Recensione
Il romanzo è piacevolmente scorrevole, con un intreccio interessante, arricchito anche da un enigma ben congegnato che può dare adito a diverse interpretazioni, aumentando l’incertezza di chi è chiamato a risolverlo, come accade nei migliori gialli classici. La vittima, infatti, prima di morire, si era disegnata a penna, sulle falangi della mano sinistra, dei segni a forma di croce il cui significato sfugge alle forze dell’ordine incaricate del caso.Il punto di vista da cui viene raccontata questa storia cambia con frequenza, passando dalla prima persona, quella della protagonista, alla terza persona, quella dello scrittore onnisciente, per descrivere i personaggi più omportanti. In genere si è piuttosto prevenuti di fronte alla modifica del PDV, ma bisogna ammettere che l’autrice riesce a farsi perdonare, trovando uno stile piuttosto personale in questo suo modo di raccontare e mostrando una tale sicurezza nello scrivere che il lettore si dimentica di stare leggendo l’opera di un’esordiente.
In quanto alla protagonista, Dalia, neolaureata in psicologia, è un personaggio molto più complesso di quanto non appaia di primo acchito. È figlia di un generale dei carabinieri con cui è in costante conflitto, perché lei ritiene che il padre sia troppo autoritario nell’imporre i propri punti di vista. Il fatto che Dalia parli in continuazione del genitore –in genere per criticarlo, ma non solo-, sembra voler significare che fra i due sussiste una sorta di competizione. Facendo della psicologia spicciola, visto che è questa la materia studiata dalla protagonista, si potrebbe pensare che vi sia una certa attrazione da parte della figlia verso il padre e un certo disprezzo verso la madre, dato non viene mai nominata.
Dalia, oltre ad essere particolarmente intelligente e sicura di sé, è anche estremamente manipolatrice, come si vede nel prosieguo della storia. Diffida anche dei propri sentimenti, nonostante si senta attratta da un giovane, Giacomo, che soprannomina Byron, per la bellezza e il mistero che lo circonda, ma si sa che le giovani donne tendono sempre a idealizzare i propri amori, immaginandoli passionali, eroici e ribelli. Buon per Giacomo di non essere zoppo e non soffrire nemmeno di meteorismo, uno dei motivi per cui il poeta inglese assumeva spesso un aspetto tormentato e preferiva ritirarsi in solitudine “a pensare”. Il rapporto conflittuale con il padre si estende, naturalmente, a questo nuovo rapporto attrattivo (1).
Il racconto si lascia leggere volentieri e si arriva quasi senza accorgersene, grazie anche al numero contenuto di personaggi e capitoli brevi, al finale sorprendente che ribalta i presupposti originali, e che, pertanto, come in genere succede, non potrà soddisfare tutti i lettori. Il mistero da risolvere non consiste nell'individuare l'assassino, particolarmente pasticcione, la cui identità viene rivelata nelle prime pagine del romanzo, ma nello scoprire il mandante degli omicidi.
Il ritmo del racconto rimane sempre sostenuto e buona è anche la caratterizzazione dei personaggi, per quanto a risaltare sia soprattutto quella della protagonista.
L’unica critica che mi sento di fare è che l’azione si svolge ad Ancona, una città che ha un’urbanistica complessa per la sua dislocazione su diversi livelli, dato che sorge su un territorio molto irregolare. Per chi non conosce la città non è facile collegare i luoghi indicati da Dalia. In pratica, tuttavia, la stazione, corso Garibaldi, via Mazzini con le tredici cannelle, via Panoramica, Piazza Roma, Piazza Cavour, Viale della Vittoria, il Passetto e la seggiola del papa, sono tutti luoghi e vie che si susseguono in un'unica direzione, indicativamente da nord a sud, seguendo per quanto possibile la costa che si alza verso il monte Conero. Sarebbe stato accorto da parte dell’autrice mettersi nei panni del lettore per inquadrare meglio i luoghi in cui si sposta la protagonista, dandone una adeguata descrizione logica.
Ciò premesso, non si può che fare i complimenti all’autrice per questa primo romanzo che dimostra notevoli capacità letterarie e farle gli auguri per la prossima opera in cui vorrà cimentarsi.
[1] Durante l'adolescenza, le ragazze spesso hanno un "rapporto conflittuale" con i genitori ed in particolare con il padre, vissuto come portatore di autorità e difensore dei confini intesi come limiti alla propria libertà personale. Se crescendo questa conflittualità non viene elaborata e il padre visto come un interlocutore attivo e disponibile, le ragazze tenderanno a preferire partner con cui possono instaurare dei rapporti di tipo conflittuale, ritenendo che è bello soltanto un ‘amore litigarello' ".
Giudizio:
+4 stelle+
Dettagli del libro
- Titolo: Come il mare ad occhi chiusi
- Autore: Elena Grilli
- Editore: Edizioni Esordienti
- Data di Pubblicazione: gennaio 2016
- ISBN-13: 9788866902928
- Pagine: 233
- Formato - Prezzo: E-book - euro 6,99