Un colloquio di lavoro in Messico non si discosta molto da quello di un altro paese occidentale. Non ci sono convenevoli sociali tipo informasi dello stato di salute delle mogli e del bestiame e neppure lunghe cerimonie tipo quella del tè beduino nel deserto.
Dopo una stretta di mano, si va dritti al punto, proprio come in Italia.
Tuttavia, se osserviamo più da vicino la cultura italiana e quella messicana, qualche differenza salta agli occhi.
La prima grande differenza è che in Italia l'iter di assunzione ed inserimento in azienda consta di quattro fasi:
1) Selezione, (curriculum / colloquio);
2) Firma del contratto;
3) Formazione / periodo di prova;
4) Conferma dell'assunzione e inizio dell'esperienza lavorativa vera e propria
In Messico queste quattro fasi si presentano senza logica apparente.
E' possibile che cominciate il periodo di selezione e, allo stesso tempo, quello di formazione, senza la sicurezza di essere poi assunti.
Non è così comune la stipula di un contratto formale tra dipendente e datore di lavoro. A me è capitato di firmare il contratto alla fine dell'esperienza lavorativa o non firmarne affatto. Spesso le auto candidature vengono accolte con grande entusiasmo ma poi si spengono in un nulla di fatto.
A volte, specie nelle imprese piccole, può essere che i datori di lavoro non paghino o paghino molto in ritardo.
Insomma questo paese, così ricco di cose belle, non primeggia per la serietà; gli stessi messicani si lamentano “dell'informalità”, così chiamano la mancanza di etica di responsabilità in campo lavorativo.
Alla luce di ciò ecco qualche consiglio:
- Evitate di inviare Curriculum Vitae per lavori comuni dall'Italia, nessuno vi risponderà. Avrete enormemente più successo se investite il vostro tempo sul posto.
- Postulatevi in diverse imprese contemporaneamente tenendo presente il fatto che alcune, purtroppo, vi stanno facendo perdere tempo proponendovi aria fritta. Se sono “flessibili” ad assumervi anche voi dovete esserlo ad accettare le loro condizioni.
- Festeggiate il nuovo lavoro solo quando avrete ricevuto il primo stipendio.
Come dobbiamo vestirci? Ricordate che, dal punto di vista dell'abbigliamento, il Messico è un paese un po' più formale dell'Italia. Non vedrete mai per le strade, vecchietti in bicicletta in braghette corte e scarpe da ginnastica; la tendenza in Messico (con le dovute eccezioni), è il classico.
Classico non significa eleganza, buon gusto o vestiti di qualità: semplicemente giacca, pantaloni formali, camicia e cravatta.
Vi imbatterete in completi giacca e pantaloni di tela infima, sintetica, che sprigiona scintille. Capi di abbigliamento che stanno malissimo su chiunque, ma sicuramente più socialmente accettati dei jeans e maglietta.
Bandite anche le scarpe da ginnastica.
Le donne sappiano che il viso acqua e sapone, qui considerato sciatto.
Consigli:
- Anche se siete degli alternativi, portatevi dall'Italia l'abito buono e un paio di scarpe formali.
- Le ragazze che non sono abituate a truccarsi, imparino le basi di quest'arte.
E' il vostro momento; andate a parlare di una persona speciale, con tanta voglia di fare, capace, precisa, responsabile: voi stessi. Quel giorno dunque amatevi in una maniera grandiosa e amate alla stessa maniera l'impresa per la quale vi postulate.
Il selezionatore leggerà il vostro Curriculum e vi farà alcune domande su ciò che avete scritto. A seconda del tipo di impresa si può passare subito agli aspetti pratici: cosa c'è da fare e quanto pagano o vagare ancora un po' nell'astratto ponendo domande stile colloquio di lavoro. E' bene conoscere e studiare questa parte. In internet esiste una bibliografia vastissima sull'argomento; cercatela con il vostro amico Google.
La preparazione è un punto chiave per la buona riuscita di un colloquio, ritagliatevi un pomeriggio per rispondere davanti allo specchio a domande quali: “Come si vede lei tra cinque anni e tra dieci?”, “Quali sono i suoi punti di forza e le sue aree di opportunità?” ecc.
A volte il selezionatore vi pone di fronte ad una situazione reale. Attenzione, vuole sentirsi dire come risolvereste il problema, non la soluzione in sé. Ad esempio:
“Se un alunno della nostra scuola di lingue le chiede informazioni sui soggiorni all'estero lei cosa gli risponde?”
Risposta corretta: “Caro alunno, al momento non so risponderle, però oggi stesso chiederò alla segretaria della scuola e domani mattina le darò tutte le informazioni.”
Tutto è molto semplice: non perdetevi in bicchieri d'acqua.
Ricordate che il colloquio di lavoro sarà in spagnolo non in Itagnolo. Se parlerete con qualche incertezza è comprensibile ma, se non riuscite a mettere insieme tre frasi, allora è opportuno dare la priorità allo studio della lingua.
Ricordate di rivolgervi al selezionatore dando del lei (usted) e non del tu; al limite sarà lui a darvi il permesso di usare il tu.
Per quanto riguarda cosa dire e come dirlo, vi rimando alla solita sterminata bibliografia di internet, a grandi linee dovete presentarvi come la persona giusta per il posto capace di risolvere problemi con soluzioni brillanti e dare quindi valore aggiunto all'impresa.
Se siete geni incompresi, fuggiti dall'Italia è un problema solo vostro. Se vi sentite molto giù perché nessuno vi ha dato ancora una possibilità anche se siete disposti a tutto, il selezionatore penserà che di sicuro ci sarà buon un motivo.
Siate positivi.
Ad un certo punto, il selezionatore vi parlerà del lavoro e dello stipendio. Non vi consiglio di fare molte domande riguardanti i vostri diritti lavorativi come ferie pagate, giorni di malattia, ecc. Lo scoprirete con discrezione lungo il cammino.
Se siete appena sbarcati in Messico è meglio accettare anche proposte mediocri ma poi, quando farete parte di una rete professionale, avete il diritto di essere molto più selettivi.
In chiusura di colloquio, domandate sempre qual è il prossimo passo. Se vi danno possibilità di cominciare la formazione, di partecipare ad una riunione, di parlare con qualcuno, fatelo; avrete già messo un piede in azienda.
In bocca al lupo!