Il cineforum di questa settimana, quella che si chiude oggi, per capirci, aveva in programmazione Moonrise Kingdom (non scrivo il sottotitolo perché in italiano è pietoso), un gioiellino di Wes Anderson, perfetto esempio di come si possa parlare nell'ordine di preadolescenti-famiglie-più-o-meno-disastrate-campi scout-pubertà-divari generazionali senza scadere nell'ovvio, nel banale e soprattutto nel melenso.
Qui siamo lontani anni luce dalle gemelle Olsen, tanto per capirci. Si ride, ma si ride del sarcasmo e di una rara ironia graffiante con cui il regista guarda il mondo dei grandi.
Il cast non è proprio di seconda scelta, visto che, a parte i due protagonisti bambini di cui solo Wikipedia o IMDb mi possono ricordare il nome, in scena compaiono Frances McDormand, iconica per me in Fargo, Harvey Keitel, una irriconoscibile Tilda Swinton, Bill Murray e Bruce Willis.
Ed è proprio lui, in fondo, la sorpresa.
Perché vedergli fare la parte del poliziotto triste e stupido, testuale nel film, è stato come quando Harrison Ford ha demolito in un paio di sequenze Indiana Jones in Frantic. E guarda un po', entrambi erano comunque in bilico su un tetto.