Natale è alle porte ed è un Natale particolare, lontano dagli antichi fasti in cui si spendeva senza troppo badare al resto – tanto la tredicesima arrivava a parare e sistemare le cose.
La nostra scelta di vita ci impone morigeratezza, e i luccichii li lascio al cuore, ai piaceri sinceri, al tepore della casa d’inverno, nella quale sognare la vita che verrà e la primavera che ci accoglierà. Un periodo non facile, anche a livello energetico. Per la prima volta il mio corpo – di cui ho sempre palesemente abusato – mi sta imponendo ritmi più lenti ed esami medici: sono ancora in attesa di sapere del destino delle mie tube e sebbene cerchi di non pensarci, tutto mi sembra sospeso in una sorta di aspettativa, quasi che tre piccoli tamponi possano determinare la felicità a venire.
Ogni giorno chiamo il centro medico, ancora senza risposta ogni mia chiamata….E si sa – i dottori sono molto bravi a dirti subito quello che non va, ma altrettanto bravi poi a farti attendere responsi – che forse per loro sono solo meri responsi del paziente numero X, per noi invece sono punti di partenza per debellare e risolvere un problema.
Vorrei fare mille cose, ne combino poche al giorno. L’albero non lo abbiamo ancora fatto – con il trasloco imminente non me la sento di allestire tutto per poi pochi giorni dopo disallestire, anche se la tentazione è forte. Non nego che domani, all’ennesimo sopralluogo di traslocatoti, chiederò se posso fare l’albero e se si, se potrebbero tele trasportarlo nella casa nuova senza problemi.
E quindi è un Natale così, sospeso: accendo le lucine, e candele alla cannella.
Un Natale così, nell’attesa di qualcosa di grande, sospesi in un attimo. Si fa necessità tutto quello che ho sempre detto, ovvero che lo spirito delle feste deve essere nel nostro cuore ed i regali più belli sono le persone che abbiamo nella nostra vita.
Oggi vi voglio parlare di Francesca, Chiara, e delle Beccherie.
Tre settimane fa all’incirca io e il Gitano siamo andati a Trieste per ben due presentazioni del libro. Avevo voglia di Trieste, amo questa aria così frizzante, il mare vicino alle montagne, il sorriso e l’accoglienza dei triestini. Amo la loro cucina, i loro caffè, il sole che si butta nel mare che potrebbe essere quassi cambiato per un lago ghiacciato.
Chiara moderava le presentazioni, Francesca invece la conobbi la prima volta a Formentera, questo settembre. Ci hanno ospitato alle beccherie, una locanda che sa sempre di amore e magia. Ci hanno donato il primo regalo di questo avvento: due giornate vere, felici. Cove abbiamo sostituito l’acqua con lo champagne e mangiato formaggi preziosi che hanno curato ferite dell’anima e malumori diffusi.
Chiara, prima di andare via, mi ha preso le mani e mi ha messo al collo un ciondolo, che possa proteggerci nella ricerca di ciò che amiamo di più e della vita che sogniamo. Non me ne separo più.
Francesca è un’anima speciale. Francesca è una di quelle donne che ti avvolgono in un manto di amicizia preziosa e non ti lasciano più scappare.Quelle rare anime che sanno come donare, e danno tutte se stessi pur di vederti sorridere.
E poi ci sono state le sorelle della Locanda Alle Beccherie: che hanno traslato la felicità in accoglienza e se passate da lì, non potete non fermarvi da loro.
Prendersi cura è un’arte difficile: si rischia sempre di fare male, tra il troppo e il troppo poco. L’amore non è mai abbastanza , siamo chiamati – nel momento in cui razionalmente decidiamo chi amare – a cambiare la vita di chi scegliamo di proteggere e ti accogliere nel nostro cuore. Donare amore è la forma di libertà più vera, incondizionata e magica che esista al mondo. Io credo che ad un certo punto incontri qualcuno nella tua vita, ed è chiaro che vi apparteniate, che i vostri destini siano fortemente intrecciati. Queste persone diventano amici e angeli che aiutano a farci sentire vivi, presenti al momento, felici. E quando ciò avviene, bisogna tenere strette queste coincidenze di vita, perchè saranno ancore di salvataggio, sprizzi di luce e stelle. Qui la nostra ricetta. Scusate la brevità di oggi ma tra i 1500 biscotti da sfornare e il mal di testa tamburellante, sono quasi quasi pronta a issare bandiera bianca. Pain d’epices. Ingredienti: 225 gr di farina 00 Molino Rossetto oppure metà di segale e metà 00, 2 uova, 180 gr di miele d’acacia,90 gr di olio vegetale,80 gr di zucchero semolato, 100 gr di caffè molto lungo, 4 bacche di cardamomo, 1/2 bustina di lievito per dolci (noi ne abbiamo usata una intera), 1 cucchiaino di bicarbonato, 50 gr di scorzette d’arancia candite (opzionali), 1/2 cucchiaino di cannella in polvere, 1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere, 1/2 di chiodi di garofano in polvere, 5 semi di anice schiacciati
Procedimento In una pentola, a fiamma media, sciogliere il miele. Mentre si scioglie, in una ciotola amalgamate l’olio, lo zucchero, le uova le spezie e le scorzette e aggiungeteci il miele. Preparate il caffè e lasciateci in infusione 4 bacche di cardamomo aperte per fare uscire i semini per almeno 10-15 minuti.Non preoccuupatevi se il pane risulterà scuro…è normale, sono le spezie che si caramellano, non è bruciato
CreditsFoto & Video By Alesssandro Madami
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