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Come la CIA ha inventato bugie sulla morte di Che Guevara

Creato il 04 giugno 2012 da Mdileo @atmospherelibri

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Ernesto Che Guevara è stato il secondo in comando nella rivoluzione cubana di Fidel Castro. Lasciò Cuba nel 1965 prima per il Congo e la Bolivia, dove organizzò un movimento di guerriglia contro l’esercito governativo i cui ufficiali erano addestrati dagli Stati Uniti d’America che aveva rovesciato il governo precedente in un colpo di stato nel 1964. La spedizione in Bolivia fu per molti versi un test; c’era il timore che Cuba avrebbe potuto esportare la rivoluzione in altri paesi dell’America Latina, e la sua importanza fu chiaramente seguita non solo dai cubani, ma anche dagli americani. Il governo degli Stati Uniti fu coinvolto quando intuì perché il Che fosse andato negli altri Paesi latinoamericani e che cosa stesse facendo. Quando Che scomparve da Cuba, alcuni nella CIA era ovviamente contenti, come dimostra un documento del maggio 1967 redatto da Walt Rostow, assistente speciale per gli affari di sicurezza nazionale, al presidente Johnson. Rostow confermò che Che operava in Bolivia e non era morto, come la comunità di intelligence, con il passare del tempo, era stata più e più volte incline a credere. Il governo degli Stati Uniti versò risorse in Bolivia per garantire che il governo potesse sconfiggere i guerriglieri. La CIA assunse la raccolta di informazioni e l’esercito degli Stati Uniti fu responsabile della formazione dell’esercito, chiaramente con un certo successo. L’esercito americano aveva così galvanizzato gli sforzi dei demoralizzati soldati boliviani che in una nota dell’agosto 1967 riferirono con orgoglio che “per la prima volta, dopo essere stati attaccati, ora non abbandonavano più le armi e contrattaccavano”.

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I frutti di questo corposo aiuto militare fu chiaro il 9 ottobre 1967: Che Guevara fu ucciso. La prima versione comunicata dal governo degli Stati Uniti fu che il Che era stato ucciso in battaglia combattendo con l’esercito boliviano.  La prima versione ufficiale di come era morto Che fu contraddetta da una seconda versione ufficiale, senza che nessuno ammettesse che la prima versione era evidentemente sbagliata. Questa seconda storia era che il Che era stato ucciso il giorno successivo su ordine del presidente boliviano, nonostante la determinazione degli Stati Uniti di tenerlo in vita. Il governo degli Stati Uniti ha sempre saputo che la loro prima versione ufficiale non era vera. Fu detto al Segretario di Stato a mezzo telegramma in data 8 ottobre, che il Che era stato ferito in battaglia con l’esercito boliviano, ma che era stato catturato vivo. Se il governo degli Stati Uniti mise fuori la versione della falsa notizia della morte del Che, non è improbabile che anche la versione successiva non poteva che essere falsa; ci sono dei buchi notevoli nella seconda versione ufficiale. In primo luogo, la CIA aveva un agente, Felix Rodriguez, che accompagnava la divisione che catturò il Che, e fu lui che trasmise le istruzioni del comando boliviano. Rodriguez aveva apparentemente ricevuto ordini dai suoi superiori della CIA che il Che doveva essere mantenuto in vita a tutti i costi, ordini che fu misteriosamente in grado di revocare senza alcun costo, poiché successivamente Rodriguez si avviò a una lunga carriera nell’Agenzia. In secondo luogo, vi è la testimonianza dell’ex capo della CIA in Bolivia che in precedenza aveva chiesto e ottenuto una garanzia personale da parte del presidente boliviano che il Che sarebbe stato ucciso se catturato. La ‘semi- versione ufficiale cubana ‘(così chiamata da scrittori che non sono d’accordo con essa) è che l’ambasciatore statunitense in Bolivia, Douglas Henderson, andò a trovare il presidente boliviano l’8 ottobre, dopo il Che era stato catturato, e lo istruì perché il Che fosse immediatamente ucciso. C’è un caso circostanziale. Gli Stati Uniti erano interessati a assassinare Che e la storia è ben nota: egli era stato incluso nella lista di omicidi nella quale compariva anche Castro già dai primi anni ’60. Il tentativo di ammazzare Che non poté considerarsi concluso solo perché il Che aveva lasciato Cuba.. Uno dei documenti è una strana richiesta fatta dal FBI nel 1964 per avere la copia delle impronte digitali del Che. Come fanno notare gli autori, questo solleva molti interrogativi sul perché l’FBI aveva scoperto l’esigenza di archiviare le impronte digitali pensando che il Che ne avrebbe potuto avere di nuove. Si sospettava che il Che avrebbe cercato di intrufolarsi negli Stati Uniti, ma altrettanto plausibile è la possibilità che essi erano a conoscenza di un nuovo piano per assassinarlo e avevano bisogno di impronte digitali per confermare di aver preso l’uomo giusto. Nel 1967, l’identità del Che fu effettivamente confermata da un confronto delle impronte digitali del suo cadavere con le copie archiviate dall’FBI. Walt Rostow scrisse al presidente Johnson che il Che era stato ucciso e diceva che era una cosa stupida perché il Che non sarebbe dovuto essere ucciso. Tuttavia elencò i motivi per cui la morte del Che era comunque una cosa decisamente buona: avrebbe scoraggiato i guerriglieri in America Latina , soprattutto alla luce della strategia degli Stati Uniti nell’aiutare i paesi in rivolta. Una nota dell’intelligence del Dipartimento di Stato del 12 ottobre 1967 indicò i vantaggi di avere ulteriori morti: sarebbe stato un duro colpo per Castro e per la sua idea di diffondere la rivoluzione da Cuba al continente in America Latina.  Si può dire è che se i boliviani hanno agito di propria iniziativa, lo hanno fatto nella consapevolezza che essi non avrebbero sfidato i desideri dei loro padroni statunitensi, ma avrebbero fatto loro un enorme favore. È da più di quaranta anni che Che Guevara fu ucciso, ma le domande che circondano la sua morte sono oggi di interesse storico. L’assassinio degli avversari è una tattica con una lunga storia nella politica estera degli Stati Uniti. La morte di Osama Bin Laden è l’esempio ovviamente più recente, ma non è stato un caso isolato. Dall’inizio della ‘guerra al terrorismo’ nel 2001, gli Stati Uniti ha utilizzato droni per eliminare dei presunti terroristi in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Libia, Somalia e nello Yemen, per elencare solo quei luoghi che sono pubblicamente noti. Mentre gli attacchi con i droni potrebbero essere una tattica post-9/11, l’uso dell’assassinio non lo è. A questo proposito, la guerra al terrorismo con omicidi è una continuazione di omicidi risalenti alla fine della Seconda guerra mondiale. C’è una lista di almeno sedici omicidi tentati o commessi dagli Stati Uniti dal 1950 al 1960. Questo elenco è una dimostrazione di come i successivi governi degli Stati Uniti non sono riusciti a pensare a procedimenti giudiziari piuttosto che a omicidi. È da notare tuttavia che l’amministrazione Johnson sentì la necessità di nascondere il suo coinvolgimento nella morte di Che Guevara. Che era, dopo tutto, un rivoluzionario impegnato nella lotta armata e che presumibilmente, in base alla sua ideologia, avrebbe meritato la pena di morte. Tuttavia, nel 1967, era chiaramente ancora necessario per il governo la necessità di nascondere ciò che era fatto al di fuori della legge. La storia di come Che Guevara sia morto, e come il governo degli Stati Uniti si è sentito di dover mentire, è un promemoria di come la guerra al terrorismo è una guerra contro lo stato di diritto.

Considerazioni di Michael Ratner e Michael Steven Smith nel libro Chi ha ucciso Che? Come la CIA l’ha fatta franca con l’omicidio (OR Books 2011)


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