Per motivi storici e per la necessità di vivere in ambienti fisici comuni, ci è stato insegnato fin dal momento della nascita come, che cosa o chi e quando dobbiamo percepire. In questo modo la nostra mente soprattutto è stata addestrata per la convinzione di vivere in una grande ed unica realtà.
Questo viene inoltre rinforzato da tutti gli oggetti che l’uomo ha inventato per analizzare, rilevare, misurare la realtà. E più utilizziamo questi strumenti, più la nostra realtà diventa quella concordata con il resto del mondo.
Per alcune persone stare in una realtà corroborata dalla stessa percezione di milioni di altre persone, è un fatto che le rende sicure, certe della loro vita. Per questa ragione alcuni strumenti di comunicazione, come i giornali, le televisioni o anche i libri, hanno contribuito in maniera esponenziale a creare una realtà che sembra unica, incrollabile e inamovibile.
Altri strumenti, come ad esempio il telefono o i sistemi di rilevazione satellitare (GPS), stanno contribuendo a fissare, collassare, la realtà, istante per istante, quasi senza più via di scampo.
Se consideriamo il ruolo centrale dell’uomo nella sua realtà, possiamo senza ombra di dubbio affermare che abbiamo ancora infinite possibilità per vivere in una realtà il più possibile vicina alle nostre reali intenzioni.
Le tradizioni sciamaniche del nord America ci insegnano che l’uomo ha la possibilità di spaziare nelle sette direzioni, le quattro conosciute del nostro mondo (nord, sud, est ed ovest) che possiamo anche chiamarle direzioni solari, in quanto sono riferite alla posizione del sole, e le due direzioni polari, quella verso l’alto e quella verso il basso; queste ultime sono le direzioni dei mondi spirituali, dei mondi invisibili cui l’uomo può accedere solo se per un momento esce dalla realtà in cui in cui crede di vivere. Sono altre realtà, non ancora definite, in cui ci possono essere infiniti stati sovrapposti, che possiamo accedere solo con la gentilezza, con quella parte di noi talmente sottile che spesso ci dimentichiamo di avere.
L’ultima direzione, la settima, è quella del centro, del tutto, dell’universo, dell’uomo che è sempre al centro del mondo, ovunque egli sia. Questo non significa avere una visione antropocentrica della realtà, perché anche un animale, un insetto, una pietra, sono al centro del loro mondo. Come noi abbiamo costruito il nostro mondo, così anche una pietra ha il suo mondo, che può essere completamente diverso dal nostro.