di Simone Provenzano
L’insoddisfazione non è un problema psicologico di per sé, ma piuttosto una condizione umana abbastanza comune. La possiamo però trovare avvinghiata a chiunque manifesti una normale necessità di carattere psicologico.
Nelle mille vite che vivo grazie ai miei pazienti, spesso mi trovo a confrontarmi con l’insoddisfazione.
Spesso mi portano in terapia il fatto di aver provato per molto tempo a svincolarsi dai propri problemi, lottando con tutte le loro forze per ottenere una serenità che ormai sentono perduta.
Ne parlano come se si trattasse di una guerra. Battaglie che si susseguono senza un esito definitivo.
Forze che si contrappongono e che non permettono una conclusione. Uno scontro che si prolunga per troppo tempo logora anche il vincitore. Finisce che pur avendo ottenuto ciò che desideriamo, non abbiamo più le forze per godercelo.
È un dramma che si autoalimenta. Ci adattiamo così bene alle battaglie che non sapremmo più che fare senza un nemico da combattere. Il nemico, la guerra, ci forniscono uno scopo, un fine.
E ci ritroviamo ad insistere.
Continuiamo a tentare di usare le stesse soluzioni, le stesse tattiche con qualsiasi problema ci si pari davanti.
L’insistenza non è utile.
Può succedere allora che molti di noi si trovino arresi. Si sentono sconfitti. Sono quelli che arrivano nel mio studio dicendomi che ormai le hanno provate tutte e un cambiamento è impossibile. Che se la loro vita è cosi da tanti anni come potrebbe cambiare proprio ora?
Non è rassegnazione. Altrimenti non busserebbero alla porta del mio studio!
È solo che spesso non riusciamo a vedere la differenza tra passato e presente.
Il fatto di non essere riusciti ad ottenere una determinata cosa in passato non significa che oggi avremo la stessa sorte.
Le battaglie precedenti ci hanno insegnato molto, le nostre esperienze sono cresciute di pari passo con i nostri errori.
Forse adesso siamo pronti.
Forse adesso abbiamo quel bagaglio di esperienze, conoscenze e abilità che fino a ieri non possedevamo.
Forse questo è il momento giusto.
Forse ci sono guerre che si protraggono troppo a lungo e dalla quali possiamo prenderci una tregua. Attendere un momento a noi favorevole, prepararsi e organizzarsi al meglio.
Cambiare modo di affrontare il problema, guardarsi indietro e vedere quanta strada abbiamo fatto. Riconoscerci la bravura di essere riusciti a superare tante difficoltà e con esse riconoscerci cresciuti, maturati, evoluti.
Pronti a qualcosa di nuovo.
Radicalmente nuovo.
Nessun rimpianto passato, nessuna illusione futura.
Solo un normalissimo, felice, presente.
Tutto ciò è possibile. Ed è una delle cose che mi desta più goduriosa meraviglia il momento in cui leggo, negli occhi di chi siede in poltrona davanti a me, quello sguardo che dice tutto.
Quello sguardo che senza parole afferma che il momento era giusto.
Che tutto è diverso pur essendo sempre uguale.
P.S.
Mi permetto di riportare una Sentenza dal I CHING.
61. CHUNG FU-LA VERITÀ INTERIORE
Sentenza:
VERITÀ INTERIORE. PORCI E PESCI. SALUTE!
PROPIZIO È ATTRAVERSARE LA GRANDE ACQUA.
PROPIZIA È PERSEVERANZA.
Dedicato a E. che ha portato i fiori rosa della primavera allo studio.
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