Me lo ha chiesto più di una persona, quando ho detto a che ora mi ero alzato.
Risposta: con un bambino di quattro anni che scalcia nel letto, che ti mette un piede in testa, che appoggia la sua testa sul tuo naso… vorrei vedere se tu riesci a stare ancora a letto.
Per fortuna non accade sempre. Mi giustifico anche dicendo che non vado a letto tardi, e che mi bastano poche ore per riposarmi. E poi trovo piacevole alzarmi presto, almeno d’estate, e il sabato o la domenica mattina, senza il pensiero di dover andare al lavoro e di essere in buona forma fisica e mentale.
E cosa fai sveglio alla 4.30 del mattino?
Risposta: intanto faccio colazione. Poi vado in orto, e sveglio come me trovo un bombo sulla lavanda. Sento la musica delle sue ali nel silenzio della città che dorme, e penso al film Berlino: Sinfonia di una grande città (DIE SYMPHONIE EINER GROßSTADT) di Walter Ruttmann, del 1927. Capolavoro del cinema muto, e per la prima volta in un film il protagonista non è un attore, ma una metropoli. Si inizia al mattino, con la città che dorme, e si finisce alla sera.
Il film è paragonabile a un vetro frantumato sul quale è stata serigrafata la realtà, e il regista è colui che ne raccoglie i cocci – questi spaccati di vita quotidiana- restituendoceli attraverso la macchina da presa: gente che si diverte al parco, macchine che sfrecciano nelle strade, rotaie, ciminiere che testimoniano con i loro fumi che la vita scorre anche all’interno delle fabbriche, tra lo sporco e l’aria torbida.
(fonte: Tekfestival)
Bene, dicevo, al mattino la città dorme e senti altri suoni. Oltre al bombo, tanti cinguettii di uccelli. Reali questi, non provenienti da Twitter. Ed è bello vedere l’orto in questa calma apparente, i fiori delle zucchine che si apprestano a schiudersi, i frutti del tuo orto che sono cresciuti, i tralci della zucca e dei cetrioli che si sono aggrappati in un nuovo punto, il cielo che si fa sempre più chiaro.
E tra una cosa e l’altra si avvicinano le sei. E cominci a sentire il rumore dei primi motori delle automobili. E già questo potrebbe essere un motivo sufficiente per convertirle in auto elettriche.
Alle sei del mattino l’incanto dei primi raggi del sole sulle foglie di piante e ortaggi, dà l’impressione di una pioggia d’oro.
Poi la città riprende la sua vita…
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