Ai microfoni di Radio Marte è intervenuto Roberto Colombo:
Come mai scelto Napoli? Quando ho visto un’opportunità così ghiotta in una squadra appena qualificata in Champions con un gruppo dai grandi valori non ci ho pensato tanto. Partecipare a questo progetto è davvero entusiasmante sotto tutti i punti di vista.
Come vivo l’eventualità di dover giocare? Mi preparo durante la settimana come se dovessi giocare, questo è il segreto per dare la carica anche agli altri poi se giochi o meno è relativo. Ho già giocato al S. Paolo quando ero al Padova in C e Sosa ci segnò, la porta del nostro stadio è un sogno per chi come me ha sempre visto stadi piccoli. L’approccio con i nuovi compagni? E’ stato facile perchè mi hanno accolto bene e con grande umiltà, per un professionista è importante il rapporto con gli altri poi sono del parere che in una carriera ognuno ha ciò che si è guadagnato. Incontrare Ulivieri sulla mia strada è una tappa da ricordare perchè è grazie a lui che ho fatto il grande salto verso la A.
Cosa hai pensato dopo la morte di Morosini? Non ho pensato ai rischi che un calciatore può avere bensì solo a Piermario che ha sopportato tanti dolori avendo sempre un sorriso in ogni circostanza. Ho una famiglia numerosa, sono l’ultimo di sette fratelli che sono diventati difensori mentre io ho scelto di stare fra i pali.
Se la finale di Champions fosse Bayern-Chelsea? Darebbe ancor più valore alla nostra Champions perchè vuol dire che stavamo facendo un’impresa. Sicuramente l’amarezza c’è stata nel breve, ma se guardi da lontano tutto il progetto allora devi esserne felice perchè fino a ieri eri in C. In una crescita ci sono sempre periodi di assestamento, ma questo progetto cresce a vista e l’organigramma societario in via di strutturazione ne è la prova. Novara? La pausa ci è servita per recuperare, il desiderio di vincere sempre non è mai mancata ma in questo momento dobbiamo concentrarci sulla singola gara. Speriamo che qualche volta ci sia un episodio favorevole che ci possa favorire in modo da sbloccarci in via definitiva.
Come è Morgan sul campo? Ho sempre avuto compagni da Nazionale, lui è molto determinato ed ha una grande forza mentale. Il Pocho ha imparato a calciare meglio mentre Cavani ha una dote innata ossia beccare la porta ovunque. Edu Vargas invece, è quello che ha il tiro più forte e preciso. Lo maledico in senso scherzoso perchè mi bruciano le mani i suoi tiri Quando ero ragazzo ammetto di essere stato scaramantico, ora con gli anni ho lasciato perdere”