Gli aspetti burocratici sono simili a quelli che si devono intraprendere per chi vuole aprire una qualsiasi attività: fare la comunicazione alla Camera di Commercio, aprire un conto corrente dell’impresa, chiedere e ottenere i permessi per l’apertura di un panificio, presso l’Asl di competenza e presso il Comune e la Regione, ottenere i permessi dei Vigili del Fuoco, poi registrare la posizione Inail e Inps e registrare il personale, aver seguito un corso HACCP.
Per gli aspetti pratici, bisogna trovare i locale giusto. Si può procedere in due modi: rilevare un’attività già esistente e trasformarla in qualcosa di diverso, oppure partire da zero e cercare un locale abbastanza grande da contenere i macchinari per la produzione di pane e prodotti da forno, i locali per il personale, un ufficio e naturalmente il negozio vero e proprio, oltre che i servizi igienici. Ovviamente, meglio aprire in un punto dove non ci siano già attività simili, o peggio centri commerciali, mentre se in un area commerciale ci sono già dei piccoli negozi di vendita al dettaglio, ci si può inserire molto bene.
Il consiglio però è di offrire ancora di più: oggigiorno vanno di moda i bar-panifici, dove si producono pani e prodotti da forno, ma anche prodotti di pasticceria. I clienti possono sedersi a bere caffè, tè o altro, proprio come al bar, gustando le varie specialità. Altra idea sarebbe quella del panificio-pastificio, cioè produrre pane e pasta freschi. Indispensabile è la figura del panettiere, che dev’essere qualificato. Se il titolare desidera diventarlo, basta frequentare degli appositi corsi professionali, per imparare ad usare farine diverse (tipo kamut) e anche perché i forni professionali non sono come quello di casa: basta una dimenticanza per provocare gravi danni alle cose e al prossimo.
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