Sotto crescenti pressioni, lo scorso 26 ottobre l’Italia ha consegnato al Consiglio europeo una «lettera d’intenti» nella quale elenca una serie di misure che intende attuare per risolvere i problemi economici e strutturali che la attanagliano da decenni e ne fanno, insieme alla Grecia, il Paese attualmente più critico dell’area Euro, anche a causa della sempre incerta situazione politica.
Seguendo i mezzi di comunicazione italiani, si è avuta l’impressione che la lettera d’intenti sia stata complessivamente apprezzata dal Consiglio europeo. Ho analizzato i documenti e le conferenze stampa seguite al vertice di Bruxelles di mercoledì sera, riporto brevemente le impressioni.
Alle 19:45 del 16.10.2011, al termine della prima parte del vertice, aperta a tutti i 27 Paesi dell’Unione europea, il capo del Governo polacco Donald Tusk (la Polonia è presidente di turno del Consiglio dei ministri dell’UE) ha tenuto una conferenza stampa, incentrata prevalentemente sulla ricapitalizzazione del banche. Sulla situazione dell’Italia è stato interrogato in questi termini: «Può dirci qualcosa sullo spirito del vertice – è durato più del previsto – e in particolare sul ruolo del signor Berlusconi, che è stato sotto pressione negli incontri durante il fine settimana. Ha partecipato più attivamente, a seguito di queste pressioni?» La risposta è stata: «Il problema italiano non è stato realmente uno dei temi in discussione. Il Presidente van Rompuy ci ha solo parlato di una lettera contenente i piani del Governo italiano. Tuttavia, questa lettera ha fatto buona impressione ed è stata molto bene accolta. Il Presidente Berlusconi era presente ma non ha partecipato alla discussione».
Alle 4:00 del mattino successivo, al termine del vertice, protrattosi sino a tarda notte, si è tenuta la conferenza stampa del Presidente della Commissione europea Manuel Barroso e del Presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy. A una domanda sulla lettera d’intenti italiana e su cosa accadrà se gli impegni in essa espressi non saranno attuati, ha risposto Manuel Barroso: «Se si guarda alle conclusioni, non solo quelle della lettera d’intenti ma anche quelle espresse da tutti i leader dell’area euro, ci sono date e obiettivi precisi: impegno al pareggio di bilancio nel 2013, un avanzo strutturale di bilancio nel 2014, con l’introduzione della norma costituzionale sul pareggio di bilancio dal 2012. Sono impegni precisi presi non solo dal Primo ministro italiano ma sostenuti da tutti gli altri leader dell’area euro. Inoltre, nel secondo paragrafo c’è scritto che l’Italia metterà in atto riforme strutturali, con obiettivi concreti, l’età pensionabile e alcuni altri simili punti. Infine, il problema del controllo, al quale Lei si riferisce nella Sua domanda. Nelle conclusioni, c’è che i capi di governo chiedono alla Commissione di svolgere una dettagliata valutazione delle misure proposte dall’Italia e di controllare la loro attuazione e invitano il Governo italiano a dare tutte le informazioni necessarie a tale valutazione. Dunque da una parte ci sono impegni e provvedimenti, dall’altra dei compiti attribuiti alla Commissione europea e alle autorità italiane affinché forniscano tutti i dati necessari sull’attuazione. In effetti, la chiave è l’attuazione: questa è la chiave [ripetuto nell'originale]. Non basta prendersi degli impegni. Ora è necessario controllare che siano veramente attuati. Penso che nello spirito dell’incontro ciò fosse chiaro. Abbiamo avuto un buon scambio su questo punto con il Primo ministro italiano e c’è stata una netta insistenza da parte di tutti i leader partecipanti al vertice sulla necessità di una chiara attuazione dei punti concordati».
Nella stessa direzione vanno le dichiarazioni scritte seguite al vertice. Il Consiglio europeo, dopo aver accolto con favore la lettera italiana, attuerà ora i necessari meccanismi di controllo affinché le misure comunicate nella lettera d’intenti siano effettivamente messe in pratica.
In conclusione, le promesse dell’Italia hanno avuto buon accoglimento formale. Nei documenti e nelle dichiarazioni dei leader europei, il peso maggiore va però alla chiara richiesta di fatti concreti, accompagnata dall’introduzione di meccanismi di controllo europei che veglieranno sui passi effettivamente compiuti dalla Penisola rispetto ai propositi presentati. | ©2011 Luca Lovisolo