Sì, Frankezze è nato da un’idea di Franco Frattini. Ecco la vera storia, quella che non vi abbiamo mai raccontato.
Siamo nel settembre 2010. La Nato è molto preoccupata dal Partito Comunista dei lavoratori di Marco Ferrando, che in certi quartieri operai di città bolsceviche in regioni rosse (come Livorno o Reggio Emilia) raggiunge percentuali dello 0,4%.
L’interesse atlantico è di spaccare il Pcl, con un’operazione speculare rispetto a quella parzialmente riuscita negli anni 60 con il Psdi, che logorò da destra il Psi. Questa volta si decide di attaccare il Pcl da sinistra. Per farlo si può iniziare con un blog. Richmond mette sul piatto 12 euro, la Nato ne aggiunge altri 7. L’Italia sgancia 5 euro: 3 dalla Farnesina, 2 dall’Aise.
C’è, quindi, una dotazione straordinaria di 24 euro. Ci sono le coperture giuste e l’appoggio logistico dei servizi italiani. Mancano solo i sicari. Frattini si ricorda di due tizi conosciuti a Bruxelles a casa di uno spacciatore, in una serata a base di meth e ketamina. Quei due all’epoca non se la passano tanto bene. Frankoniglio è appena uscito dal rehab. Il suo compagno di merende, Frank Catrame, è appena uscito dal carcere, dove ha conosciuto l’accidioso terrorista Frank Ameba. Telefonano a Fernet Franco, che è appena entrato in depressione. Poi decidono di coinvolgere Frank Sinatras, sessuomane con interdizione perpetua dai pubblici bagni, e Frank Capannelle, maschera di un cinema parrocchiale di Cogne. Serve un webmaster, ma quello viene scelto direttamente da Richmond: è Lucio C., genio dell’informatica e nel tempo libero violentatore di criceti da laboratorio.
L’esordio di Frankezze fa subito il botto: 16 visitatori unici, 23 pagine viste, 9 fan della pagina Facebook e 7 follower. Il travolgente successo delle prime vignette che questi numeri raccontano creano subito un certo nervosismo a Milano, in via Marco Aurelio 7, sede del Pcl.
A ottobre 2011, dopo neanche un anno di vita, Frankezze può già vantare un 94° posto – come “sito rivelazione” – ai Macchianera Award. A Riva del Garda i cospiratori brindano con birra bavarese e hot-dog filoatlantici.
Fra il 2011 e il 2012 Frankezze viene citato spesso dal Fatto Quotidiano, organo ufficiale di un gruppo di ex-kissingeriani che vogliono spostare la capitale da Roma a Montenero di Bisaccia.
Finché nel ottobre 2012 si completa il capolavoro di infiltrazione del gruppo di agitatori. Vincono il premio speciale della giuria nel concorso “Una vignetta per l’Europa“. Il colmo è che ad assegnarlo è Internazionale: sotto la veste patinata di settimanale di esteri, si tratta in realtà cellula impazzita dell’ex-Kgb, che a 22 anni dalla fine dell’Urss continua a mandare rapporti a Mosca e a disconoscere la riunificazione tedesca.
Il Pcl è nel panico. Perde le elezioni condominiali nel palazzo Iosif Vissarionovic di Viale Siberia a Brescello (Reggio Emilia). Un altro paio di amministratori di condominio stracciano la tessera del partito per buttarsi a destra fra le braccia accoglienti di Sinistra Critica. A Roma, a Washington e a Richmond qualcuno si sfrega le mani.
Ma non è ancora finita. La pagina facebook di Frankezze ha ormai 25 fan (“i 25 stronzi”, li definirà un livoroso Luca Telese) e il sito può contare su 30 visite giornaliere, quando rivince nell’ottobre 2013 il concorso di Internazionale. È uno tsunami. A essere travolto non è più il solo Ferrando. Alla sua sinistra il nervosismo contagia anche il Partito marxista-leninista: chiude dopo 44 anni l’edizione cartacea della rivista Il Bolscevico.
Il telefono squilla nell’interno 11 di via Gradoli 96 (la sede della redazione di Frankezze). Dall’altra parte della cornetta parla una voce americana nella quale un intenditore riconoscerebbe l’accento tedesco. È Henry Kissinger: “Bravi, bravissimi. Era dal fottuto settembre 1973 che non vedevo un gruppo di ragazzi lavorare così bene”.
L'articolo Come è nato Frankezze? La vera storia è ovviamente opera di Frankezze.