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come ammazzare il capo e vivere felici

Creato il 01 settembre 2011 da Albertogallo

HORRIBLE BOSSES (Usa 2011)

locandina come ammazzare il capo e vivere felici

Lo ammetto, mi ha fatto molto ridere. Ci sono delle gag sfiziose, un’equilibrata spartizione di tratti caratteriali nei personaggi, un cameo piuttosto surreale e riesce a essere leggero senza ricorrere a spunti semiseri sui “problemi della vita di tutti giorni” come scorciatoia per risultare ironico oltre che demenziale. Sì, lo confermo: Una notte da leoni mi ha fatto davvero ridere.
Discorso ben diverso per questo suo clone, Come ammazzare il capo e vivere felici.

“Maccheccazz…” #1. Cominciamo da un grande classico: la traduzione del titolo. L’originale è Horrible bosses. È perfetto, certo non geniale, ma onesto. In italiano più che mal reso è fuorviante, sbagliato, al punto che ho il forte sospetto che i deputati all’adattamento non abbiano manco visto il film. Non siamo di fronte a Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, che sbriciola il gioco retorico di You will meet a tall dark stranger, bensì al più becero livello di “BIRRA GRATIS! Adesso che ho attirato la vostra attenzione, vendo Uno Sting 200.000 km, 600€ trattabili. Telefonare ore pasti. No perditempo”.
Spoiler (saltino le prossime due righe quelli che “No, no, non dirmi nulla”): i capi non vengono uccisi. O meglio, due dei tre capi non vengono uccisi. Vabbè, qui non è colpa del film, e sarebbe disonesto giudicarlo in base a questo.

“Maccheccazz…” #2. La sceneggiatura. Semplicemente non esiste. Sarebbe altrettanto disonesto invocare a paragone un Woody Allen o un Wes Anderson. Sarebbe come comprare un disco di Vasco e lamentarsi perché i testi fanno pena, gli arrangiamenti sono prevedibili e l’esecuzione pessima perché i turnisti sono dei tamarri. Anzi, siccome vorrei mantenere qualche amico: sarebbe come comprare l’ultimo disco di Vasco e lamentarsi perché i testi fanno pena etc… Insomma, lo sai che non stai andando a vedere un capolavoro, quindi zitto e mosca.
Tre vecchi amici dai tempi del liceo sono quotidianamente vessati dai rispettivi capi, un boss paramilanese iperstronzo e sfruttatore, un tossico incompetente e una super gnocca ninfomane (qui la vessazione richiede qualche sforzo in più per esser percepita). Una sera, dopo due birre al pub, i tre decidono di ribellarsi e ucciderli.
Tuttavia non si è adoperato neanche lo sforzo di sviluppare tre percorsi diversi di sovversione, perché (spoiler di prima) i due capi che non vengono uccisi vengono gabbati pressoché allo stesso modo. That’s all, folks.

“Maccheccazz…” #3. Le gag. Un paio, va detto, fanno ridere. Ma nell’economia di 98 minuti di sole gag è un po’ poco. Il problema è la prevedibilità. Anche qui non si pretende un Woody Allen che taglia la vetrina di una gioielleria per rubare il vetro anziché i gioielli, ma già solo il personaggio di Robert Downey Jr. in Tropic thunder e la sua teoria sui ritardati non totalmente ritardati nei film vale più di tutte le gag proposte da Horrible bosses. Qui si viaggia su ben altri standard: i nostri si introducono nella casa del capo tossico incompetente e trovano una scatola aperta piena di cocaina. Cosa succederà mai? So che state impazzendo dalla voglia di saperlo. Ancora: i nostri, tre layman bianchi, si avventurano in un bar di afroamericani per cercare un sicario. Cosa succederà mai? Ok, la smetto di torturarvi insinuandovi morbose curiosità.

“Maccheccazz…” #4. Il cast. Di tutto rispetto. Kevin Spacey (il paramilanese iper stronzo), Colin Farrell (il tossico incompetente), Jennifer Aniston (la gnocca ninfomane), due poco-più-di-un-cameo di Donald Sutherland e Jamie Foxx. Cosa vogliamo di più?
A ben vedere, però, più che un cast di Globe Trotter è un Derby del Cuore, un insieme di vecchie glorie, meteore, idoli dell’adolescenza e guest star cimentatesi per hobby: l’ultimo capolavoro di Kevin Spacey è datato 1999 (American beauty) – ok, presta la voce al robottino in Moon (2009), ma non vale. Donald Sutherland ormai vive di cameo – tra cui gli ottimi Lord of war (2005) e Reign over me (2007), in cui non ricordo la sua presenza ma IMDb me l’assicura. Jennifer Aniston registra il passaggio da gnocca da primi amori che noi maschietti si ricorda con affetto (Friends) a milf. Jamie Foxx (Ogni maledetta domenica, Ray, Collateral) è stato una – comunque ottima – meteora. Infine Colin Farrell, che macina tanti film all’anno quanti caffè io bevo al giorno, reinterpreta, reso imbolsito e con riporto, il ruolo di Tom Cruise in Tropic thunder, ma senza neanche avvicinarvisi. Sui tre protagonisti – Jason Bateman (Juno, Hancock), Charlie Day (sitcom di second’ordine e Bad company) e Jason Sudeikis (The Rocker – Il batterista nudo) c’è ben poco da dire.

Cosa mi rimane di una sera passata a vedere l’ultimo film di Seth Gordon (e qui un pensiero vola al compianto Maurizio Mosca e al suo “Chiii?”):
a) l’ottima compagnia;
b) la certezza che MyMovies va inserito nella black list dei siti di cinema;
c) l’odio verso il multisala del Lingotto a Torino che, anche di mercoledì, fa pagare il biglietto a prezzo pieno.

Umberto Musone



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