Riportiamo quì di seguito un articolo tratto dal megazina on line Agronotizie e dedicato alla coltivazione integrata degli ortaggi.
"Negli ultimi anni nel settore dell'ortofrutta si è assistito ad una domanda sempre più esigente dal punto di vista della qualità e della sicurezza alimentare, che spinge i produttori a rispettare standard qualitativi sempre più elevati per poter rimanere competitivi sul mercato. Per questo nel mettere a punto una corretta strategia di difesa occorre considerare i vincoli posti dai disciplinari di produzione in termini di residui delle molecole di agrofarmaci sul prodotto. E' importante conoscere come si degrada il principio attivo e la normativa estera fino al 1-9-2008, infatti, in attesa dell'armonizzazione, ogni paese avrà i propri residui massimi ammessi. Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda il rispetto dell'entomofauna utile.
Patogeni fungini della parte aerea
Il controllo dei patogeni della parte aerea risulta agevole se si opera un attento monitoraggio, ottimizzando i costi per la difesa e riducendo le applicazioni di agrofarmaci allo stretto necessario. Nella scelta delle molecole assume sempre più importanza il tempo di sicurezza e la degradabilità reale della molecola. La malattia più diffusa nel periodo estivo è l'oidio (Leveillula taurica e Oidium lycopersicum), per il controllo del quale troviamo, oltre ai classici triazoli, il riscoperto bupirimate e lo zolfo (a volte ingiustamente sottovalutato). Su pomodoro nel periodo invernale-primaverile (Sicilia) o su raccolti tardivi di settembre-ottobre (centro-sud) possiamo trovare cladosporiosi (Cladosporium fulvum) e peronospora (Phytophthora infestans).
Per il controllo della peronospora oggi abbiamo diversi prodotti con ridotto tempo di sicurezza, un esempio sono mancozeb + zoxamide e cyazofamid, oltre a cimoxanyl e famoxadone; per la cladosporiosi ricordiamo il boscalid e il rame (troviamo in commercio anche formulati a base di rame con tre giorni di carenza), efficace per entrambe i patogeni.
Insetti ed acari
Nella coltivazione del peperone riveste una particolare importanza la lotta al tripide (Frankliniella occidentalis), in quanto agente di danno diretto sui frutti e vettore del Tomato spotted wilt virus. La lotta viene effettuata con l'utilizzo dell'antocoride predatore Orius laevigatus, integrato all'occorrenza da trattamenti fogliari a base di spinosad.
Nella coltivazione del peperone come del pomodoro si vanno sempre più diffondendo, nel centro-sud Italia, varietà tolleranti al TSWV.
Particolare importanza, specialmente per il pomodoro, sono gli aleurodidi. Ricordiamo che nelle zone più calde (es. Sicilia) ritroviamo la Bemisia tabaci, vettore del Tomato Yellow Leaf Curl Virus, infatti in questi areali è molto importante avere varietà tolleranti al questo virus; nel centro-sud troviamo invece il Trialeurodes vaporariorum, vettore del Tomato Infectious Chlorosis Virus.
E' importante ricordare la necessità di un attento e continuo monitoraggio, che può essere agevolato dall'utilizzo di trappole cromotropiche."
Tratto da http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/difesa-integrata-del-pomodoro-e-del-peperone-in-coltura-protetta-05395.cfm