L’incapacità di trattenere l’urina di notte, un disturbo noto con il nome di enuresi notturna, è comune tra i bambini. Può essere legato a cause psicologiche, come difficoltà affrontate dal piccolo nella vita quotidiana e, in questo caso, l’incontinenza compare dopo che il bambino ha imparato da tempo a trattenere l’urina e ha smesso di bagnare il letto per almeno sei mesi.
Se, però, un bambino ha oggettive difficoltà a imparare a trattenere la pipì durante la notte, si tratta probabilmente di enuresi primaria, dovuta a cause genetiche e per aiutare il bambino a risolvere i problemi di enuresi notturna potreste provare così:
- Togliere il pannolino e abituare il bambino a fare pipì appena alzato
- Incoraggiare il bambino a non trattenere le urine e abituarlo a fare pipì spesso durante la giornata, anche all’asilo e a scuola, luoghi in cui molti bambini tendono a non farla per disagio o altre difficoltà.
- Avvisare in modo discreto gli insegnanti del problema del bambino, per facilitare l’accesso al bagno durante le ore scolastiche.
- Far bere il bimbo soprattutto durante la mattina e le prime ore del pomeriggio, cosa che riduce la necessità di apporto di liquidi la sera.
- Insegnare una corretta posizione sul wc per rilassare i muscoli del perineo, aiutando quindi lo svuotamento completo.
- Favorire la regolarità intestinale.
- Stimolare il bambino a praticare attività fisica di qualsiasi tipo, anche soltanto giochi ai giardinetti.
Avete esperienza con l’enuresi notturna? Come l’avete risolta?
Immagini:
tantasalute.it
abc.net.au
parents.fr
COMMENTI (2)
Inviato il 28 gennaio a 20:58
carico come inizio , ma crediamo che una volta che il disturbo inizia una buona soluzione per smettere è il nostro metodo , saluti mauro
Inviato il 20 novembre a 07:18
Fare la pipì a letto non è più un problema con la terapia di Urifoon! Dopo 3 mesi il 90% dei bambini non si bagnerà più durante la notte. ‘Enuresi notturna’ è il termine medico per indicare l’incontinenza o la perdita involontaria ed incosciente di urina durante il sonno. E’ considerato un disturbo abbastanza comune, ne soffre circa il 10% dei bambini dall’età di 5 ai 12 anni è circa 1% della popolazione adulta. L'impatto negativo sull'autostima del bambino è forte. Aspettare fino a quando il disturbo si risolve da solo è una chiara sottovalutazione del problema. Anche la famiglia risente dello stress ed il tabù che circonda l’argomento può esercitare forti pressioni psicologiche e insicurezza.