I sogni: chi non ne ha mai avuti.
I sogni sono un bisogno fisiologico di ciascuno di noi. Sono insiti in noi nel momento stesso in cui usciamo dalla pancia della nostra mamma e il cordone ombelicale viene tagliato.
Si comincia a sognare ancora prima di sapere che si sta sognando, ancora prima di capire esattamente cosa sia l’attività onirica.
Si ha paura dei sogni. quante volte si dice se lo hai sognato non si avvera, oppure il sogno va sempre al contrario. Forse per scaramanzia. Forse perchè si teme cosa si può poi avere. Chissà. La mente umana è strana.
Io per esempio ho un sogno ricorrente: una famiglia tutta mia. Corone Natalizie appese all’ingresso di una porta solida, zucche d’autunno, matite ben temperate ogni settembre. Arrosti nel forno e camini accesi a Natale, con arance piene di chiodi di garofano a fare da centro tavola. Un secchiello di Louis Vuitton e capelli ondulati sempre quasi perfetti, a contorno. Armonia. L’amore per sempre. L’unione che fa la forza. Il mio regno per questo.
Poi si cresce: forse alcuni sogni sono destinati a rimanere tali, forse la Vita ha troppa fame del famoso effetto sorpresa per far si che quello che esattamente si desidera, si compia come lo avevamo sempre immaginato – ops, sognato.
Qualche dettaglio cambia, l’ordine si inverte e nonostante si è ancora ancorati a quelle certezze, sembra che il sogno non debba più compiersi – sarà che Louis Vuitton non produce più secchielli vintage così glam o che i miei capelli sono lungi dal rimanere in onda perfetta.
Sarà.
Tuttavia abbiamo una possibilità, che si chiama “libero arbitrio” e si compie nella scelta, perché chissà chi, tanto tempo fa, ci ha dotati del libero arbitrio: rendere quello che viviamo più adiacente all’ idea di noi, all’idea di vita che abbiamo auspicato, sognato, e che tutt’ora bramiamo.
Che sia una famiglia, una surf house, il giro del mondo in 80 giorni, sei mesi sabbatici o semplicemente l’orto in città, on una casa nelle LAnghe, dispersa nella nebbia ma fatta esattamente come piace a noi.
Dobbiamo renderci duttili:quello che può sembrare il realizzarsi di ogni aspettativa, molte volte, proprio l sua non realizzazione fa si che noi possiamo avvicinarci il più possibile alla felicità.
Ma ripeto: bisogna essere duttili. Saperci adattare, pronte ad adattarci.
Per esempio e grazie a Dio, il mio cuore è stato spezzato, frantumato e la mia dignità calpestata: ed è stata una benedizione che mi ha portata dritta tra le braccia di una persona onesta che mi ha insegnato a vivere la vita come viene, sorridendo e senza fare troppi programmi, facendomi capire cos’è effettivamente l’Amore, quello con la A maiuscola, quello che tutto eprdona, perchè nonostante le discussioni, nonostante tutto, ci si può amare a 360°, inclusi difetti, e zone d’ombra.
E ancora…Dopo dieci giorni fui licenziata da un’importante agenzia di PR. per poi essere subito chiamata da il rand per eccellenza, dove accade e nasce la moda, ancora prima che sia moda. E non sarebbe mai successo se prima non si fosse chiusa quella porta.
Per una filosofia spiccia, io ho un credo al quale cerco di attenermi sempre, ricordandolo come un mantra: comunque andrà, comunque sarà: ci saranno sempre luci gialle della sera e profumi di cibo che sta cuocendo, sul pianerottolo di casa. Ci saranno sempre abbracci, marmellate in autunno e zucche da stufare, ricordandosi di saltare in padella i semi.Ci saranno cene romantiche, estati al mare, lume di candela e anche porte sbattute, litigate violente e parolone che volano senza nemmeno tanta cognizione di causa. Ci saranno viaggi, esperienze e sorrisi che attendono di essere compiuti.
Alla faccia di qualsiasi programmazione stupida e superficiale, perché la Vita sa regalarti sfumature di cui mai avresti nemmeno pensato l’esistenza.
Basta saperle cogliere queste sfumature, queste tonalità. Basta saper agire. Basta smettere di procrastinare una presunta felicità in nome di sogni antichi, al domani. Basta capire quando enough is enough ed essere abbastanza coraggiose da scappare a gambe levate verso ciò che ci rende infelici, stanche o cupe. Qualunque cosa sia: che sia un famigliare, un amante, un lavoro, un amico. Dobbiamo avere il coraggio delle nostre azioni, laddove corrispondono al nostro pensiero. Non posso permettermi di lamentarmi, se sono la prima che non fa nulla per cambiare lo stato delle cose. Certe situazioni, così come certe persone, per quanto ci possano amare, sono tossiche per noi, per la nostra anima, per la nostra felicità. E quindi: aria e ossigeno. Ci vuole coraggio per essere felici. MA la posta in gioco è alta. E non possiamo permetterci di rimandare oltre.
Hinc et Nunc.
Già il scegliere è un atto di coraggio. Già il scegliere mette in circolazione energie positive, e porta cambiamento, crescita e ciò che di meglio rende favolosa la vita.
Forse la porta solida non l’avrò, ma ci sarà sempre una porta, dove poter appendere la corona natalizia, e una casa, da decorare con mille lucine e addobbi natalizi. Magari un antifurto basterà a proteggerci contro lo scassinamento, e poi, alla fine, quello che più importa è ciò che abbiamo denoto il cuore, alla faccia della retorica spiccia da Piccolo Principe. Forse il secchiello di Vuitton vintage non lo troverò, ma credo che persino le borse di stoffa – quelle tipo da spesa che vendono anche nei supermercati – siano abbastanza cool - o quanto meno: utili alla funzione intrinseca di borsa. I miei capelli non saranno mai in forma , ma posso trovare un piccolo parrucchiere gestito da due sorelle fantastiche che me li mette in piega due volte alla settimana per un prezzo anti crisi.
E ci sarà sempre il mio sogno di costruire quella famiglia che mi manca da quando ho dieci anni. E spero che avrò, me lo auguro con tutto il cuore di averla, namastè e tutto quanto. Magari non ci sarà l’abito bianco lungo da principessa, magari non ci saranno nemmeno le lacrime di mamma e amiche mentre percorro la navata vestita come una meringa. Magari invece si. Ma anche se non sarà così, sono certa che ci deve essere qualcosa di altrettanto meraviglioso ad attenderci. Magari arriverò anche io lì, circondata dai miei bambini, davanti a un fuoco che scoppietta, mentre mio marito mi massaggia i piedi, in una domenica di pioggia, e dalla cucina profumi di risotto e funghi. Magari. Ma magari la Vita mi regalerà tutto questo, ma in un altro formato.
Gli scenari possibili che ci si dispiegano sono innumerevoli e variabili, in continua mutazione. Ciò che non credevamo possibile potesse accadere, invece passa un anno, sei mesi o persino tre giorni, e voilà, accade.
E intanto io di cosa ho voglia? Ho voglia di tavolino di legno, di dispiegare lo sguardi verso colori che mutano: rosso giallo verde e ciò che di meglio l’autunno ci regala.
Ho voglia di cene intime, di candele profumate, di maglioni pesanti, e di plaid sul divano. Ho voglia di esperienze, di gentilezza e di vento, di mele in mezzo a un tavolo di legno vecchio, consumato dal tempo, eppure sempre così bello.
Questo weekend siamo andati in Franciacorta e my boyfriend shot me down: abbiamo corso per le vigne a piedi nudi, cercando di non ridere troppo mentre giocavo a fare la principessa in abiti meravigliosi. Abbiamo mangiato divinamente e abbiamo bevuto vini il cui profumo sempre ci ricorderemo. Abbiamo dormito in una stanza super giga dove ci siamo impigriti davanti a uno schermo da tre miliardi di pollici, mangiando bignè pieni di crema e margherite di pastafrolla imbevute nel rum.
Qui un po’ di indirizzi:
- una visita per pranzo al ristorante dello chef stellato Vittorio Fusari dove quasi tutto è presidio slowfood : http://www.dispensafranciacorta.com/
- Tappa a Rovato, verso piazza Cavour: lasciate l’auto e scendete in via Ricchino, ci sono un paio di indirizzi interessanti: Dafne shoes (Repetto, Stella, Jacobs…) e Boudoir (profumi di nicchia e bijou).
- Iseo: il centro storico, in particolare piazza Garibaldi con le abitazioni in stile veneziano e i porticati, è suggestivo; grazioso il lungolago dove prendere un flute di Franciacorta tra i turisti nordici. Dal molo potete prendere il traghetto per Monte Isola, pittoresca isola lacustre dove è vietata la circolazione delle auto. Noi qui abbiamo mangiato al Ristorante Vittoria.
- Tornando da Iseo, tappa obbligata al monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d’Iseo. C’è una vista incantevole sulla riserva naturale delle Torbiere (paradiso dei bird watchers). Per l’aperitivo, fermatevi in via Stazione Vecchia 50, sempre a Provaglio, al bar Andata e Ritorno: dalla terrazza, il tramonto sulle torbiere è da non perdere.
- La pasticceria dove ci siamo deliziati: Roberto, via Provinciale 38 a Erbusco. Le mignon sono pazzesche.
- Cena alla Cantina del Relais Franciacorta. In una vera e propria cantina, pochi coperti, un giradischi antico. Ho bevuto uno dei vini migliori mai provati: un Cavalleri brut che profumava di vaniglia.
- in hotel al Relaisfranciacorta, via Manzoni 29 a Colombaro di Corte Franca. Chiedete la stanza 125, millemiglia.
Da questa settimana c’è il Festival della Franciacorta. Qui un programma super interessante:
http://www.berlucchimood.com/percorsi.php
Abiti Chanel