Ho intercettato una lettera della nostra vecchia conoscenza Msg Bernard La Poisse, vescovo haitiano, al papa Francesco I . Eccola qui.
CARISSIMO Padre e fratello in Cristo, questa è la prima lettera che il Suo umile servo Bernard La Poisse, vescovo sulla bella e sfortunata isola di Haiti, si permette di scriverLe dopo la Sua elezione a Pontefice della Santa Romana Chiesa. Sapendo quanto tempo richieda il governo delle nostre pecorelle, non Le scriverei per una questione cosi’ banale, ma provo l’irresistibile bisogno di esprimerLe la mia ammirazione per come fa credere non soltanto ai laicisti ma anche alle nostre pecorelle desiderose di una rivoluzione copernicana che la Santa Romana Chiesa sta cambiando, che si sta modernizzando, che si sta adeguando ai tempi. Io e Lei, carissimo Padre, sappiamo che non intendiamo cambiare nemmeno una virgola dell’apparato che da secoli ci permette di dominare buona parte del mondo pur senza le divisioni di cui parlava Stalin ma solamente con un reggimento di guardie svizzere in uniforme del XVI secolo. Se mi concede un’espressione presa dal gioco del calcio, «squadra che vince non si cambia».
IN PARTICOLARE mi permetta di complimentarLa per la furbizia con la quale protegge l’iniziazione dei bimbi ai Santi Misteri della Carne da parte di noi umili servi di Cristo. Sapesse come ho riso quando ho letto sul giornale la Sua promessa che la Chiesa avrebbe perseguito senza pietà gli educatori che gli iniqui laicisti chiamano «pedofili», con i relativi commenti entusiasti da parte dei fedeli e dei media. Si’, rivelare che nell’ultimo anno la Chiesa ha radiato 400 sacerdoti colpevoli della cosiddetta «pedofilia» è stato un colpo da maestro, un osso gettato a un branco di cani rabbiosi per allentare la tensione su questo tema che da qualche tempo è diventata francamente irritante. Come si permettono le lobby omosessuali e abortiste dell’ONU d’interferire nei nostri affari interni, accusandoci non soltanto di proteggere i preti cosiddetti «pedofili», ma anche di «violazione dei diritti del bambino» perché «discriminiamo i bambini in base alla loro condizione familiare» e addirittura di tortura perché in Irlanda delle buone suore cattoliche costringono le prostitute e le drogate a lavare i panni per espiare i loro peccati. Come negli scacchi, ogni tanto si deve sacrificare qualche pezzo per ottenere la vittoria finale. Ma conosciamo bene la Sua posizione sul tema in questione, mirabilmente espressa nella Sua «correzione» del Codice Penale Vaticano nella quale riprende praticamente alla lettera la norma introdotta da dal Papa Benedetto XVI per proteggere i nostri santi educatori di bimbi: «Nello svolgere questi processi si deve avere maggior cura e attenzione che si svolgano con la massima riservatezza e, una volta giunti a sentenza e poste in esecuzione le decisioni del Sant’Uffizio, su di essi si mantenga perpetuo riserbo. Perciò tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto. » Certamente, secreta continere. Lo spione che osa denunciare i nostri educatori alla giustizia laicista va come minimo scomunicato, come suggeriva l’allora prefetto del Sant’Uffizio Joseph Ratzinger nel documento Crimen Sollicitationis.
MI PERMETTA, Santo Padre, di raccomandarLe la massima prudenza. Dopo l’osso da Lei gettato al branco di cani rabbiosi, gli empi laicisti delle «Iene» (nomen omen) hanno scoperto un educatore che, invece di essere denunciato alla magistratura laicista, era stato trasferito in altra sede affinché potesse continuare indisturbato la sua opera educativa. Le raccomando soprattutto di fare in modo che la Sua ratifica delle norme protettive degli educatori di bimbi non sia scoperta da Dragor, il blogger che nel 2007, primo in Italia, ha reso pubblica Crimen Sollicitationis provocando tutti i problemi che ben conosce. E ovviamente questa lettera deve restare top secret. S’immagina quali danni potrebbe fare Dragor, se dovesse intercettarla?
A PROPOSITO, casomai la cosa potesse interessarLe, ho un delizioso cherubino di sei anni la cui famiglia è perita nell’epidemia di colera inviata da Dio nella Sua infinita bontà per punire Haiti dei suoi peccati. E’ già parzialmente educato, ma abbisogna della paterna opera di un tutore per completare la sua educazione. Come diceva Nostro Signore Gesù Cristo, «lasciate che i bambini vengano a noi».
Suo umile servo e fratello in Cristo
Msg Bernard La Poisse
tradotto dal francese da
Dragor