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Com’è triste Venezia…

Creato il 16 settembre 2010 da Sogniebisogni

Ministro per la Cul-tura
Una pensosa espressione del Ministro Bondi

La crisi economica vi attanaglia ormai le gonadi? Due leghisti inferociti vi attendono per versarvi casseula calda dentro l’esofago? Pensate che il paese tutto stia scivolando verso una folle deriva di rincoglinazificazione? Tranquilli, a tutto c’è rimedio. Il ministero della cultura popolare, detto anche Minculpopò è retto («il retto» mi sembra stasera la giusta associazione di idee) da un uomo serafico e giusto, il ministro Bondi (non è un refuso, Massimo Boldi, pur interpellato per il ruolo, non era disponibile perché faceva da testimonial per una nota marca di carta igienica). Il suddetto ministro si sta battendo («battere» è un’altra giusta associazione di idee) come un leone contro i comunisti che dominano la giuria del festival di Venezia e che osano premiare film stranieri invece di quelli italianissimi finanziati giustamente dal sopradetto ministero. Lo sanno tutti che Tarantino è comunista, basta vedere che nel suo ultimo film ha fatto morire quel grande statista di Hitler. In ogni caso dall’anno prossimo il ministro Boldi penserà lui stesso ad attribuire i premi in veste di giuria definitiva, curatore della mostra e anche unico spettatore (ovviamente non pagante). Siccome può anche darsi che questo governo all’anno prossimo non ci arrivi, il Bondone nazionale (non Giotto, sempre il Bondi di cui prima, toscano anch’esso ma dotato più nell’arte di lecconare che di pennellare) ha già preparato una lista di film vincitori, da lasciare a disposizione nei cessi del Palazzo del Cinema, nel caso che qualche critico colitico volesse compulsarla. Diamone qui lettura in anteprima:

 

Leone d’Oro: Cotto e mezzo. Colossale remake di Otto e mezzo affidato all’abile regia di un amico del cognato di Gasparri. La trama è semplice: un premier cotto e bollito, interpretato da Berlusconi, si aggira per varie località di vacanze insieme a Brunetta (nella parte del mezzo) nel tentativo disperato di comprare parlamentari per far durare il suo governicchio fino alla fine del secondo tempo. Fantastica scena dell’harem con cubiste minorenni e Gheddafi sul cammello. Girotondo finale di nani, ruffiani e ballerine. Giudizio critico: Neroniano!

 

Leone d’Argento: La Grande Abbuffonata. Liberamente ispirato al film di Marco Ferreri, prodotto da Stefania Craxi, diretto da Bobo Craxi, interpretato da Harpo, Groucho e Chico Craxi. Un migliaio di parlamentari si rinchiudono in un parlamento decisi ad ingozzarsi a morte prima della fine della legislatura. Divertentissime scene di spartizione della torta (in faccia) con inseguimento finale da parte dei Carabinieri (una evidente citazione da I Blues Brothers). Giudizio critico: Coprofagico.

 

Premio speciale della giuria: Viale del Tremonti. Diretto dallo stesso Bondi assistito da un pool di leccaculi di famiglia. Una grande diva del passato (Berlusconi nella parte di Norma Desmond) si è ritirata nel suo splendido Palazzo Chigi. Le fa da maggiordomo un inquietante personaggio (Tremonti nella parte di Von Stroheim, l’uomo che amerete odiare) . Il vanesio Gillis (Fini nel ruolo di William Holden) si intrufola nella villa dell’attrice per sedurla, trovandola intenta a fare un funerale per la sua scimmietta (Scajola as himself). Quando Gillis capisce che il rapporto con Norma lo sta soffocando tenta la fuga, ma lei gli spara. Fini ci narra tutta la storia fluttuando morto in una piscina piena di merda, mentre Tremonti annuncia a Silvio che sono arrivati gli operatori dei telegiornali e lui scende dalla scalinata ignaro che se lo porteranno in galera. Giudizio critico: Minestra riscaldata!


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