Vivo in una zona un po’ infelice di Torino, dalla quale al più presto (aka quando troverò un lavoro sicuro) scapperò. Non solo perchè manca di negozi/locali/atmosfera felice, ma anche per colpa loro: i vicini.
Ho conosciuto la donna che abita al piano sotto di me casualmente, mentre facevo la spesa. Mi fissava da lontano, io ricambiavo con sospetto (stavo per aprire la bocca simulando un ”che ca**o hai da guardare?”), fino a quando non ha preso coraggio e, un po’ alla volta, mi si è avvicinata.
Vicina: ”Ciao, io sono quella che abita sotto di voi”
Io: ”Ah, piacere, Elisabeth!” (Pensando che ero stata cattiva a pensar male di una donna così gentile che viene a presentarsi)
Vicina (in evidente imbarazzo): ”Ehm, ecco, volevo dirvi che l’altro giorno ho steso il bucato e ho dovuto rilavarlo perchè, non so, il vostro cane penso abbia fatto i bisogni sul balcone”
Io (sapendo che il mio cane è adulto e non incontinente): ”Ah, guardi signora, mi sembra improbabile, sa, il mio cane è in grado di tenersi la pipì qualche ora…”
Vicina (scaldando la voce): ”Eh non credo, insomma, avevano un odore strano, color giallino..”
Io (quasi coi conati di vomito per la descrizione): ”Signora, qualsiasi cosa le sia caduta sul bucato mi scuso”
E finisce lì. Fino a quando suo marito, uno di quelli che andrebbero bene per un film dove lui è alcolista e violento, non decide di ‘presentarsi’ a modo suo. Una classica mattina d’autunno, il mio ragazzo esce col cane per la passeggiata. Escono dal portone, il cane, Iago, fa due gocce sul marciapiede.
Vicino (che stava accompagnando il figlio a scuola): ”Oh, ma che cazzo fai, stronzo”
Beppe, non pensando che si stesse rivolgendo a lui, prosegue per la sua strada.
Vicino: ”Oh, sto parlando con te, stronzo!”
Beppe (che già di suo è cattivo e calabrese, cerca di rispondere con più tranquillità possibile, ma io immagino la sua faccia rossa e gonfia): ”Scusa, ce l’hai con me?”
Vicino: ”Ma ti pare che devi farlo pisciare proprio lì? Ma tiratelo più in là, cazzo”
Beppe (da buon vigile urbano): ”Questo è suolo pubblico, non mi sembra ti abbia pisciato in casa, comunque porta tuo figlio a scuola, io ti aspetto così ne riparliamo”
Il vicino porta il figlio e non si fa più vedere. Forse aveva capito di aver un tantino esagerato.
Un giorno di agosto, 30 gradi la minima, vado a portare Iago a spasso. Prendo l’ascensore. Si blocca tra il primo e il piano terra.
Prima di andare nel panico, provo a chiamare il numero d’emergenza, dal quale mi risponde un signore anziano dicendomi che: ”questo non è più il numero delle emergenze” e io che gli sbraito: ”e io cosa devo fare secondo lei, morire asfissiata qui???”
Panico. Nessuno mi risponde. Iago inizia a piangere. Io sudo come una maratoneta. Finalmente dopo 10 minuti qualcuno bussa al vetro. Quasi non lo vedo perchè la porta è a metà altezza. Poi lo riconosco: è lui, il vicino. Quello cattivo con la faccia da alcolista.
Mi spiega come fare per aprire la porta dall’interno e finalmente mi butto fuori, tirando giù anche Iago.
Beh, grazie vicino. Fantastico, sembrava un film. Lo rifacciamo?
Beh, i miei vicini si sono salvati perchè mi hanno salvato la vita. Ma se i vostri entro qualche mese non ripagano della stessa moneta, ecco qualche consiglio per fargli qualche dispetto passando da insospettati.
- Se non avete un cane, ma quelli che abitano sopra di voi sì, tirate una secchiata di Estathè sul loro bucato. Ha quel lieve sentore di pipì di gatto che è perfetto.
- Sul loro zerbino applicate una pennellata di colla trasparente, magari quella spray. Si divertiranno un mondo a pulirsi le suole.
- Scrivete una lettera d’amore per uno dei due, firmandovi come l’amante.
Divertitevi. Buahaha.
Beth