globale”.
Molte le diverse priorità di azione individuate e classificate nei 97 punti presenti nella dichiarazione finale, come: la realizzazione della parità di accesso per una educazione di qualità sulla base di principi di uguaglianza e non di discriminazione ; la richiesta di politiche economiche che riducano la disparità di reddito e garantisca ai giovani pari opportunità di sviluppo garantendo lavoro, istruzione, cibo, sicurezza, salute e alloggio sicuro; la promozione di stili di vita sana e una assistenza sanitaria che garantisca oltre alla copertura di base anche la salute mentale: abuso di droga e di alcool, con particolare attenzione ai giovani che vengono a trovarsi in situazioni di conflitti armati; l’introduzione di piani di responsabilizzazione di giovani emarginati o appartenenti a gruppi con particolari difficoltà come i diversamente abili, quelli che hanno abbandonato la scuola, gli indigeni, gli afro-discendenti, i giovani immigrati ed i disoccupati; il riconoscimento e rafforzamento del ruolo dei giovani, soprattutto donne, nella prevenzione e costruzione della pace, nella soluzione dei conflitti e nelle fasi di riconciliazione.
La Dichiarazione invita quindi il Segretario generale delle Nazioni Unite ad istituire un forum permanente “di giovani per i giovani” e i governi allo scopo di avviare un dialogo costante anche sull’Agenda di sviluppo post–2015.
Prossima nazione ospitante della Conferenza mondiale sui giovani sarà la Nigeria.
E la scelta non è affatto casuale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)