Tre idioti e i piani fallimentari
Sequel del “diversamente” celebrato Come ammazzare il capo…e vivere felici , il film diretto da Sean Anders punta su una struttura narrativa ripetitiva per fidelizzare al massimo il pubblico seduto in sala.
Nick, Kurt e Dale decidono di mettersi in proprio e diventare capi di loro stessi. Nonostante la tremenda presentazione in televisione del brevetto “doccia amico”, ricevono un ordine di 10.000 pezzi da Bert Hanson, un importante imprenditore di vendite online. Tuttavia la commissione è un tiro mancino che li vedrà finire in bancarotta. Per evitarla i tre amici ideano un piano per rapire il figlio di Hanson, Rex, per poi chiedere un cospicuo riscatto.
Vige la confusione in Come ammazzare il capo 2, una pellicola dalle dubbie finalità e dall’altrettanto insufficiente realizzazione. Sicuramente le remore che si porta appresso il film diretto da Anders sono figlie di un successo mancato con la prima pellicola, che inanellava gag a ripetizione e si appoggiava obbligatoriamente sulle figure comiche incarnate da Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis. E Come ammazzare il capo 2 fa lo stesso: regala diversi rimandi alla prima pellicola, fa apparire e scomparire gli orribili capi dell’episodio precedente (con conseguenti marcate caratterizzazioni), ma si rivela un prodotto malamente sviluppato e diversamente divertente. Difatti laddove Come ammazzare il capo…e vivere felici cercava la risata di pancia soprattutto con la sequenza in cui Charlie Day (alias Dale) maldestramente entrava in contatto con un grosso quantitativo di cocaina e combinava guai a ripetizione, in Come ammazzare il capo 2 l’espediente comico diviene un gas esilarante. E come se non bastasse arriva nuovamente in aiuto al trio comico Motherfucker Jones, il “delinquente” incapace di contrattare, se non al ribasso.
Legato a doppio filo con il precedente episodio, il film diretto da Anders prende in prestito la formula della ridondante fidelizzazione dal seriale Una notte da leoni, limitandosi a sostituire la follia pura di Zack Galifianakis con quella molto più leggera e inconcludente di Charlie Day.
Al netto dei difetti si può affermare che Come ammazzare il capo 2 è il classico sequel che non serviva, che non aveva ragione di esistere e che mette in fila macchiette confusionarie, stereotipi del delinquente fai da te e maldestro, che faticano a strappare un sorriso. Un film che allunga i tempi comici e che non sfrutta a dovere le brevilinee capacità farsesche degli attori. Ed è proprio a causa dell’eccessiva ripetizione di situazioni comiche perennemente uguali, che, purtroppo, alla lunga, Come ammazzare il capo 2 annoia e non convince.
Uscita al cinema: 8 gennaio 2015
Voto: *1/2