Qualche idea su come iniziare una storia.
Matsuda Sensei nelle sue lezioni sulla sceneggiatura dice che le prime sei pagine di un manga sono le più importanti:
se il lettore legge le prime sei pagine, leggerà tutta la storia. Dovranno quindi essere costruite in modo catturare l’attenzione del lettore e spingerlo a chiedersi: -Cosa viene dopo?
Ma partiamo dall’inizio o, per usare una parola latina, dall’incipit (si pronuncia ìncipit, con l’accento tonico sulla prima i).
Puoi presentare subito il protagonista, oppure farlo entrare in scena più tardi. In ogni caso ricorda la regola delle prime sei pagine: questo è il termine massimo entro il quale dev’essere chiaro al lettore chi sarà il protagonista della storia. Ecco alcuni suggerimenti su come iniziare una storia manga, naturalmente, ma sono consigli che si possono applicare ad ogni tipo di narrazione.
- Con una domanda: fai una domanda al lettore.
- Con un sentimento o una sensazione: racconta al lettore le emozioni che provi a proposito dell’argomento della storia.
- Con un dialogo: inizia con una conversazione tra due personaggi.
- Con un’informazione: stupisci il lettore con un fatto o una notizia.
- Con un suono: usa un’onomatopea per dare inizio alla narrazione.
- Con un’esperienza personale: racconta al lettore una tua esperienza a proposito dell’argomento della storia.
- Con una citazione: cita qualcuno di autorevole (hai presente Criminal Minds? Inizia e finisce sempre con una citazione)
- Con una descrizione di un personaggio o dell’ambiente: usa parole descrittive per presentare una persona o un luogo.
- Con un po’ di umorismo: comincia con un indovinello o con un episodio divertente relativo al tema della storia.
Qualche esempio?
Poniamo il caso che tu voglia scrivere una storia sull’argomento gatti (perché no? La fanno da padrone in Internet!). Il tuo protagonista (o chi per esso, vedi sopra) potrà iniziare
- Con una domanda. Vi piacciono i gatti?
- Con un sentimento o una sensazione. Ho sempre avuto paura dei gatti: saltano e graffiano.
- Con un dialogo. La mamma grida: – Fermalo, fermalo! Mi ha rubato il prosciutto!
- Con un’informazione. I gatti usano 16 vocalizzi diversi per comunicare. Lo dice Wikipedia.
- Con un suono: Miao!
- Con un’esperienza personale. Ogni mattina il mio gatto mi sveglia saltandomi sulla pancia.
- Con una citazione: Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola.
(Jules Verne) - Con una descrizione di un personaggio o dell’ambiente: Il mio gatto è grasso e morbido: praticamente un cuscino.
- Con un po’ di umorismo: Perchè i gatti hanno imparato a vedere al buio? Perché non arrivano all’interruttore.
Passiamo alla pratica.
Altra regola d’oro: Non dire a parole quello che può essere disegnato
Sta a te adesso trasporre le parole in immagini.
Ad esempio la n.3: Invece che “fermalo mi ha rubato il prosciutto” basta “fermalo!” O “ferma quel ladro!” E mostri il gatto che scappa col prosciutto in bocca.
Oppure la n. 2: la dichiarazione “ho paura dei gatti” può diventare il protagonista che salta in piedi su una sedia (a casa nostra è successo!) o anche: Una ragazza che gli mette un gatto davanti dicendo “guarda che carino” e il protagonista che schiuma terrorizzato…
Usa questo articolo come esercizio. Se vuoi postare qualche tuo schizzo con i nostri consigli messi in pratica, saremo davvero felici di pubblicarli!