Eccolo il buon Italiano: brava persona, inappuntabile, fondamentalmente cuore buono. Va a messa ogni domenica e si confessa almeno due volte l'anno. Manda i figli a catechismo e quando smette i vestiti usati, firmati, li pulisce bene e li regala alla CARITAS. Quanti soldi mette in quella busta per le missioni lo sa solo lui ma scommetto che non sono pochi, ne va della tranquillità della sua coscienza. Si preoccupa per la fame nel mondo, ascolta con attenzione il servizio quotidiano del TG1 sul Papa, quando gli chiedono "cosa desideri per il nuovo anno" risponde puntualmente "la pace nel mondo", quando vota si ricorda che nella cabina elettorale Dio lo guarda.
Può anche non andare in chiesa il buon Italiano, ma rimane sempre una brava persona. Si prodiga per gli altri, fa volontariato, quando va in missione di pace all'estero, tutti dicono quant'è bravo l'Italiano. Il buon Italiano può essere di destra o di sinistra, poco importa perché la bontà ce l'ha insita nell'animo, nel suo dna. E' molto sensibile ai problemi sociali, soffre nel vedere il barbone in strada e gli lascia volentieri quella monetina da un euro. Dissimula l'insofferenza per il lavavetri o per il venditore di fazzoletti di carta di colore davanti al centro commerciale, magari dà anche a lui una monetina da un euro senza prendersi i fazzoletti, "così ti ci prendi un panino". Se si dibatte di questioni sociali si schiera sempre col più debole, caspita, ci mancherebbe. E se è un imprenditore e deve licenziare un operaio lo fa molto a malincuore.
Poi scoppia un casino nel Maghreb e arrivano flottiglie di poveracci a Lampedusa. Beh, ora ci sarebbe da dimostrare quanto è buono l'Italiano. E lui che fa? Si unisce al coro. Mandiamoli a casa. Qui non c'è posto. Tutti su un aereo (il barcone no, sarebbe disumano) e a casa. Lo facciamo per loro, qui non ce n'è neanche per noi, figuriamoci per un algerino con le toppe al sedere. E non importa se poi domenica dovrò confessarmi prima della comunione, non importa se ho votato a sinistra. Non lo faccio mica per cattiveria. Lo faccio perché a casa mia non c'è posto per te, caro migrante o profugo che tu sia. Ti manderò scatoloni di maglioni firmati usati nel deserto ma non pensare di rimanere qui. Ti aiuto da lontano. E sto a posto con la coscienza.
Luca Craia