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Ho da sempre creduto che la strada della medicina portasse a compiere un grande, grandissimo lavoro.
Essere medico coincide da sempre a parer mio con una vocazione, tutta particolare ed inspiegabile. Specializzarsi nel capire e nell'operare sul corpo umano è una delle cose più difficili ed incredibili che possano accadere.
Non è un lavoro per tutti, questo è assolutamente indubbio.
Non è mestiere di tutti, per moltissimi fattori; la vista del sangue che può dare fastidio, la vista del nostro "interno" può non essere facile per tutti da sopportare.
Gli studi di medicina sono più lunghi del normale, anche per questi motivi.
E' già un'impresa per i tempi che corrono diventare studenti; è necessario superare test dove circa un decimo di coloro che lo provano arrivano alla meta tanto agognata.
E' necessario addentrarsi dentro logiche tutte particolari, comuni anche a moltissime altre facoltà, dove si mescolano continuamente raccomandazioni e meriti tutti particolari, in quanto "figlio" o "parente di".
Mestiere tutto particolare, appunto.
Chi è medico non può permettersi di sbagliare, specialmente quando chi è paziente od assistito ripone la sua vita nelle mani di chi va esercitando la professione.
Si diventa dottori laureandosi, arenandosi su esami scoglio immagino complicatissimi. Si diventa medici sputando sangue, soffrendo attraverso anni di studio e duro lavoro.
So per esperienza anche diretta quanto studi tecnici siano terribili da capire, difficili da comprendere; nell'analisi della realtà a chi affronta la tecnica non può scappare nulla per poter decifrare il tutto.
Non immagino invece quanto sia più impegnativo applicare la tecnica ed il progresso medico-tecnologico direttamente al corpo umano.
Essere medico richiede consapevolezza, volontà, capacità di sacrificio ed altre virtù nè commensurabili nè quantificabili.
Per dirla più facile, essere medico richiede una "faccia come il cuore".
Solo così, forse, un paziente potrebbe capire a chi affidare la propria esistenza e sopravvivenza.
Quando leggo di certe notizie, qualsiasi parola mi va via.
Mi assale la volontà di capire come certe "persone", se così si possono chiamare, possano arrivare a compiere certe atrocità.
In quel di Messina, una rissa fra medici per un cesareo ha portato madre e neonato in condizioni terribili.
Tutto il disastro è avvenuto per una lite in sala operatoria, fra questi "medici".
In sala operatoria, con una futura madre a gambe divaricate pronta per l'indescrivibile trionfo, due "uomini" hanno iniziato a picchiarsi.
Si sono afferrati per il collo, rompendo vetri e qualsiasi cosa d'altro capitasse loro a tiro.
Ad un certo punto, preda forse di un raptus di consapevolezza, uno dei due ha chiamato i carabinieri per ristabilire un ordine.
Tutto questo nel bel mezzo di una sala parto.
Sono cose allucinanti, da lasciare senza parole.
La lite è stata innescata, a quanto si è appreso dai verbali, da una frase che ha rotto qualsiasi equilibrio: "Tu non sei nessuno, fino a quando ci sono io, non ti puoi permettere di operare nessuno senza il mio consenso."
Uno dei due era un giovane ginecologo, già dotato però di discreta fama in città.
L'altro era invece un medico, più anziano e per questo, forse, maggiormente "esperto".
L'imperfetto, oltrechè alla loro natura, si riferisce anche al fatto che, a parer mio, ad individui così andrebbero tolti i ferri del mestiere per sempre.
Dovrebbero essere iscritti nell'albo dei "non-medici" a vita natural durante.
La loro lite ha portato ad un caso, non preso in tempo, di emorragia post-cesareo.
Grazie a loro, ora, la madre ed il neonato versano in terribili condizioni.
Alla donna è stato asportato l'utero, mentre il bambino giace in coma.
Al quanto trapela da ultime informazioni le loro situazioni stanno clinicamente migliorando.
La responsabilità è davvero dei due medici? Esistono pareri discordanti, in un confronto che coinvolge il futuro padre e marito della donna con il direttore di ostetricia e ginecologia.
Esulando dai nomi, il marito ha esposto denuncia ai carabinieri con motivazioni mai più giuste:
"Il tracciato era perfetto e prima della lite mia moglie stava bene. Mia moglie ha avuto un'emorragia perchè i due medici hanno tardado l'intervento litigando. Successivamente le hanno dovuto asportare l'utero. Mio figlio, invece, ha avuto due arresti cardiaci ed è in coma."
Ribatte il direttore: "Quel che hanno fatto è grave, ma ci tengo a precisare che la donna è stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici. Tutto si è svolto regolarmente, l'intervento dei sanitari viste le complicazioni della donna è stato tempestivo. Non c'è alcun rapporto tra la lite e le complicazioni che sono sorte."
Ad ora è prematuro esprimere colpe specifiche, ma è piuttosto ragionevole sopportare un'enorme indignazione ed un intollerabile senso di schifo nei confronti di certi individui.
Litigare in una sala parto, nel bel mezzo di un momento indescrivibile, è un qualcosa di inaccettabile ed inspiegabile al tempo stesso.
Gli ispettori dell'Assessorato Regionale della Salute sono in arrivo, si attendono cartelle ed inchieste per l'attribuzione di colpe specifiche.
Aggressione o no, certi fenomeni fanno capire che per essere medici non bastano curriculum, nè lauree su attestati o quant'altro.
Ad oggi, la donna sarà presto dimessa.
Il bambino potrebbe avere danni cerebrali, a quanto si apprende.
Sono in attesa di esami specifici.
Dinnanzi ad episodi come questi, la sola domanda è "Come è stato possibile?"
E' allucinante, alla faccia di qualsiasi vocazione medica.
Forse mi sono sempre sbagliato io a crederlo, potrebbe starci.