Alle 4 e mezza di domani mattina, 198 anni fa moriva Jane Austen, assistita dalla migliore infermiera possibile, l'adorata sorella Cassandra, e dalla "terza" sorella Austen, l'amica Martha Lloyd.
Con l'approssimarsi di questa ricorrenza, sono tornata col pensiero a quanto accaduto quel giorno e quelli successivi, così come ce lo racconta una testimone d'eccezione più che affidabile, Cassandra, appunto, nelle lettere che chiudono la raccolta epistolare di Jane (nell'edizione critica di Deirdre Le Faye).
E leggendo qua e là, è balzato alla mia attenzione un fatto di grande importanza accaduto pochi giorni dopo, il 22 luglio. È il giorno in cui qualcuno in famiglia (la stessa Cassandra?) decise che era arrivato il momento di rendere pubblico omaggio all'arte di Jane, farla uscire dal rigoroso anonimato e dalla riserva iperprotetta della cerchia familiare, e rivelare al mondo ciò a cui aveva dedicato la vita intera: scrivere romanzi.
Alla vigilia della commemorazione della morte, vi invito a scoprire come iniziò la vita di Miss Jane Austen, Authoress (Autrice), dopo il 18 luglio 1817.
Visitare la tomba di Jane Austen nella cattedrale di Winchester solitamente genera emozioni di grande intensità e scatena numerose riflessioni che si rincorrono nella mente di chi sosta in osservazione di questo punto della navata nord (facilmente individuabile, entrando, poiché è di solito il più affollato).
Comtempliamo la tomba, formulando il nostro omaggio mentre leggiamo l'iscrizione sulla pietra tombale - e, d'improvviso, dall'ombra di tristezza affiora un dubbio. Qualcosa non torna: nelle parole incise su quella pietra sulla base di un testo redatto dal mentore letterario di Jane, il fratello Henry, si ricordano una quantità di caratteristiche notevoli, il suo carattere e la sua devozione, l'amore che la legava alla famiglia e a chiunque la conoscesse, ma oltre "le straordinarie doti della sua mente" nulla viene detto sulla sua attività di scrittrice.
Se alziamo gli occhi, noi visitatori di oggi vediamo una targa di ottone dorato dove si legge "Jane Austen / known to many by her writings" (conosciuta da molti per i suoi scritti), e che è stata posta qui negli ultimi anni dell'Ottocento - questo significa che per molti decenni nulla ha potuto ricordare ai visitatori di allora l'arte in cui eccelleva la persona sepolta sotto la scura e laconica lapide di marmo.
Eppure, fu proprio nei giorni immediatamente seguenti la morte di Jane Austen che l'inossidabile cortina di riservatezza venne dissolta e " LA notizia" trapelò e circolò.
Si trattò di pochi giorni, il tempo sufficiente per pubblicare qualche mesto necrologio, ma il velo dell'anonimato fu, finalmente, e ufficialmente, squarciato. A dispetto di quella silenziosa pietra tombale.
Il "fattaccio" accade il 22 luglio. A pagina 4 del quotidiano locale Hampshire Chronicle and Courier (n. 7744) quel giorno si legge:
EN - "On the 18th inst. at Winchester, Miss Jane Austen, youngest daughter of the late Rev. George Austen, Rector of Steventon, in Hampshire, and the Authoress of Emma, Mansfield Park, Pride and Prejudice, and Sense and Sensibility. Her manners were most gentle; her affections ardent; her candor was not to be surpassed, and she lived and died as became a humble Christian."
IT - Il 18 corrente mese, [è morta] a Winchester, Miss Jane Austen, figlia minore del fu Rev. George Austen, Rettore di Steventon, nello Hampshire, ed Autrice di Emma, Mansfield Park, Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento. Le sue maniere eranno le più gentili; i suoi affetti ardenti; il suo candore era insuperabile, e visse e morì come si conviene ad un'umile Cristiana.
Per la prima volta in tutta la vicenda terrena di Jane Austen, il suo nome viene accostato ai suoi romanzi (quelli usciti fino a quel momento) e le viene riconosciuto il titolo di (Autrice). Un vero evento epocale, soprattutto se si pensa alla tenacia con cui l'intera famiglia Austen e la diretta interessata hanno protetto questo anonimato.
Si tratta, è bene precisarlo, di una salvaguardia dettata dagli schemi sociali dell'epoca, che non permettevano ad una donna di esporsi al "pubblico", al di fuori della riserva protetta della cerchia familiare, il che includeva l'obbligo sociale a non lavorare per guadagnarsi di che vivere (le eccezioni erano rarissime, poco piacevoli, e comunque biasimate dalla società, poiché solo le donne appartenenti ai ceti più bassi lavoravano per vivere, anzi, sopravvivere).
A questo si sommava una ragione letteraria: il romanzo era un genere relativamente giovane e non godeva ancora di molta stima, come la stessa Jane ci racconta in alcune pagine esilaranti di Northanger Abbey (L'Abbazia di Northanger).
In breve, tutto durante la vita di Jane Austen concorse a mantenere senza troppi tormenti una riservatezza che, per quei tempi, era la norma - tutto concorse a ciò, compreso il carattere di Jane, che preferiva restare in disparte ad osservare e prendere nota brillando di luce propria nel microcosmo familiare e locale (un microcosmo peraltro assai esteso) piuttosto che farsi illuminare dalla luce di mille insidiose attenzioni nel vasto mondo.
La cautela notata a Steventon riguardo alla paternità del libro è una gradevole sorpresa per me, e mi auguro di cuore che possa servire a evitarti qualsiasi situazione spiacevole; - ma devi essere preparata al fatto che il Vicinato potrebbe già essere al corrente dell'esistenza al Mondo di quest'Opera, e nel Mondo di Chawton!
(lettera a Cassandra, 4 febbraio 1813 - l'opera è Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio)
La rivelazione contenuta nel necrologio del 22 luglio è ancora più interessante se si pensa che i necrologi usciti il 21 luglio, il giorno precedente, sono di tutt'altro tenore. Ecco il trafiletto proprio dello Hampshire Chronicle and Courier (lo stesso quotidiano del 22 luglio):
Ieri è morta, in College Street, Miss Jane Austen, figlia minore del fu Rev. George Austen, già Rettore di Steventon in questa contea.Ed ecco quello apparso sullo Hampshire Telegraph and Sussex Chronicle:
Lo scorso venerdì, è morta Miss Austen, già residente a Chawton, in questa contea.Un ultimo, ma non meno importante, dettaglio è che del testo del necrologio "letterario" del 22 luglio esiste un manoscritto, redatto senza dubbio alcuno dalla mano di Cassandra (come indicato da B.C. Southam nel TLS del 30 novembre 1962).
[Mi rammarica dover ammettere che di nessuno dei due testi, quello stampato e quello manoscritto, sono reperibili le immagini.]
Che cosa sarà mai accaduto, dunque, nello spazio di sole 24 ore?...
Ebbene, la mia immaginazione ha tutte le qualità ferocemente stigmatizzate da Mr Darcy, e cioè è molto rapida e saltellante - e comincia ad elaborare questi ed anche altri dettagli. Ad esempio, le parole scritte da Cassandra nei giorni dopo la morte dell'adorata sorella, in alcune lettere alla cara nipote Fanny,
a me doppiamente cara adesso per amore di colei che abbiamo perduto. (1)
Il 29 luglio, infatti, quando ormai tutto si è compiuto, anche la sepoltura (avvenuta il 24, giovedì), Cassandra le scrive:
Giovedì non è stata per me una giornata terribile come avevi immaginato, c'erano talmente tante cose indispensabili da fare che non c'è stato tempo per ulteriori sofferenze.
Penso a quelle "tante cose indispensabili da fare" ("so much necessary to be done" nell'originale), e mi figuro una situazione in cui, nei giorni tra il 18 e il 24, i fratelli e Cass si dividono i vari compiti, concordano il necrologio e decidono su quali giornali pubblicarlo. E difatti, i primi necrologi escono - uno più striminzito dell'altro...
Ed è a questo punto che immagino (e spicco un salto definitivo nel campo paludoso delle ipotesi fantasiose) che a Cassandra il primo testo concordato non piaccia affatto. Lei, che ha condiviso croci e delizie della genesi di ogni singola parola scritta da Jane, che si divertiva e si commuoveva ad ascoltare la sua voce mentre le leggeva quelle storie avvincenti, non ci sta a lasciar passare sotto silenzio ciò che a Jane riusciva naturale e vitale come respirare: scrivere.
Sì, la mia è una fantasia sfrenata (forse spinta dalla necessità di risolvere un antico risentimento per quelle lettere bruciate): vedo Cassandra - la quieta e razionale Cassandra, sempre dipinta da Jane come "una persona migliore e più saggia di lei" (2) - compiere un atto di forza, facendo valere la propria libertà di scelta, e prendendo una decisione autonoma e persino dissidente dal resto della famiglia, e ripescare il foglio sul quale aveva redatto la propria versione, poi scartata da Henry perché troppo audace, con quella rivelazione a proposito dei romanzi ( "Authoress of Emma, Mansfield Park, Pride and Prejudice, and Sense and Sensibility") che rompe ogni voto di discrezione da sempre osservato con tanto scrupolo dalla famiglia e, soprattutto (come hai potuto dimenticarlo così facilmente, Cass?) da Jane.
Ma è proprio perché pensa a Jane che le sono uscite quelle parole.
Se torno ancora un po' indietro, al 20 luglio, nella lettera che quel giorno Cassandra scrive a Fanny, una frase cattura la mia attenzione:
L'ho solo amata troppo, non più di quanto meritasse, ma sono consapevole che il mio affetto per lei mi rendeva talvolta ingiusta e negligente verso gli altri [...].
...così negligente da farle commettere uno strappo, mi chiedo, e spingerla ad inviare il necrologio "letterario" agli altri giornali?
No, non è andata così - o magari sì, o forse qualcosa di simile. Presumo che, più prosaicamente e semplicemente, il primo necrologio sia stato pensato e inviato ai giornali nella fretta dolente delle prime ore dopo la morte di Jane, e solo nelle ore successive in famiglia si sia ritrovata la necessaria lucidità per scriverne uno più eloquente... Non lo saprò mai, e questa del colpo di mano mosso dall'affetto di Cassandra resta una fantasia da Janeite.
Al di là delle fantasticherie, resta il fatto importantissimo della rivelazione contenuta nel necrologio del 22 luglio (ripreso da quelli dei giorni successivi), a fronte di una prima scelta, che era caduta su un profilo basso, fedele alla linea di sempre.
È la prima volta che Jane Austen viene indicata pubblicamente come Autrice di Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento), Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), Mansfield Park ed Emma, ed è questo che conta.
Quando, alcuni mesi dopo, il 20 dicembre, Henry firma la Biographical Notice of the Author (Nota Biografica sull'Autore) come prefazione a Northanger Abbey (L'Abbazia di Northanger) e Persuasion (Persuasione) che escono postumi, la rivelazione della loro autrice è comunque una novità senza precedenti perché è la prima volta che il nome di Jane Austen viene stampato su una sua opera in pubblicazione. Per di più, l'opera resta per sempre ed ha una diffusione e un'attenzione più vaste rispetto ad un necrologio apparso su alcune testate locali, per qualche giorno, e poi dimenticato perché sostituito da altre notizie.
L'uscita pubblica e ufficiale di Jane come Authoress (Autrice), dunque, in quel doloroso 1817 avviene in due fasi distinte ma ugualmente importanti, si apre con la luce mesta del Necrologio del 22 luglio e si chiude con il luminoso gran finale della Nota Biografica di Northanger Abbey (L'Abbazia di Northanger) e Persuasion (Persuasione) del 20 dicembre.
L'inizio di una nuova vita, che dura da due secoli.
Che la terra vi sia lieve, Cass & Jane.
Note:
(1) lettera del 20 luglio 1817
(2) da Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen) di J. E. Austen-Leigh, cap. I
☞ la traduzione dei necrologi è mia
☞ ringrazio Giuseppe Ierolli per avermi confermato che del necrologio del 22 luglio 1817 apparso sullo Hampshire Chronicle and Courier non è disponibile né il ritaglio di giornale né il testo manoscritto di Cassandra.
☞ le immagini dei ritagli di giornale e le citazioni dalle lettere o dal Memoir sono tratti da jausten.it
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