La scrittura e lo stile di Vitali (che confesso di non conoscere per niente) mi hanno ricordato molto da vicino Gianni Rodari soprattutto per l'uso di cognomi e soprannomi ironici e onomatopeici che spesso fanno riferimento a caratteristiche del personaggio. Anche la ricerca (qui a volte forzata) dell'ironia è un tratto che lo avvicina al celebre scrittore per l'infanzia.
Il mio parere rispetto a questo libro non è del tutto positivo. Parte in quarta per poi arenarsi dopo poche pagine. L'idea iniziale (Tom torna dalla scuola con la classica domanda da bambino che inizia ad avere qualche dubbio per colpa di qualche coetaneo: Babbo Natale esiste veramente?) non viene elaborata a dovere finendo per essere scartata per lasciare spazio alla storia d'amore tra colui che viene dai bambini scambiato per Babbo Natale e Clotilde la domestica di casa Stecchetti (definita Befana dalla padrona di casa in un momento di rabbia).
Il ritmo è blando, messo in secondo piano rispetto alla ricerca di uno stile forzatamente intimista e poetico.
Il tutto sembra davvero un'operazione commerciale che certamente frutterà molti proventi allo scrittore e alla sua casa editrice ma che lascerà abbastanza delusi coloro che riceveranno in dono un romanzo così debole e facilmente dimenticabile.
Voto 5