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Come e perché sto per auto-pubblicare il mio Dumas

Creato il 09 dicembre 2013 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier
Dennis-Hamilton

Foto di Dennis Hamilton

No, non mi troverete su un marciapiedi a raccattare firme e vendere copie, come il panciuto nella foto (se non altro perché la mia autopubblicazione è digitale).

Sto parlando de La strana giornata di Alexandre Dumas, uscito per Piemme nel 2009, quello che secondo molte persone è il più bello dei miei romanzi. Di questo libro non era mai stata realizzata una versione eBook. E la sottoscritta ha deciso di tentare un esperimento: creare una vera e propria nuova edizione, concepita appositamente per la lettura su supporti digitali, con link interni ed esterni e con una sorta di “bonus track” (come quando si compravano le riedizioni dei CD con una canzone in più): un capitolo delle Memorie di Dumas padre, fortemente legato alla vicenda narrata nel romanzo, che al momento in italiano non si trova da nessuna parte. L’ho tradotto io, divertendomi moltissimo perché – inutile dirlo – è molto gustoso. Inoltre desideravo che l’eBook contenesse alcuni fregi ornamentali e disegni a tutta pagina, come un libro ottocentesco.

Io credo che il libro elettronico debba essere considerato come qualcosa di diverso dal libro cartaceo, con una propria specificità. Non dovrebbe essere un mero flusso di caratteri, ma un oggetto (virtuale) che preveda quantomeno alcune illustrazioni – oltre a essere impeccabile sul piano testuale e tecnico, il che purtroppo non avviene sempre, e non solo se l’eBook è autopubblicato (non so a voi, ma a me è capitato di acquistare libri elettronici privi di copertina, con capitoli ripetuti due volte e senza metatag).

Per il lettore, in questo modo, l’esperienza può essere più gradevole; anche considerando il fatto che alcuni amanti della letteratura sono tuttora restii a passare agli eBook perché li considerano “poco sensoriali”. Un eBook illustrato e che, volendo, diventa un ipertesto, può compensare la mancanza dell’oggetto materico e rappresenta una continuità con l’utilizzo della rete, che ormai è nel quotidiano della maggior parte di noi (anche di quelli, tra noi, che odiano gli eBook).

Piemme non aveva la possibilità materiale di dedicare risorse a un progetto del genere, per ovvie ragioni imprenditoriali: in Italia i ricavi del settore digitale sono ancora, per una grande casa editrice, una parte minima del tutto. Quindi sono piombata su Narcissus (non ancora, per la verità: ci sono alcuni ritocchi da fare qui e lì, prima che io sia pronta a caricare il file sul sito). E ho scoperto che quel che dice Guy Kawasaki è vero.

Se non lo sapete, trattasi dello scrittore autopubblicato forse più noto al mondo, che sul self-publishing tiene conferenze e seminari su Internet (uno dei quali ho frequentato) e ha anche scritto un libro (APE: Author, Publisher, Entrepreneur – Autore, Editore, Imprenditore), naturalmente autopubblicato nel formato eBook. Lui riassume in questo modo i vantaggi e gli svantaggi dell’autopubblicazione:
PRO – l’Autore controlla il processo nella sua interezza. Può decidere ogni dettaglio relativo al suo libro, dalla grafica alle scelte stilistiche, dal prezzo alla quarta di copertina, fino al momento in cui l’opera va sul mercato ed eventualmente ne viene ritirata.
Inoltre, la sua percentuale sul prezzo di vendita è più alta. Se su un libro cartaceo un Autore prende di norma l’8%, e su un eBook pubblicato da una casa editrice digitale o mista di norma il 25%, l’eBook autopubblicato può fruttargli anche il 60% del prezzo di vendita.
CONTRO – l’Autore è responsabile di ogni dettaglio e questo vuol dire che ogni errore eventualmente commesso ricadrà esclusivamente su di lui.
Infine, l’Autore è completamente solo. Non ha un editor al quale mandare le stesure del suo testo per avere un feedback, non ha un correttore di bozze, non ha un ufficio stampa che promuova il suo libro una volta pubblicato.

Chi intendesse lanciarsi nell’impresa dovrebbe quindi interrogarsi sulla propria disponibilità ad affrontare questa solitudine.

Perché, poi, ho scelto Narcissus? Perché al momento mi sembra di poter affermare che sono i più bravi. E perché Narcissus si avvale, per la distribuzione dei libri digitali, della piattaforma Stealth, attraverso la quale gli eBook sono acquistabili da tutto il mondo. Le piattaforme di distribuzione dei grandi gruppi editoriali italiani, per quanto possa sembrare bizzarro, non consentono l’acquisto dei loro eBook dall’esterno della zona EEA.

Ovvero: da Amazon.it si può tranquillamente ordinare l’eBook del mio romanzo Mozart’s Sister(edito in America in lingua inglese). Da Amazon.com La sorella di Mozart invece non si può ordinare. L’utente americano, se ci prova, si trova di fronte a un messaggio che dice: “This title is not currently available for purchase”, al momento non è possibile acquistare questo titolo (come da immagine qui a fianco, che mi è stata inviata da un’amica americana: grazie, Sarah).

Ho chiesto spiegazioni a Narcissus e mi è stato risposto (a fine agosto) che:

Il problema è legato ai contratti di distribuzione che i fornitori italiani stipulano con i grandi player internazionali per la vendita dei contenuti attraverso le loro piattaforme proprietarie. Noi stiamo lavorando da tempo per operare attivamente in tutto il mondo senza nessuna limitazione e siamo riusciti a portare a termine il contratto di distribuzione di tipo Wholesale per la vendita mondiale su Amazon, Kobo e Google. Se come spero dovesse scegliere Narcissus, lei potrà vendere in tutto il mondo in tutte le maggiori librerie online senza problemi di nessun tipo. Essendo inoltre Narcissus un servizio di autopubblicazione, e non una casa editrice, non vi è nessuna cessione di diritti dall’autore a Narcissus, e quindi è l’autore unico detentore degli stessi, ed è solo lui che può eventualmente limitare la diffusione territoriale delle sue (auto)pubblicazioni.

E non è tutto. Come forse sapete, esiste un movimento anti-DRM (la protezione utilizzata da tutti i grandi editori) e diversi lettori non acquistano per principio eBook con questa protezione forte dei contenuti, che pare crei un sacco di problemi – e che comunque, a quanto si dice, non è difficile rimuovere da un libro elettronico; basta essere un minimo “smanettoni” e olé col libro pirata! Dopo averci attentamente riflettuto, ho deciso di sperimentare la protezione più leggera (watermark) del file, offerta gratuitamente da Narcissus ai suoi clienti.

In conclusione, evidentemente non è facile – soprattutto in Italia, dove siamo molto indietro, in questo settore, rispetto agli Stati Uniti e non solo – abbandonare la convinzione che sia sempre e comunque preferibile pubblicare con un grande editore e che l’autopubblicazione sia una cosa “da sfigati”. Io mi limiterei ad affermare che non è sempre così, e che occorre osservare la questione in modo approfondito e fare una valutazione caso per caso. Rifugiarsi nel conflitto (tra carta e web, tra establishment e “dal basso”) può dare la confortante sensazione, schierandosi, di assumere un’identità precisa, ma è una sensazione illusoria.

Al momento, credo di aver fatto la scelta giusta; una scelta che il mio editore ha accettato senza scossoni, perché per fortuna in Piemme ci sono diverse persone intelligenti.
(E anche in Narcissus.)


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