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Come è andata a finire? A Via Albalonga è andata a finire bene. Sperimentazione terminata positivamente e ora la palla passa all'Assessorato alla mobilità

Creato il 09 dicembre 2014 da Romafaschifo
C’era una volta una strada a Roma (come tante altre strade) che era un simbolo di una certa “romanità” fatta di prepotenza e di arroganza. Roma, si sa, è una città afflitta dalla Macchinite Acuta, malattia grave e ampiamente diffusa in tutti i suoi quartieri per cui ancora non si è trovato un vaccino efficace. I sintomi più evidenti si manifestano nelle colazioni, nei pranzi, negli aperitivi e nelle cene (e anche nei dopocena), insomma in tutte quelle occasioni dove si mangia, ci si riempe la pancia di cose buone (o meno buone), da soli o in compagnia (in compagnia è meglio). E cosa c’entra l’automobile (o il motorino) direte voi? C’entra eccome, perchè con l’automobile (o il motorino) si vorrebbe spesso entrare fino a dentro il locale che ci offre un lauto pasto. Tradotto “me fermo in doppia fila”.  Tanto il caffè dura “un minuto”, una colazione “5 minuti”, un pranzo “un attimo”, un aperitivo “arrivo subbbbito”, una cena “mettemo un bijetto sul parabrezza”, un dopocena “sti cazzi, tanto de notte a chi do fastidio?”. E comunque, sempre, "nun dà fastidio a nisuno" e comunque, anche se un po' di fastidio dà, "i probbblemi so arrrtri".Ma è facile ritrovare le stesse manifestazioni del morbo durante l’orario lavorativo “ahò IO sto a lavorà”, davanti alle scuole “ahò devo accompagnà i regazzini, me li accompagni te?”, davanti i negozi di scarpe e di vestiti “sta a pagà alla cassa, mo viene, e che volete da murta li clienti miaaa???”. Insomma… dicevamo…C’era una volta una strada, Via Albalonga, in cui si era sicuri di arrivare in auto per un caffè, una pizza, un dolce, e anche per fare la spesa, sicuri di arrivare e trovare posto. Tanto c’era la doppia fila, e se non c’era di sicuro la potevi mettere in terza. “Ahò, macchè ‘nce passi ancefalidigooo?”
C’era una strada in cui qualche esercente pretendeva il diritto dei suoi clienti a usarla come un parcheggio riservato, sennò gli calava il fatturato. C’era una volta.

Gia, perché con la nota scritta pochi giorni fa dall’assessore al Traffico e alla mobilità del VII Municipio Raffaele Morgia, la modifica sperimentale alla viabilità di via Albalonga (di cui tanto abbiamo parlato su questo blog) sarebbe finalmente ad un passo dalla sua trasformazione in “definitiva”. La fase sperimentale, cominciata l’8 settembre di quest’anno, voluta fortemente dai residenti e realizzata grazie all’interessamento congiunto del Municipio VII e di Polizia Roma Capitale, è dunque prossima alla sua conclusione. Il Municipio ha mantenuto la sua parola, fase sperimentale breve e poi inoltro di un parere al Dipartimento Mobilità. E così è stato. Fortunatamente il parere ha ascoltato il parere tecnico (quello del Gruppo VII Appio nella persona del Comandante Lorenzo Botta) e il parere dei residenti (c’è stata anche una raccolta di firme da parte del gruppo Cittadini Re di Roma depositata in Municipio per sollecitare la fine della fase sperimentale). Adesso la decisione spetta all’assessore Guido Improta, che ha tutti gli elementi necessari per avviare una progettazione seria ed efficace della strada. Il modello funziona, è chiaro. E per capirlo ci vuole poco. Basta sedersi ad un tavolino all’aperto del bar e prendersi un dolce in santa pace. Oppure entrare dentro a prendersi un caffè senza l’assillo degli avvisi all’altoparlante. Così sembra davvero una favola. 
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Si tratta solo, e il Dipartimento Mobilità non deve ignorarlo, di affinare ulteriormente l'arredo urbano. La prescrizione del VII Municipio, infatti, ci fa piacere da una parte, ma ci preoccupa un filo dall'altra. Non c'è da "rendere definitiva l'attuale sistemazione", c'è da renderla definitiva con qualche modifica perché, come appurato diffusamente, la carreggiata è rimasta un filo troppo larga e consente la sosta selvaggia in alcuni punti sia della carreggiata stessa sia dell'intersezione come si vede, in alto, nella foto qua sopra in prossimità dell'incrocio. Insomma quattro cose ci auguriamo: che la trasformazione da provvisoria a definitiva sia immediata, che interessi anche il tratto di strada fino ad ora non interessato, che porti qualche ulteriore piccola modifica e che questo modello (parcheggi motorini al centro, o piccole aree verdi al centro, o corsie ciclabili leggere ai lati o qualsiasi cosa che tolga spazio alla sosta selvaggia) venga replicato in decine e centinaia di tante altre strade in città: perché il problema della sosta selvaggia a Roma è determinato soprattutto dalle errate dimensioni delle carreggiate. E così, a costo irrisorio, si riqualificano intere strade.
Via Albalonga è il fronte simbolico cittadino dove si è dimostrato, grazie all'impegno dei residenti, al supporto dei blog, alla fiducia dei Vigili Urbani nella persona di Comandante Generale e Comandante di gruppo, che la sosta selvaggia si può battere grazie ad un corretto arredo urbano: sempre presente, non corruttibile, mai scioperante, non costoso, attivo 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno senza un minuto di pausa. Valorizziamo il modello e replichiamolo dovunque.

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