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Come capire se un bambino è pronto per andare a scuola

Da Caffenero

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Sarà pronto per andare a scuola? Pur avendo già presentato l’iscrizione alla primaria chiedersi se il proprio figlio è pronto per la scuola significa fare un bilancio del suo livello di autonomia e preparazione, stabilendo degli obiettivi su cui lavorare nei prossimi mesi.   Lunghe ore seduti, attenzione alla maestra, autonomia nella gestione delle proprie cose, sarà pronto? Sono soprattutto i bambini nati alla fine dell’anno che potrebbero destare qualche incertezza nei genitori, oltre a quelli di gennaio e febbraio che potrebbero anticipare l’arrivo sui banchi.  Come possiamoprepararare un bambino ad andare a scuola?
Servirebbe la solita sfera di cristallo per sapere in anticipo come sarà formata la classe, quali maestre incontrerà, se farà salti di crescita durante i prossimi mesi, ma non avendone ancora trovata una, mi limito a chiedere consiglio alle mamme che conosco, alle maestre e alla pediatra. Ho scritto “mi limito” ma in realtà non è stata una passeggiata. Vediamo se avete qualche consiglio da aggiungere alla lista.
L’opinione delle mamme è controversa e troppo personale per farne una media: c’è chi ha trovato difficoltà e le ha superate, chi ne è appena venuta al corrente e le sta affrontando adesso e chi avendo altri figli più grandi le mette al pari delle difficoltà che incontra ogni bambino. I bambini nel centro del mirino sono quelli nati a fine anno, o inizio dell’anno successivo. Molto spesso anche i bambini nati in primavera o in estate accusano le stesse difficoltà, ma forse per loro i genitori non si sono posti il dubbio se iscriverli oppure rimandare perché sarebbero comunque arrivati sui bambini di scuola a sei anni compiuti.
L’opinione delle maestre della scuola materna è sempre molto importante e in tanti casi decisiva. Loro hanno chiaro in mente il processo evolutivo che ha vissuto il bambino nel corso dei tre anni e conoscono bene quali sono i livelli a cui deve arrivare, presto o tardi. Il dubbio qual è allora? Che il bambino non faccia quel percorso di crescita previsto nei mesi successivi, che i difetti di pronuncia non svaniscano influenzando così anche la scrittura, che non abbia esaurito la sua voglia di gioco per mettersi a studiare seduto al banco tutto il giorno? In questo caso possiamo rivolgerci al pediatra e sfatare ogni dubbio iniziando un percorso di valutazione per analizzare se esistono segnali di una futura dislessia. Facendo la richiesta adesso possiamo sperare di essere eventualmente già inseriti nel percorso di consulenza all’inizio della scuola.
Se volessimo trovare subito qualche parametro su cui impostare la nostra valutazione cosa dovremmo considerare? Secondo una psicologa che lavora nella scuola materna di mio figlio possiamo valutare la proprietà di linguaggio prestando attenzione ai vocaboli che il bambino usa, alla capacità di spiegare un concetto (il classico “non mi viene la parola ma lo spiego a modo mio”) e i modi dei verbi usati. Con mia grande sorpresa il modo meno usato dai bambini non è il congiuntivo ma il condizionale.
Un altro aspetto da considerare, o a cui mirare nei mesi successivi, è la motricità: è in grado di fare le scale da solo? Sa allacciarsi le scarpe o la cerniera della felpa? Sa tagliare la carne nel piatto?
In alcuni articoli sulla pedagogia steineriana si legge che la scuola secondo Steiner dovrebbe iniziare nel momento in cui il bambino inizia a perdere i denti, periodo fissato intorno ai sette anni.
Mentre cercavo in rete qualche informazione, ho trovato la notizia di uno studio americano eseguito su bambini che hanno iniziato la scuola a 5 anni e ne risulta che hanno avuto delle difficoltà a inizio percorso che durano anche fin verso la fine della primaria per trovarsi invece in una situazione totalmente ribaltata alla medie. Se da un lato ero contenta di iscrivere il mio piccolo dicembrino in attesa di un miglioramento alle medie, dall’altra hanno iniziato a tremarmi le gambe all’idea del fratello nato in estate.
Quale parametro ho dimenticato? Forse il più importante: la motivazione. Se vuole andare a scuola e ne ha l’età, mi sembra proprio difficile convincerlo a rimandare di un anno. Male che vada, faremo un altro po’ di homeschooling.


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