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COLPO DI FULMINE - IL MAGO DELLA TRUFFA (USA, 2009) di Glenn Ficarra, John Requa

Da Kelvin
In principio doveva essere I love you Philip Morris. Poi, come da ormai pessima tradizione, i titolisti italiani hanno pensato bene di trasformarlo nel ben più morbido (e stupido) Colpo di fulmine - Il mago della truffa. E non certo per evitare una pubblicità occulta alla multinazionale del tabacco... Philip Morris, infatti, non è altro che uno dei due protagonisti del film: un delinquentello di mezza tacca, timido, ingenuo, sempliciotto e, quel che è peggio, omosessuale (solo per la nostra opinione pubblica, naturalmente!). Sbattuto in carcere, Philip non sopravviverebbe molto alle "attenzioni" degli altri detenuti se non venisse in suo aiuto un certo Steven Joy Russell, ex-poliziotto, ex-impiegato, ex-marito modello e ora straordinario e scriteriato truffatore, che si innamora perdutamente del compagno di cella fino a giurargli amore eterno... Comincia così la storia improbabile (ma vera, a quanto sembra!) di questa"strana coppia" di svitati che evade da un carcere all'altro, combina guai a ripetizione e mette a segno colpi impossibili per "guadagnarsi" da vivere: Steven è un pazzo scatenato, bravo come Houdini nel travestirsi, sfrontato e cialtrone nell'ingannare le ignare vittime, ma debole quando si tratta di sentimenti: per amore di Philip finirà ben quattro volte in prigione, escogitando sempre soluzioni assurde (ma efficaci) per uscire. L'ultima, poi, è talmente clamorosa da lasciare senza fiato lo spettatore... ma non vi dico niente perchè sarebbe un reato svelarvi la sorpresa!!
Colpo di fulmine è un film furbetto e ben costruito, malgrado una sceneggiatura claudicante (spesso non si capisce dove va a parare) e forse troppa carne al fuoco per una pellicola che cerca di mettere insieme tematiche "serie" e importanti (il mondo gay, l'AIDS, il terribile sistema carcerario americano) con una con una comicità caustica e irriverente, decisamente non "per tutti". La furbizia sta (diciamolo una volta per tutte!) nell'aver messo a fuoco soprattutto la relazione omosessuale dei due protagonisti, che ancora è tabù in molti paesi bacchettoni e mentalmente chiusi (non solo il nostro, ma anche i democraticissimi e puritani Stati Uniti) e che scatena una pruriginosa curiosità nel pubblico pagante... credete che se i protagonisti fossero stati etero sessuali si sarebbe parlato così tanto di questo film, da fargli "meritare" addirittura una storpiatura clamorosa del titolo?

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