Quando si torna a casa dopo il parto, iniziano le notti in bianco.
Il neonato piange, non dorme e la mattina dopo siete distrutte e innervosite.
In passato si tendeva a lasciar piangere il bambino, pensando che si sarebbe calmato da solo, oggi invece si cerca una via meno aspra. E’ normale che i primi periodi sia i genitori che il bambino abbiano bisogno di conoscersi e di stabilire un ritmo adeguato, per questo è meglio non preoccuparsi troppo se il piccolo sembra irrequieto e ha sempre fame.
I neonati hanno bisogno di mangiare con frequenza ciò significa che anche di notte hanno bisogno di essere allattati. Alcune mamma provano a dettare sin da subito un ritmo ma non sempre il piccolo si adatta e può capitare che la notte la passi fra urla e pianti. Quando arrivano ai quattro mesi, il loro stomaco riesce a sopportare meglio la necessità di introdurre calorie, quindi saranno anche più pazienti. E’ importante non credere che il pianto significhi sempre e solo fame. Può anche indicare una piccola colica, la necessità di esser cambiato o la voglia di coccole. Un trucco molto usato è quello di allattare due volte ad intervalli ravvicinati all’approssimarsi dell’ora della nanna. Il bambino a stomaco pieno dorme meglio e avrete più ore per il vostro riposo.
Nei momenti che precedono l’orario in cui viene portato a dormire, è bene che il neonato non subisca troppi stimoli; luci soffuse, silenzio e calma lo tranquillizzano preparandolo al sonno.
Inoltre bisogna ricordarsi che se il piccolo dorme al pomeriggio per parecchie ore di fila, la sera sarà più riposato e quindi meno incline a dormire.
In alcuni casi dietro al non dormire del piccolo ci sono cause mediche come un possibile reflusso gastro esofageo. Coliche o altro che devono essere indagate dal vostro pediatra di fiducia
Esiste un vero rituale per far sì che il bambino si abitui ad una precisa routine. Meglio stabilire un’ora precisa in cui i genitori lo accompagnano a letto e aspettano che si addormenti, cantando una ninna nanna. Se inizia a piangere e si sveglia, si entra in camera senza prenderlo in braccio e si cerca di calmarlo. Si esce, evitando di tornare da lui per portarlo nel lettone.