Devo mettervi al corrente di una teoria che potrebbe stravolgere completamente la vostra visione sul corteggiamento umano. In quanto paladina delle cose non dette con facilità, vi riporto a nome di un amico, che farò rimanere anonimo per privacy, e perché così fanno i giornalisti che conducono inchieste importanti, una scienza che ha condotto per anni, a seguito di studi antropologici, su una teoria complicata: come conquistare una donna. Secondo G. siamo degli ortaggi da coltivare. Prima di continuare, ci tendo a dirvi, che G, lo chiameremo così perché è l’iniziale del suo nome, e quella di un PUNTO che inseguono i maschi dai tempi delle caverne, non è un maschilista, e oltre ad avere un quoziente intellettivo superiore alla media, è un attento scrutatore delle femmine tutte: le ammira, le venera e fa di esse il perno attorno al quale ruota tutto il suo universo (insomma, ce ne fossero di più in giro). Quindi passatemi il paragone e non sentitevi offese, è solo una metafora, sapete che io le uso spesso, e quando l’avrete interpretata ne capirete il senso. Allora dicevamo, G. sostiene che le donne sono degli ortaggi, e un bravo contadino deve saper piantare i semi e prendersi cura del suo orto. I frutti vanno coltivati con dedizione e c’è verdura e verdura. Per far crescere ortaggi sani, freschi e saporiti, bisogna imparare ad osservarne la natura, a seguire l’evoluzione delle piante, a conoscere il terreno e le molteplici varietà. Il successo nella coltivazione dell’orto dipende principalmente da – il sole: il calore è quello che fa crescere i sentimenti – l’acqua: le piante orticole hanno bisogno di ninfa per crescere – la terra: è fondamentale concedere molti ettari della propria vita – il fattore umano: che non è solo braccia e fatica, ma soprattutto buon senso. Infine c’è ne uno critico che ne determina il successo: le paturnie femminili, ma per questo, purtroppo, non c’è nulla da fare.
É interessante, non trovate? Ora mi chiedo, una volta affacciati sulla finestra di questa natura complicata e meravigliosa, come la mettiamo con i contadini che seminano più specie contemporaneamente, zappando il proprio orticello e quello altrui, che al bancone del mercato espongono un raccolto vasto? Ma quella è un’altra storia e chiederemo presto un prezioso consiglio al nostro orto cultore di fiducia.
(Grazie G.)