Prosegue il viaggio nel mondo Montessori. Dopo il primo articolo in cui ho dato una mappatura delle scuole materne e primarie che adottano il metodo nella regione Marche, pubblico l’intervento di Annunziata Brandoni, che ha gentilmente accettato di scrivere per il sito mammemarchigiane.it , riguardo all’educazione montessoriana. Annunziata Brandoni, ex dirigente scolastico dell’ Istituto Comprensivo Soprani di Castelfidardo (An), ha una lunghissima carriera alle spalle, con una forte esperienza di stampo montessoriano, pedagogista, formatrice, autrice di libri sulla scuola e sull’educazione. Ha avviato a Castelfidardo, nel 2002, la prima esperienza di scuola a indirizzo didattico Montessori, guidandola per otto anni, fino alla predisposizione del progetto per la scuola media di ispirazione montessoriana, da lei studiato ed elaborato cercando di integrare il pensiero educativo di M.Montessori con le ricerche più avanzate delle scienze dell’educazione, in particolare delle Neuroscienze. E’ il punto di riferimento di insegnanti di tutta Italia che si rivolgono a lei per avere consigli (gratuiti) utili per lavorare bene nelle loro scuole.
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L’EDUCAZIONE MONTESSORIANA
Sono tutt’oggi particolarmente validi e più che moderni i principi su cui si fonda quella che la pedagogista chiaravallese definiva “ Educazione montessoriana” e che va ben al di là delle pur interessanti indicazioni metodologico-didattiche. In effetti la Montessori non voleva che il suo pensiero, i suoi principi educativi venissero ridotti a un semplice metodo, chiuso nel suo perfezionismo e cristallizzato in una sterile ripetizione, bensì auspicava che fossero tenuti in considerazione tali principi e, soprattutto, i loro valori guida.
Una scuola autenticamente montessoriana, per i bambini le cui famiglie sceglieranno tale indirizzo ( che va scelto per il suo valore educativo, non perché è una moda! E con l’intento di condividerne principi e valori), adotterà il materiale tipo delle case dei bambini, ma cercherà di non fossilizzarsi su di esso, tenendo presente che oggi la nostra società è ben diversa da quella di inizio novecento e i bambini hanno anche altri bisogni e interessi, ad esempio quello di confrontarsi con i prodotti della tecnologia avanzata e di saperli usare in modo critico e costruttivo. D’altra parte sono convinta che Maria Montessori, se fosse ancora in vita, intelligente e innovativa come era, avrebbe preso atto dei cambiamenti e dei nuovi bisogni formativi, introducendo la tecnologia ( computer, Lim…), seppur con le dovute cautele e con l’opportuna gradualità, così come avviene in tutte le scuole montessoriane europee che ho visitato in questi anni, alcune più legate alla tradizione, altre veramente innovative, ma sempre conservando saldo il valore del pensiero educativo di Maria.
Se metodi e mezzi debbono adattarsi ai tempi, i principi vanno invece presi come punto fermo di un’educazione che non ha limiti temporali. Tali principi sono:
1) L’accettazione totale del bambino, con le sue potenzialità e i suoi eventuali limiti. Ciò comporta la necessità di personalizzare i percorsi di apprendimento a seconda delle esigenze di ciascuno, affinché ogni bambino raggiunga il massimo di quanto è nelle sue possibilità. Ogni alunno pertanto, pur se con problematiche diverse, sarà accettato, apprezzato, aiutato e soprattutto amato. Nessuno sarà visto come un problema, bensì come risorsa in un costruttivo confronto fra differenze.
2) La volontà di rendere ogni bambino autonomo e responsabile, facendo proprio il celebre motto di Maria: “ Aiutami a fare da me “.Sarà pertanto curato in modo particolare, in ciascuna sezione o classe, l’allestimento di ambienti di apprendimento, con il superamento della didattica frontale e trasmissiva in favore di una di tipo “costruttivo” e collaborativo.
4) L’educazione ai valori della solidarietà, della cooperazione e della pace che, insieme a tutti gli altri valori forti della nostra tradizione, emergono da quella che Maria chiama “Educazione Cosmica”
5) La garanzia di un clima sociale sereno e costruttivo ( senza prevaricazioni, urla, premi e castighi, senza valutazioni mortificanti e demotivanti, o bocciature devastanti ) per realizzare il quale gli insegnanti debbono sviluppare precise competenze comunicative e relazionali, divenendo modelli di comportamento per tutti.
Modelli didattici e materiale debbono pertanto costituire dei mezzi ( da non scambiare per fini!) per raggiungere ciò che interessa veramente: la piena realizzazione del bambino/fanciullo/adolescente affinché divenga il cittadino capace, consapevole e responsabile di cui oggi la nostra società ha estremo bisogno e che Maria aveva così ben descritto nelle sue più famose opere.
L’ORGANIZZAZIONE della scuola
Sia la casa dei bambini (materna), sia la scuola elementare, sono organizzate per sezioni/classi miste, cioè con bambini di età diversa (3/4/5 anni per la materna…6/7/8 e 8/9/10 per le elem.) e ciò anticipa quello che oggi la psicologia dell’apprendimento chiama social-learning, ossia l’apprendere attraverso il confronto costruttivo tra alunni diversi sia per interessi, abilità e competenze, sia per età.
Nell’aula non c’è la cattedra, perché non c’è l’insegnamento frontale, ma ci sono banchi disposti ad isola, dove i bambini possono lavorare per gruppi di due/ tre/ quattro…e soprattutto ci sono spazi definiti da tappeti o moquette ( a meno che il pavimento non sia di linoleum ) per giocare/lavorare con il materiale desiderato stando anche sdraiati per terra. Ci sono divanetti per leggere comodi, angoli per gli esperimenti di scienze etc…
Ogni bambino sceglie cosa fare e come farlo, da solo o con altri, seduto al banco o accucciato o sdraiato in terra….
L’insegnante ogni tot giorni introduce un materiale nuovo: dice ai bambini a cosa serve, cosa impareranno adoperandolo, e come lo si usa correttamente. I bambini non sono costretti ad ascoltare e guardare… lo fanno liberamente se sono pronti e interessati, altrimenti continuano a lavorare con il materiale che conoscono. All’obiezione: “ma poi se restano indietro, se non imparano qualcosa…?” Maria rispondeva con il concetto di” esplosione”: ogni bambino comunque si stanca di adoperare lo stesso materiale e spontaneamente si avvicina prima o poi al nuovo…bisogna aver fiducia…anche se per mesi sembra che il bambino non apprenda, poi ci si accorge che all’improvviso interesse e conoscenza esplodono di un botto.
La giornata scolastica ha tempi flessibili, come ho detto i bambini debbono avere possibilità di scelta dell’attività, per questo occorre molto materiale, più di una copia per ogni tipo, in modo che più bambini possano usarlo contemporaneamente. E il materiale deve stare in classe, a portata di mano, non chiuso in armadietti di difficile accesso, i bambini lo prendono, poi debbono riporlo ordinatamente dove lo hanno preso…
L’insegnante passa tra i bambini e aiuta quando il suo aiuto è richiesto: spesso i bambini si aiutano tra loro, un po’ come nella scuola di Don Milani…Se più bambini hanno bisogno di spiegazioni su un certo materiale, l’insegnante li riunisce in gruppo e ripresenta il materiale, facendo vedere bene come si usa. Poi ci sono le attività ad orario predefinito: religione, generalmente fatto da un’esperta, inglese, educazione motoria… e la mensa.
Per la mensa i bambini, a turno, vanno prima degli altri in sala mensa per apparecchiare, poi portano a tavola, sparecchiano…I bambini vengono abituati a mangiare tutto e a non sprecare, infatti devono prendere dal vassoio quello che pensano di voler mangiare, se poi non basta lo riprendono…
Ci sono anche attività all’aperto, giochi, ma anche attività di coltivazione di ortaggi…nella serra..ci dovrebbe essere anche un piccolo stagno…
Molto interessante è l’attività di avvio alla scrittura che inizia alla materna con la cura del movimento della mano, ad esempio i bambini imparano ad aprire piccole scatole tonde ruotando secondo il verso della scrittura in corsivo…poi scrivono sulla sabbia e nell’aria, in modo che la mano è predisposta al corsivo che apprendono con estrema facilità: molti imparano a leggere e scrivere già alla materna…
Quando i bambini iniziano la frequenza delle elementari montessoriane senza aver frequentato la materna, logicamente nei primi tempi si deve pensare all’ambientazione, alla socializzazione, ad avviarli al rispetto delle regole… non si può pensare subito ad insegnare a leggere e scrivere… tra l’altro i bambini non hanno esercitato la mano come ho detto sopra, non conoscono il materiale per la matematica etc… e occorre stare calmi e creare i prerequisiti per l’apprendimento.
Per le classi eterogenee, quando si apre ex novo una scuola montessoriana, dopo la prima classe, per forza di cose omogenea, occorre, l’anno successivo, invece di fare una prima e una seconda, fare due classi con insieme bambini di prima e seconda e così via..
Non si danno compiti a casa, i bambini stanno a scuola otto ore e apprendono a scuola, dove hanno il materiale. Al limite una scheda da compilare o una paginetta da leggere, specialmente il sabato che non c’è lezione. Per la valutazione è un problema, perché la nuova legge sulla valutazione ha imposto il ritorno al voto numerico e non è facile assegnare un voto oggettivo a bambini che sono diversi…
Annunziata Brandoni
la signora Brandoni si rende disponibile per rispondere a dubbi, domande, chiarimenti: annunziatabrandoni@ libero.it