Ieri pomeriggio il Procuratore facente funzioni ha comunicato la decisione al pm
Pilia
Bocche cucite in Procura sulla mossa del reggente Ganassi
La decisione è di ieri sera ma dovrebbe diventare ufficiale oggi: l’inchiesta bis sul Teatro lirico che vede il sindaco Massimo Zedda sotto accusa per abuso d’ufficio torna nelle mani del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. È quanto stabilito dal procuratore facente funzioni Gilberto Ganassi a distanza di dodici giorni dall’iniziativa presa, il 31 dicembre, dal procuratore capo Mauro Mura, andato in pensione 24 ore dopo aver tolto la delega dell’indagine al pubblico ministero che l’aveva aperta nel febbraio 2015.
Un dietro front inatteso, arrivato dopo l’attenta lettura delle osservazioni con le quali Pilia ha ribattuto all’iniziativa di Mura. Un documento di 14 pagine nelle quali il pm ha respinto l’accusa mossagli dall’allora capo dell’ufficio di non aver ottemperato all’obbligo, derivante da una sua richiesta scritta, di svolgere approfondimenti specifici su quanto segnalato in una memoria depositata nel giugno precedente dall’ex procuratore aggiunto Mario Marchetti, a sua volta accusato di diffamazione nella stessa indagine bis. Si tratta di una presunta ostruzione che il primo cittadino avrebbe messo in atto per ritardare l’insediamento di Mauro Meli. Quest’ultimo nominato sovrintendente dal vecchio cda della Fondazione nel gennaio 2014, aveva firmato il contratto solo nel giugno successivo.
Marchetti, nominato quale componente prima del cda e poi del nuovo consiglio di indirizzo del Teatro lirico da Zedda (allora già sotto accusa per un abuso d’ufficio legato alla nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro), era stato querelato da Meli per le dichiarazioni rese in una conferenza stampa su presunti buchi milionari nelle gestioni passate al Lirico.
Venuto a conoscenza dell’accusa mossa nei suoi confronti, l’ex procuratore aggiunto aveva depositato una memoria nella quale puntava il dito contro le ulteriori 17 ipotesi di abusi d’ufficio contestate da Pilia al sindaco, del quale il pm aveva anche chiesto l’interdizione dalla carica di presidente della Fondazione. Il giudice aveva però respinto la richiesta.
Il contenuto di quel documento aveva spinto Mura a chiedere approfondimenti a Pilia. A fine anno la situazione è precipitata: il 23 dicembre Marchetti ha consegnato al capo della Procura una seconda memoria di 130 pagine nella quale contestava l’operato del suo ex collega, della polizia giudiziaria e del consulente tecnico del pm; il 28 Mura ha chiesto a Pilia gli incartamenti in difesa sua e dei suoi collaboratori; il giorno dopo il pm ha depositato 11 faldoni che, a suo dire, dimostravano la gran quantità di accertamenti svolti; il 31 Mura gli ha comunque tolto la delega; il 7 Pilia ha presentato le sue osservazioni. Ieri la decisione del procuratore facente funzioni: l’indagine torna nelle mani di Pilia. Quale sia il motivo, è ancora da capire.
Andrea Manunza
FONTE: L’Unione Sarda
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