Spesso può capitare ad un avvocato di dover rilasciare delle dichiarazioni nei confronti della stampa, specialmente se capita di dover patrocinare questioni giuridiche che appaiano come “casi mediatici”. Non sempre, pero, i legali hanno il piacere di essere intervistati, a meno che non si tratti di argomenti di cui sono padroni e vengano citati come esperti della materia.
Ci sono casi però in cui gli avvocati sono coinvolti in prima persona, sollecitati dalla stampa e dal cliente stesso: basti pensare ai diversi scandali finanziari o ai casi di cronaca dove il processo mediatico prende il sopravvento su quello giudiziario.
Se da un lato si tratta di una realtà consolidata per molti grandi studi, altri rifuggono ancora questa possibilità per il timore di rilasciare dichiarazioni inappropriate o addirittura controproducenti per il buon esito del loro lavoro.
Sull’argomento interviene il noto legale foggiano Eugenio Gargiulo, il quale, alla luce anche dei suoi trascorsi con la stampa nazionale ( vedi il caso eclatante del concorso presso un Ente pubblico comunale nel quale venne definito sovradimensionato rispetto all’incarico da ricoprire), fornisce alcuni suggerimenti ad i suoi colleghi più giovani e meno esperti nei rapporti con la stampa.
Gestire l’informazione è naturalmente un’operazione estremamente delicata ma al fine di stabilire il più possibile una rappresentazione delle vicende vicine alla propria posizione e nello stesso interesse dell’assistito, è spesso molto più opportuno rilasciare un’intervista o un commento piuttosto che pronunciare un “no comment” la cui unica traduzione giornalistica è un’evidente conferma alla tesi proposta e ai “rumors” in circolazione.
Come affrontare, quindi, un’intervista? Prima di tutto bisognerà scegliere il giusto interlocutore al quale rilasciare le dichiarazioni: il profilo del giornale in cui sarà pubblicata l’intervista, il taglio e gli argomenti affrontati, la predisposizione o meno di questi allo “scoop” nonché l’approccio personale del giornalista, sono i primi elementi discriminatori. Gli argomenti su cui si svolgerà l’incontro, non necessariamente le domande specifiche, dovranno essere concordati per quanto possibile.
Leggendo gli articoli già apparsi sulla stampa e ascoltando i giornalisti preventivamente, è possibile prevedere le eventuali domande e i tranelli in cui non cadere. Per ogni probabile domanda va preparata una risposta precisa, sintetica, che non lasci spazio a interpretazioni: anche il silenzio o lo svincolarsi da una domanda scomoda rappresentano una risposta per il vostro interlocutore.
Nessuna domanda deve essere lasciata aperta: se non siete certi di un dato o di un fatto proponetevi di verificarlo in un secondo momento e di metterglielo a disposizione.
Potete anche decidere di fornire in via ufficiosa delle informazioni, se queste sono utili alla difesa della vostra posizione: utilizzate – in questo caso sì – il “no comment” per confermare una tesi proposta o in alternativa date al giornalista lo spunto per realizzare ulteriori verifiche o richieste a questo o a quel personaggio, senza esporvi in prima persona.
Non fate battute di nessun tipo, non rilasciate dichiarazioni di cui potreste pentirvi: parlate solo dei fatti di cui siete certi. Ricordatevi – conclude l’avv. Eugenio Gargiulo – che i giornalisti fanno solo il loro lavoro: rendetevi disponibili e aiutateli offrendogli un’informazione corretta e veritiera!
Foggia, 4 aprile 2014 Avv. Eugenio Gargiulo