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Colpo di clava sul Paesaggio: il silenzio assenso strumento rozzo e pericoloso

Creato il 17 luglio 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Colpo di clava sul Paesaggio: il silenzio assenso strumento rozzo e pericoloso

È una bocciatura senza appello quella espressa dal Consiglio nazionale dei beni culturali alla parte del DDL Madia per la riforma della pubblica amministrazione che autorizza il meccanismo del silenzio assenso anche per le questioni di tutela ambientale e del paesaggio.

Sì all’alleggerimento della burocrazia, ma il silenzio assenso per le autorizzazioni paesaggistiche è un errore, rincara la dose Ilaria Borletti, sottosegretario al MIBACT con delega al paesaggio. Il rischio è quello di consentire la cementificazione di aree sottoposte a tutela paesaggistica o alla modifica dei beni monumentali nel caso la soprintendenza non risponda entro 60 giorni alla richiesta.

Il Governo è corso ai ripari e ha allungato di 30 giorni, da 60 a 90, l’intervallo di tempo oltre al quale scatterebbe il meccanismo del silenzio assenso. Ma questo è insufficiente, come si capisce bene dalle parole del presidente del Consiglio dei beni culturali, Giuliano Volpe: “Il tentativo di semplificare la burocrazia con la norma del silenzio assenso tra le amministrazioni, potrebbe avere un effetto devastante in ambiti così delicati”.

Il parere del Consiglio superiore beni culturali e paesaggistici è destinato a essere pesante e ad avere ripercussioni sull’iter di discussione che il DDL Madia sta avendo in questo giorni alla Camera dei Deputati.

Ricordiamo, infatti, che il Consiglio è organo consultivo del Ministero dei beni culturali a carattere tecnico-scientifico in materia di beni culturali e paesaggistici ed esprime pareri, su richiesta del direttore generale centrale competente che, anche se non vincolanti, hanno un certo rilievo e non possono essere facilmente ignorati.

In una nota Borletti ha aggiunto che “lo strumento del silenzio assenso, seppure con tempi maggiori grazie ad un emendamento del Parlamento (dai 60 ai 90 giorni come prima accennato, ndr), sia uno strumento primitivo e assolutamente inefficace per governare la tutela del patrimonio ambientale e culturale, ambito complesso e riconosciuto e disciplinato dall’articolo 9 della Costituzione Italiana”.

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