Come ho incontrato vostra madre… o forse no? L’epilogo di How I Met Your Mother

Da Strawberry @SabyFrag

Lunedì 31 marzo 2014 ci ha detto addio una delle serie più amate di questi anni anni 2000. Nove stagioni, più di 200 episodi e molte ore di divertimento hanno accompagnato i fan di How I Met Your Mother in questi anni, dal 2005 a oggi, in un turbinio di battute folgoranti, risate, scommesse e schiaffi, amicizie vecchie e nuove, amori e tanti momenti leggendari!

Un successo planetario merito di un’idea immediata, vivace, capace di sorprendere, ma dalle tonalità “familiari”: cosa succede se un padre decide di raccontare ai suoi figli come ha incontrato la loro madre?

Gli autori di HIMYM, Carter Bays e Craig Thomas, avevano fin dall’inizio deciso come l’incontro sarebbe avvenuto. E questo ha dato loro modo di imbastire un racconto mirabolante ricco di molteplici linee secondarie che ci hanno fatto ridere e commuovere lungo questi anni, costruendo un universo che ruota tutto attorno al mitico gruppo di 5 amici: Marhall “Marshmallow” Eriksen, Lily “Lilypad” Auldrin, Robert “Sparkles” Scherbatsky, Barney “Legend…wait for it… dary” Stinson e l’eterno innamorato dell’amore Ted Mosby, narratore di questa esilarante epopea moderna.

La struttura della serie ha dato vita a tormentoni che difficilmente dimenticheremo: il ià accennato “Legendary!”, la schiaffo-scommessa, i fantasiosi “High Five”, “Tu lo conosci Ted?”, il Playbook, il Bro-code, il passato da popstar di Robin e tante altre battute e momenti iconici entrati nell’immaginario collettivo e destinati a rimanerci, assolutamente irresistibili.

Un format di successo che, tuttavia, come è normale nel ciclo di vita di una serie così lunga, dava segni di cedimento nelle ultime stagioni. Qualcosa era cambiato nell’aria, meno cazzeggio e più sentimenti, gli appena-trentenni si trasformano in trentenni a tutti gli effetti e le esigenze della vita sembrano non coincidere più con l’animo con cui era stata creata la serie. Le loro storie sono più complicate e il focus sui loro problemi ha reso il tutto meno leggero, senza contare l’evidente stanchezza degli autori nel riproporre gag non più così comiche come un tempo. Ecco allora episodi che riprendono temi triti e ritriti, vanno a ripescare storie morte e sepolte, mettono in campo guest star poco fortunate, complicano gli intrecci sacrificando la genuinità dei primi tempi d’oro.

Il pubblico, però, si sa, si affeziona e l’affetto per  HIMYM non è mai diminuito. Nonostante molti, tra cui la sottoscritta, abbiano storto il naso di fronte a scelte autoriali tutt’altro che felici, mentre tutto perdeva smalto e solo Barney riusciva a garantire qualche vera risata qui e là, i fan della serie sono rimasti fedeli e l’appuntamento settimanale con HIMYM arrivava immancabile ogni settimana. D’altronde, tutti eravamo curiosi di sapere chi fosse la famosa madre.

E si arriva al finale di stagione dello scorso anno e a questa ultima stagione. Scopriamo il volto della madre e nel corso della nona stagione la vediamo integrarsi, lentamente, nell’universo di Ted e compagni. Incontra Lily, Marshall, Barney, Robin e infine Ted e l’incontro tra i due pare essere il degno epilogo nonché l’inizio di una grande storia d’amore.

Ma. C’è sempre un ma, che ci porta diretti all’ultimo episodio di lunedì 31 marzo, a quel series finale che non so se riusciremo mai a comprendere e digerire del tutto.

Seguendo le modalità che hanno dominato in questa ultima stagione, attraverso i continui sbalzi temporali tra presente, passato e futuro, l’episodio si snoda tra il matrimonio di Barney e Robin dove Ted incontra la mother e, mentre Ted trova il coraggio di presentarsi nella piovosa stazione di Farhampton, assistiamo allo scorrere del tempo e ai cambiamenti nelle vite dei cinque amici: il terzo figlio di Marshall e Lily, la vita familiare di Ted e Tracy (questo il nome della madre, finalmente rivelato), la fine del matrimonio tra Robin e Barney, il commovente momento in cui Barney diventa padre, scoprendo che l’amore della sua vita non è altri che sua figlia – e qui io ho pianto tantissimo –, l’ultima festa di Halloween nel vecchio appartamento di Marshall, Ted e Lily prima di lasciarlo per sempre, l’allontanamento di Robin dopo aver capito quali sono i suoi veri sentimenti per Ted, il matrimonio dei coniugi Mosby e poi la malattia della mother che – ebbene sì – muore lasciando Ted di nuovo solo e… ma come avevamo fatto a non capirlo?

Sono i figli di Ted a spiattellarcelo: “Questa non è la storia di come hai conosciuto mamma, ma questa è la storia d’amore tra te e Zia Robin!Boom!

Ce lo aspettavamo? Un po’, dai. Anzi, a ben pensarci era lampante. Eppure, in qualche modo, una conclusione del genere ti fa sentire “tradito”. E ti sfugge il perché di questo racconto lungo nove anni. Del perché hai finito per tifare per la coppia Barney-Robin, perché in fondo Ted e Robin non ti sono mai apparsi una coppia ben assortita e il loro continuo prendersi e lasciarsi sembrava essere solo un tentativo ostinato dei due. E invece pare fosse amore vero

E mentre Ted corre alla finestra di Robin, ancora una volta, con il corno blu in mano, rifletti se la cosa ti sta davvero bene. E sai che si tratta di un interrogativo a cui ripenserai ancora e finirai per odiarlo. Perché capisci che Ted ha usato la storia che ha raccontato per chiedere il permesso ai figli di uscire con Zia Robin. Perché allora il suo racconto perde quell’aurea di romanticismo che aveva sempre avuto. Perché il personaggio di Tracy, che a mio parere è stata la novità migliore di questa ultima stagione, a conti fatti ha un valore liminare in tutta l’intera vicenda, tradendo il significato implicito della serie. La sua storia con Ted era funzionale solo a dare quell’happy ending in cui Ted voleva continuare a credere e regalargli quella famiglia di cui sentiva di aver bisogno. Pur non negando la veridicità dei suoi sentimenti per Tracy, dopo sei anni di vedovanza Ted torna da quello che è stato il grande amore della sua vita. E allora perché impiegare sei stagioni a imbastire la storia d’amore tra Barney e Robin e farci credere in essa, per poi dar loro una conclusione sbrigativa e manchevole, con un divorzio veloce e senza ripensamenti?

Un epilogo che ha tentato di accontentare tutti, fan di Robin e fan dell’happy ending suggerito dal titolo della serie, che ha finito per non accontentare nessuno. Un epilogo che è un gran peccato perché c’era chi come me che sperava l’ultima scena fosse di loro sei invecchiati, seduti sul patio della casa dei sogni di Ted a raccontare ancora e ancora le storie della loro incredibile gioventù. E perché chi voleva Robin e Ted insieme, avrebbe potuto essere accontentato con almeno una stagione di anticipo. E, forse, tutto avrebbe avuto più senso. Siamo arrabbiati e delusi? Si, assolutamente.

Eppure, alla fine della nona stagione di How I Met Your Mother, quello, però, che conta davvero è il significato dell’episodio in sé. La fine della serie rappresenta la fine di un’epoca, l’epilogo di una serie che ha saputo fare la differenza, una formula televisiva che si è rivelata vincente nonostante tutto.

Forse per qualche tempo la rabbia e la delusione offuscheranno un po’ l’immagine che abbiamo di HIMYM, ma, alla fine, dimenticheremo il finale, gli episodi noiosi, le stagioni deludenti e non potremo fare a meno, invece, di ricordare con affetto tutti i bei momenti che abbiamo trascorso in compagnia dei suoi protagonisti. Perché vedere How I Met Your Mother era un po’ come incontrarsi con un gruppo di amici, quelli di sempre, e immaginarsi seduti con loro al MacLaren’s Pub, mentre Barney ci prova con la ragazza al bancone, Marshall e Lily fanno squadra comune, Robin beve un whisky invecchiato raccontando di quando è sopravvissuta a un branco di orsi in Canada e Ted attende come sempre l’amore.

Non resta, allora, che salutare i ragazzi con un “Infinity High Five” e zompettare sulle note di “Let’s go to the mall”. Questo si che è leggendario.


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